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Sospensione termine querela per Covid: è legittima

La Corte di Cassazione ha stabilito la piena legittimità della sospensione del termine per presentare querela durante il lockdown per Covid-19. Analizzando il D.L. 34/2020, la Corte lo ha qualificato come norma interpretativa, escludendo profili di incostituzionalità per retroattività sfavorevole al reo. Di conseguenza, una querela presentata oltre i 90 giorni è stata ritenuta valida perché il calcolo del termine doveva essere sospeso per il periodo emergenziale. La sentenza del tribunale che aveva dichiarato l’improcedibilità è stata annullata.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione termine querela: la Cassazione e la legislazione Covid

La pandemia ha sollevato innumerevoli questioni giuridiche, tra cui una di fondamentale importanza pratica: il termine per sporgere querela è stato sospeso durante il lockdown? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30549/2024, ha fornito una risposta chiara, affermando la legittimità della sospensione termine querela e risolvendo un complesso dibattito legale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione del Tribunale di Locri, che aveva dichiarato l’improcedibilità di un’azione penale. Il motivo era la presunta tardività della querela: la persona offesa era venuta a conoscenza del reato il 14 gennaio 2020, ma aveva depositato la querela solo il 14 maggio 2020, superando quindi il termine di 90 giorni previsto dall’art. 124 del codice penale.
Il Pubblico Ministero ha impugnato tale decisione, sostenendo che il termine fosse stato sospeso a causa della legislazione emergenziale emanata per fronteggiare la pandemia da Covid-19.

La questione giuridica: il dubbio sulla sospensione del termine per la querela

Il cuore del problema risiedeva nell’interpretazione delle norme emergenziali. Il primo decreto (D.L. 18/2020) aveva sospeso i ‘termini procedurali’, lasciando un’incertezza interpretativa sulla sua applicabilità al termine per la querela, che ha natura mista, sostanziale e processuale.
Successivamente, il ‘Decreto Rilancio’ (D.L. 34/2020) è intervenuto in modo esplicito, stabilendo che il decorso del termine previsto dall’art. 124 c.p. dovesse considerarsi sospeso dal 9 marzo all’11 maggio 2020. Tuttavia, essendo entrato in vigore il 19 maggio 2020, questa norma agiva su un periodo già trascorso, sollevando dubbi sulla sua legittimità costituzionale per presunta retroattività a sfavore dell’imputato, per il quale il reato sarebbe stato ormai non più perseguibile.

La decisione della Cassazione sulla sospensione termine querela

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, annullando la sentenza del Tribunale. I giudici hanno stabilito che la norma del ‘Decreto Rilancio’ non ha introdotto una nuova disciplina retroattiva, ma ha agito come una ‘norma meramente interpretativa’. In altre parole, ha chiarito quale fosse fin dall’inizio la corretta interpretazione della legislazione precedente.

Le motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri. In primo luogo, ha evidenziato la ratio della legislazione emergenziale: ridurre al minimo gli spostamenti delle persone per contenere il contagio. Sarebbe stato illogico e contraddittorio, da un lato, sospendere le attività giudiziarie e, dall’altro, costringere la vittima di un reato a recarsi presso gli uffici competenti per depositare una querela, spesso necessitando anche dell’assistenza di un legale.
In secondo luogo, qualificando la norma come interpretativa, la Cassazione ha superato l’ostacolo della presunta incostituzionalità. Una norma interpretativa non crea nuovo diritto, ma si limita a precisare il significato di una disposizione preesistente. Di conseguenza, non viola il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, poiché la sospensione doveva intendersi operante fin dal primo decreto emergenziale.

Le conclusioni

Questa sentenza consolida un principio fondamentale sull’applicazione della legislazione emergenziale nel diritto penale. La sospensione termine querela è stata un atto legittimo e necessario, coerente con le finalità di tutela della salute pubblica. La decisione della Cassazione garantisce che le vittime di reato non siano state pregiudicate dalle restrizioni imposte durante il lockdown, consentendo loro di esercitare il proprio diritto di querela in modo effettivo. Il caso è stato quindi rinviato alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio che dovrà tenere conto della tempestività della querela.

Il termine per presentare una querela è stato sospeso durante l’emergenza Covid-19?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il termine di 90 giorni per presentare querela è stato sospeso dal 9 marzo all’11 maggio 2020, in base alla legislazione emergenziale.

La legge che ha sospeso il termine per la querela con effetto retroattivo è costituzionale?
Sì. Secondo la Corte, la norma non è propriamente retroattiva ma ‘interpretativa’, cioè ha solo chiarito il significato della legislazione precedente. Pertanto, non viola il principio di irretroattività della legge penale sfavorevole al reo.

Cosa succede a una querela presentata dopo la scadenza dei 90 giorni, ma il cui termine cadeva nel periodo di sospensione Covid?
Quella querela è da considerarsi tempestiva e valida. La Corte ha stabilito che il periodo di sospensione deve essere escluso dal calcolo dei 90 giorni, annullando la decisione del tribunale che l’aveva ritenuta tardiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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