Sostituzione di persona: quando il ricorso in Cassazione è inammissibile
Il reato di sostituzione di persona rappresenta una seria violazione della fede pubblica e può portare a conseguenze significative. Tuttavia, per contestare una condanna in Cassazione non basta un generico dissenso sulla ricostruzione dei fatti. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i limiti del ricorso, dichiarandolo inammissibile se mira a una nuova valutazione delle prove, compito che non spetta al giudice di legittimità.
I Fatti del Caso: L’Ottenimento di una Carta Prepagata con Documenti Falsi
Il caso in esame riguarda un individuo condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di sostituzione di persona. L’imputato era stato ritenuto colpevole di aver ottenuto il rilascio di una carta di pagamento dotata di IBAN utilizzando documenti falsificati, nello specifico una patente di guida e una tessera sanitaria intestate a un’altra persona. La carta era stata successivamente rinvenuta durante una perquisizione nel suo appartamento, a conferma del suo coinvolgimento.
Contro la sentenza della Corte d’Appello, che aveva parzialmente riformato la pena ma confermato la responsabilità penale, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.
Il Ricorso per il Reato di Sostituzione di Persona
L’unico motivo di ricorso presentato dall’imputato contestava la correttezza della motivazione della sentenza di condanna. In sostanza, si criticava il modo in cui i giudici di merito avevano valutato le prove e fondato la dichiarazione di colpevolezza. Il ricorrente, inoltre, faceva leva su una discrasia tra il numero identificativo della carta rinvenuta e quello riportato nel verbale di sequestro, ritenendola un elemento in grado di minare l’intero impianto accusatorio.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni fondamentali. In primo luogo, il motivo è stato giudicato generico e non conforme ai requisiti dell’art. 581 del codice di procedura penale. Il ricorrente non ha indicato specifici vizi logici o giuridici nel ragionamento della Corte d’Appello, ma si è limitato a una critica generale, impedendo al giudice di legittimità di individuare i punti su cui esercitare il proprio controllo.
In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha ribadito che il ricorso tendeva a ottenere una inammissibile ricostruzione dei fatti. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove. Il suo compito, in “sede di legittimità”, è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Come stabilito da una nota sentenza delle Sezioni Unite, non è consentita una “rilettura” degli elementi di fatto.
I giudici hanno inoltre sottolineato che la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente, spiegando come fosse pienamente provato che l’imputato avesse ottenuto la carta servendosi di documenti falsi. La discrepanza numerica è stata liquidata come un semplice errore materiale di riproduzione, inidoneo a inficiare un quadro probatorio solido e convincente.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La decisione riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su questioni di diritto (violazione di legge o vizi di motivazione) e non su un riesame del merito. Chi intende impugnare una sentenza di condanna deve formulare censure specifiche, precise e pertinenti, dimostrando dove il giudice di grado inferiore ha sbagliato nell’applicare la legge o nel costruire il suo ragionamento. Un ricorso generico, che si limita a proporre una diversa interpretazione delle prove, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione a favore della Cassa delle ammende.
Perché il ricorso per il reato di sostituzione di persona è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché era generico e mirava a una nuova valutazione dei fatti. Questo tipo di riesame non è consentito alla Corte di Cassazione, che può giudicare solo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità).
Un piccolo errore, come un numero di carta sbagliato in un verbale, può annullare una condanna?
No, secondo questa ordinanza, se il quadro probatorio complessivo è solido e convincente, una piccola discrepanza che può essere attribuita a un mero errore materiale di trascrizione non è sufficiente a invalidare la condanna.
Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’?
Significa che il suo ruolo non è quello di svolgere un nuovo processo o di riesaminare le prove per decidere chi ha torto o ragione sui fatti. Il suo compito è assicurarsi che i giudici dei gradi precedenti abbiano interpretato e applicato correttamente le norme di legge e che la loro motivazione sia priva di vizi logici.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31708 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 31708 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: PILLA EGLE
Data Udienza: 10/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NAPOLI il 10/09/1986
avverso la sentenza del 20/12/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME
Rilevato che NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma che, in parziale riforma della sentenza emessa dal Tribunale della medesima città – avendo riterminato la pena – ha riconosciuto l’imputato colpevole del reato di sostituzione di persona di cui agli artt. 61, n. 2, e 494 cod. pen.;
Considerato che il primo ed unico motivo di ricorso, che contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità, è generico perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto, a fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
Ritenuto che il suddetto motivo non è, altresì, consentito dalla legge in sede di legittimità ed è manifestamente infondato perché tende ad ottenere una inammissibile ricostruzione dei fatti mediante criteri di valutazione diversi da quelli adottati dal giudice di merito, esulando, infatti, dai poteri della Corte di cassazione quello di una ‘rilettura’ degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione (Sez. U, n. 6402, del 30/4/1997, Dessimone, Rv. 207944). In particolare, la Corte territoriale, con motivazione esente da vizi logici e giuridici, ha esplicitato le ragioni del suo convincimento sottolineando come risulti pienamente provato che il ricorrente ha ottenuto il rilascio della carta Postepay Evolution n. 533317053972945, poi rinvenuta nel suo appartamento, servendosi di documenti falsi, nella specie una patente di guida e una tessera sanitaria a nome COGNOME NOME, potendosi conseguentemente configurare la discrasia fra il numero della carta e quello indicato nel verbale di sequestro inidonea a inficiare il solido quadro probatorio, essendo tale differenza ben imputabile ad un mero errore di riproduzione;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 settembre 2025