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Sostituzione pena detentiva: quando il ricorso è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro una condanna per resistenza a pubblico ufficiale. La richiesta di sostituzione pena detentiva è stata respinta perché formulata in modo generico, senza indicare i presupposti di legge, come la capacità patrimoniale dell’imputato. Anche il motivo sulle attenuanti generiche è stato giudicato manifestamente infondato.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sostituzione Pena Detentiva: la Cassazione Chiarisce i Requisiti di Specificità del Ricorso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 21059 del 2024, offre importanti chiarimenti sui requisiti necessari per presentare un ricorso efficace, in particolare riguardo alla richiesta di sostituzione pena detentiva con sanzioni alternative. La Corte ha dichiarato inammissibile un ricorso perché i motivi erano formulati in modo generico, senza indicare i presupposti specifici richiesti dalla legge. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale della precisione e della completezza nella redazione degli atti difensivi.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine dalla condanna di un giovane per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza di primo grado, emessa dal Tribunale, era stata confermata dalla Corte di Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando due principali vizi della sentenza d’appello.

I Motivi del Ricorso: Attenuanti e Sostituzione Pena Detentiva

Il ricorso si fondava su due censure principali:

1. Mancata concessione delle attenuanti generiche: La difesa lamentava una violazione di legge e un vizio di motivazione, sostenendo che i giudici d’appello non avessero adeguatamente valutato una memoria difensiva che argomentava a favore del riconoscimento delle attenuanti.
2. Omessa motivazione sulla sostituzione della pena: Il secondo motivo criticava la sentenza per non aver fornito alcuna motivazione in merito alla richiesta, avanzata sempre nella memoria difensiva, di sostituire la pena detentiva con una pena pecuniaria, ai sensi dell’art. 20-bis del codice penale, introdotto dalla Riforma Cartabia.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto entrambi i motivi di ricorso inammissibili, seppur per ragioni distinte, evidenziando il rigore con cui devono essere formulate le censure in sede di legittimità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Sul primo punto, la Corte ha stabilito che la censura era manifestamente infondata. I giudici di legittimità hanno osservato che il ricorso si limitava a una generica riproposizione di principi giurisprudenziali, senza calarli nel caso specifico. La Corte di Appello, al contrario, aveva congruamente motivato la sua decisione di negare le attenuanti, bilanciando la giovane età e le condizioni disagiate dell’imputato con elementi negativi prevalenti, come i suoi precedenti penali. L’obbligo di motivazione era stato, quindi, pienamente assolto.

La Richiesta di Sostituzione Pena Detentiva e il Vizio di Genericità

Il cuore della pronuncia riguarda il secondo motivo. La Cassazione ha chiarito che, sebbene la richiesta di applicazione delle sanzioni sostitutive possa essere presentata anche nel corso dell’udienza d’appello, essa non può essere generica. Nel caso di specie, la richiesta dell’imputato era stata formulata in termini “insanabilmente generici”.

La difesa si era limitata a menzionare il “modesto pregiudizio arrecato” e la “giovanissima età dell’imputato”, elementi irrilevanti rispetto ai presupposti specifici richiesti dalla legge per la sostituzione pena detentiva con quella pecuniaria. In particolare, non era stata allegata né provata la sussistenza delle condizioni patrimoniali dell’imputato idonee a consentirgli di pagare la sanzione pecuniaria, come prescritto dall’art. 58 della legge n. 689/1981.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale: il giudice dell’impugnazione non è tenuto a motivare il mancato accoglimento di istanze che appaiano palesemente improponibili per genericità o manifesta infondatezza. Una richiesta di sostituzione pena detentiva deve essere specifica, indicando le ragioni fattuali e giuridiche che la supportano e allegando gli elementi necessari alla valutazione del giudice, come quelli relativi alla situazione economica dell’imputato. Formulazioni vaghe, che non affrontano i requisiti normativi, sono destinate a essere dichiarate inammissibili, senza che il giudice debba fornire una motivazione dettagliata sul rigetto.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità negli Atti Giudiziari

La sentenza in esame rappresenta un monito per gli operatori del diritto. La redazione di un ricorso, specialmente in Cassazione, richiede un’estrema cura e specificità. Non è sufficiente enunciare un principio di diritto o formulare una richiesta in modo astratto. È indispensabile che ogni censura sia ancorata alle risultanze processuali e che ogni istanza, come quella di sostituzione pena detentiva, sia supportata dall’allegazione dei presupposti concreti richiesti dalla norma. In assenza di tale rigore, il rischio è quello di una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando una richiesta di sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria può essere considerata generica?
Secondo la sentenza, una richiesta è generica e quindi inammissibile quando non allega la sussistenza dei presupposti specifici richiesti dalla legge. Ad esempio, quando non si fornisce alcuna indicazione sull’idoneità delle condizioni patrimoniali del ricorrente a pagare la pena pecuniaria, limitandosi a menzionare elementi irrilevanti come la giovane età o il modesto danno.

Il giudice d’appello è obbligato a motivare il rigetto di una richiesta palesemente infondata o generica?
No. La Corte di Cassazione ha affermato che il giudice dell’impugnazione non è obbligato a fornire una motivazione in ordine al mancato accoglimento di istanze che appaiano improponibili per la loro genericità o manifesta infondatezza.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve considerare tutti gli elementi a favore dell’imputato?
Non necessariamente. Per assolvere all’obbligo di motivazione, è sufficiente che il giudice spieghi e giustifichi l’uso del suo potere discrezionale, indicando le ragioni ostative alla concessione delle attenuanti e le circostanze ritenute di preponderante rilievo negativo, senza dover prendere in considerazione tutti gli elementi prospettati dalla difesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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