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Sostituzione di persona e truffa: due reati distinti

Un soggetto, condannato per il reato di sostituzione di persona, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che tale reato dovesse considerarsi assorbito in quello di truffa, estinto per remissione di querela. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che la sostituzione di persona e la truffa sono reati che possono concorrere, in quanto tutelano beni giuridici differenti: la fede pubblica il primo, il patrimonio il secondo. Di conseguenza, l’estinzione del reato di truffa non influisce sulla procedibilità per il reato di sostituzione di persona.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sostituzione di Persona e Truffa: Due Reati Autonomi che Possono Coesistere

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del diritto penale: il reato di sostituzione di persona e quello di truffa non si assorbono a vicenda, ma possono concorrere. Questa decisione chiarisce che, anche se la vittima di una truffa ritira la querela, l’autore del reato può comunque essere processato e condannato per essersi finto qualcun altro. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato, condannato in Corte d’Appello per il reato di sostituzione di persona, previsto dall’articolo 494 del codice penale. L’imputato sosteneva che tale accusa dovesse essere considerata assorbita nel più ampio reato di truffa (art. 640 c.p.), per il quale il procedimento si era concluso con un’archiviazione a seguito della remissione della querela da parte della persona offesa.

Secondo la tesi difensiva, l’atto di fingersi un’altra persona era stato un mero strumento per commettere la truffa. Di conseguenza, una volta estinto il reato principale (la truffa), anche la condotta strumentale (la sostituzione di persona) avrebbe dovuto perdere la sua rilevanza penale.

La Decisione della Corte e la coesistenza tra sostituzione di persona e truffa

La Suprema Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa interpretazione, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. Gli Ermellini hanno confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando come la tesi del ricorrente si ponga in netto contrasto con la normativa vigente e con la consolidata giurisprudenza di legittimità.

Il punto centrale della decisione è che i due reati, sebbene spesso connessi nella pratica, sono completamente autonomi e possono concorrere formalmente. Questo significa che un’unica azione può violare contemporaneamente entrambe le norme penali, dando luogo a due distinti addebiti.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sulla diversità dei beni giuridici protetti dalle due norme incriminatrici. L’articolo 640 del codice penale (truffa) è posto a tutela del patrimonio. Il suo obiettivo è proteggere i cittadini da raggiri che possano causare loro un danno economico.

D’altra parte, l’articolo 494 del codice penale (sostituzione di persona) tutela un bene giuridico di natura pubblicistica: la fede pubblica. La norma mira a proteggere la fiducia collettiva nell’identità delle persone e nella veridicità delle loro qualità personali e sociali, elementi essenziali per la sicurezza e la correttezza delle relazioni interpersonali e giuridiche.

Poiché gli interessi protetti sono diversi e non sovrapponibili, non può esistere un rapporto di assorbimento o specialità tra i due reati. La condotta di chi si finge un’altra persona per truffare qualcuno lede contemporaneamente due beni distinti: il patrimonio della vittima e la fede pubblica della collettività. Di conseguenza, la remissione della querela per la truffa, che estingue il reato contro il patrimonio, non ha alcun effetto sulla procedibilità del reato di sostituzione di persona, che lede un interesse pubblico e generale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio di grande rilevanza pratica. Chi utilizza l’identità altrui per commettere illeciti, come le sempre più frequenti truffe online, deve essere consapevole che risponderà penalmente per la sostituzione di persona a prescindere dall’esito del procedimento per la truffa. Anche un accordo risarcitorio con la vittima o il ritiro della querela non basteranno a cancellare le conseguenze penali legate alla lesione della fede pubblica. Questa decisione serve da monito, sottolineando come l’ordinamento giuridico attribuisca un valore autonomo e fondamentale alla corretta identificazione delle persone nei rapporti sociali.

Il reato di sostituzione di persona può essere considerato parte del reato di truffa?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che sono due reati distinti e autonomi che possono concorrere, poiché non vi è un rapporto di specialità o assorbimento tra le due fattispecie.

Perché la sostituzione di persona e la truffa sono considerati reati separati?
Perché proteggono beni giuridici diversi: il reato di truffa (art. 640 c.p.) tutela il patrimonio, mentre il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) tutela la fede pubblica.

Se la vittima di una truffa ritira la querela, l’accusa di sostituzione di persona collegata viene archiviata?
No. Poiché i reati sono autonomi, la remissione della querela per il reato di truffa estingue solo quest’ultimo, ma non ha alcun effetto sulla procedibilità e punibilità del reato di sostituzione di persona.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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