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Sospensione termine querela: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per tardività della querela in un caso di diffamazione. La Corte ha stabilito che la sospensione termine querela, introdotta dalla normativa emergenziale Covid-19 per il periodo dal 9 marzo all’11 maggio 2020, ha reso tempestiva la denuncia presentata oltre i tre mesi canonici. Il procedimento è stato rinviato al Tribunale di Torino per il giudizio.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Termine Querela e Covid-19: La Cassazione Annulla un Proscioglimento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7468/2024, è intervenuta su un tema di grande rilevanza pratica: la sospensione termine querela a seguito della normativa emergenziale per il Covid-19. Questa pronuncia chiarisce come le misure straordinarie adottate durante la pandemia abbiano inciso sui termini procedurali, garantendo la tutela dei diritti della persona offesa. Il caso in esame riguarda un proscioglimento per diffamazione, annullato proprio in virtù della corretta applicazione delle norme sulla sospensione.

Il Caso: Una Querela per Diffamazione Ritenuta Tardiva

I fatti traggono origine da una querela per diffamazione. La persona offesa aveva ricevuto una email dal contenuto diffamatorio in data 19 marzo 2020. Tuttavia, la querela veniva depositata solo il 28 luglio 2020, apparentemente oltre il termine di tre mesi previsto dall’articolo 124 del codice penale.

Basandosi su questo calcolo, il Tribunale di Torino aveva dichiarato non doversi procedere nei confronti dell’imputata, ritenendo l’azione penale improcedibile per tardività della querela. Secondo il giudice di primo grado, il tempo per esercitare il diritto di querela era scaduto.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la questione della Sospensione Termine Querela

Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino ha impugnato la sentenza di proscioglimento, proponendo ricorso immediato per cassazione. L’argomento centrale del ricorso era fondato sull’errata interpretazione della normativa emergenziale legata alla pandemia di Covid-19.

Il ricorrente ha invocato la specifica normativa che ha disposto la sospensione dei termini processuali, inclusi quelli per la proposizione della querela. In particolare, si faceva riferimento al periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e l’11 maggio 2020, durante il quale il decorso dei termini è stato legalmente sospeso. Questo periodo di “stop” legislativo, pari a 64 giorni, doveva essere aggiunto al calcolo del termine ordinario.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Sospensione dei Termini

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno confermato che il calcolo effettuato dal Tribunale di Torino non teneva conto della normativa speciale introdotta per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Il termine di tre mesi, decorrente dal 19 marzo 2020, non scadeva il 19 luglio 2020. A questo periodo dovevano essere sommati i 64 giorni di sospensione previsti dalla legge (dal 9 marzo all’11 maggio 2020). Di conseguenza, la querela presentata il 28 luglio 2020 risultava essere ampiamente tempestiva. La Corte ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Torino per la prosecuzione del giudizio.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Cassazione è lineare e si basa su una diretta applicazione della legge. L’articolo 83, comma 2, del decreto-legge n. 18 del 2020 (convertito dalla legge n. 27 del 2020), come successivamente modificato, stabiliva esplicitamente che “per il periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e l’11 maggio 2020 si considera sospeso il decorso del termine di cui all’articolo 124 del codice penale”.

La norma, di eccezionale chiarezza, non lasciava spazio a interpretazioni diverse. La Corte ha semplicemente constatato che il giudice di merito aveva omesso di applicare questa disposizione imperativa. La sospensione non era una facoltà, ma un obbligo legale che incideva direttamente sulla computazione dei termini. Pertanto, la decisione del Tribunale era viziata da un errore di diritto, che ha portato al suo annullamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la legislazione emergenziale, pur essendo eccezionale, deve essere applicata rigorosamente da tutti gli organi giudiziari. La pronuncia ha importanti implicazioni pratiche per tutti i procedimenti penali i cui termini sono venuti a scadere durante il lockdown del 2020.

Essa conferma che i diritti delle persone offese sono stati salvaguardati dalla sospensione, evitando che l’impossibilità o la difficoltà di accedere agli uffici giudiziari in quel periodo potesse pregiudicare l’esercizio dell’azione penale. La decisione serve come un importante precedente, consolidando l’interpretazione corretta delle norme sulla sospensione dei termini e garantendo uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale.

La normativa emergenziale Covid-19 ha sospeso il termine per presentare querela?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il termine di tre mesi per presentare querela, previsto dall’art. 124 del codice penale, è stato sospeso per 64 giorni, specificamente nel periodo compreso tra il 9 marzo 2020 e l’11 maggio 2020, in applicazione della legislazione emergenziale.

Come si calcola il nuovo termine per la querela tenendo conto della sospensione?
Al termine ordinario di tre mesi, che inizia a decorrere dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato, devono essere aggiunti i 64 giorni di sospensione previsti dalla legge per il periodo dal 9 marzo all’11 maggio 2020.

Qual è stata la conseguenza della decisione della Cassazione nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale che aveva dichiarato tardiva la querela. Ha stabilito che, grazie alla sospensione, la querela era stata presentata tempestivamente e ha quindi rinviato gli atti allo stesso Tribunale per la celebrazione del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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