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Sostituzione di persona: attivare SIM false è reato

La Corte di Cassazione conferma la condanna per il reato di sostituzione di persona a carico di un responsabile di un punto vendita di telefonia. L’imputato aveva attivato utenze telefoniche a nome di una cliente ignara, utilizzando i suoi dati personali per ottenere un profitto. La Corte ha rigettato la tesi difensiva che mirava a riqualificare il fatto come semplice falsità in scrittura privata, sottolineando che l’uso illecito dell’identità altrui per creare e utilizzare SIM card integra pienamente il delitto di sostituzione di persona.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sostituzione di Persona: Attivare SIM a Nome Altrui è Reato

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato un caso emblematico di sostituzione di persona, fornendo chiarimenti cruciali sulla differenza tra questo delitto e la fattispecie, ormai abrogata, della falsità in scrittura privata. La decisione conferma che l’attivazione di utenze telefoniche all’insaputa del legittimo titolare, al fine di ottenere un profitto, integra pienamente il reato previsto dall’art. 494 del Codice Penale, tutelando la fede pubblica e l’identità personale.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condotta del responsabile di un punto vendita di una nota compagnia telefonica, situato presso uno scalo aeroportuale. L’imputato, approfittando della sua posizione e della disponibilità dei dati personali di una cliente, ha attivato a nome di quest’ultima, e senza il suo consenso, ben tre utenze telefoniche. L’obiettivo era illecito: procurarsi un profitto derivante dalle provvigioni previste per l’attivazione di nuovi contratti. La vittima si è ritrovata così intestataria di servizi mai richiesti, subendo un evidente danno.

Condannato in primo grado e in appello, l’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali: una errata qualificazione giuridica del fatto, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e il diniego delle circostanze attenuanti generiche.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato e rigettato tutti i motivi di ricorso, offrendo un’analisi dettagliata delle questioni giuridiche sollevate dalla difesa.

Sulla Qualificazione del Reato: la sostituzione di persona

Il primo e più significativo motivo di ricorso sosteneva che i fatti dovessero essere inquadrati nel reato di falsità in scrittura privata (art. 485 c.p., oggi abrogato) e non in quello di sostituzione di persona (art. 494 c.p.). La difesa argomentava che la condotta si era limitata alla falsificazione di moduli contrattuali.

La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo la diversa natura dei due reati. L’art. 494 c.p. tutela la fede pubblica, che può essere tratta in inganno riguardo all’identità o agli attributi sociali di una persona. La condotta dell’imputato, utilizzando i dati e i documenti della vittima per stipulare contratti a suo nome, non si è limitata a una mera falsificazione documentale, ma ha realizzato una vera e propria usurpazione dell’identità altrui nei confronti del gestore telefonico. La Corte ha ribadito che la creazione e l’utilizzo di una SIM card, servendosi dei dati anagrafici di un soggetto inconsapevole, ricade pienamente nella fattispecie della sostituzione di persona, in quanto l’agente sostituisce alla propria l’altrui identità.

Sulla Particolare Tenuità del Fatto

La difesa aveva richiesto l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., sostenendo l’assenza di un danno economico significativo e di un comportamento abituale. Anche su questo punto, la Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito. La non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata esclusa non solo per la reiterazione della condotta (tre attivazioni illecite), ma anche per il disvalore complessivo del comportamento e per il danno, anche non patrimoniale, subito dalla persona offesa. La fiducia tradita e il disagio causato alla vittima sono stati elementi decisivi per negare il beneficio.

Sulle Circostanze Attenuanti Generiche

Infine, la Corte ha ritenuto infondato anche il motivo relativo al mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. I giudici hanno sottolineato che il diniego era stato adeguatamente motivato in base agli elementi ritenuti decisivi, come la gravità della condotta e le modalità dell’azione. Non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole all’imputato, ma è sufficiente che fornisca una motivazione logica e coerente basata sui fattori più rilevanti.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Cassazione si fondano sulla netta distinzione tra la tutela dell’autenticità documentale (propria del reato di falso in scrittura privata) e la tutela dell’identità personale e della fede pubblica (propria del reato di sostituzione di persona). La Corte ha stabilito che l’utilizzo dei dati altrui per attivare servizi telefonici va ben oltre la falsificazione di un modulo: è un’azione che induce in errore il terzo contraente (la compagnia telefonica) sull’identità della persona che sta stipulando il contratto, realizzando così tutti gli elementi costitutivi del delitto di cui all’art. 494 c.p. La reiterazione della condotta e il danno arrecato alla vittima, anche solo in termini di disagio e violazione della privacy, sono stati considerati elementi sufficienti a giustificare sia la condanna sia il diniego di benefici come la particolare tenuità del fatto.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di fondamentale importanza nell’era digitale: l’identità personale è un bene giuridico meritevole di una forte tutela penale. L’uso illecito dei dati di un’altra persona per ottenere vantaggi, come nel caso dell’attivazione fraudolenta di SIM card, non è una mera irregolarità amministrativa o una semplice falsificazione, ma un grave reato di sostituzione di persona. La decisione della Cassazione serve da monito, sottolineando che tali condotte, anche se mirate a un profitto apparentemente modesto, comportano conseguenze penali serie e non possono beneficiare di sconti di pena o cause di non punibilità, data la loro intrinseca gravità e il danno che arrecano alla fiducia collettiva e ai singoli cittadini.

Attivare una SIM card a nome di un’altra persona a sua insaputa costituisce reato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, tale condotta integra il reato di sostituzione di persona previsto dall’art. 494 del Codice Penale. L’azione di creare e utilizzare una SIM card servendosi dei dati anagrafici di un soggetto inconsapevole per far ricadere su quest’ultimo l’attribuzione delle connessioni realizza una sostituzione dell’identità.

Qual è la differenza tra il reato di sostituzione di persona e quello (abrogato) di falsità in scrittura privata?
La sentenza chiarisce che il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) tutela la fede pubblica dall’essere ingannata sull’identità o sugli attributi di una persona. Il reato di falsità in scrittura privata (ex art. 485 c.p.) mirava invece a proteggere la fiducia nella genuinità e sicurezza dei documenti. Nel caso esaminato, non si trattava solo di formare un documento falso, ma di usare l’identità altrui per ingannare un terzo.

Perché non è stata concessa la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha ritenuto che non sussistessero i presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. a causa di diversi fattori: il disvalore della condotta, la sua reiterazione nel tempo (essendo state attivate tre utenze) e l’entità del danno, anche non patrimoniale, subito dalla persona offesa. Questi elementi, nel loro complesso, hanno escluso che il fatto potesse essere considerato di particolare tenuità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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