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Sospensione prescrizione Orlando: come si applica?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di prescrizione emessa da una Corte d’Appello. Il caso riguarda la corretta applicazione della sospensione prescrizione Orlando per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. La Suprema Corte, richiamando una decisione delle Sezioni Unite, ha stabilito che per questo specifico periodo temporale, le norme sulla sospensione introdotte dalla legge Orlando restano valide, nonostante le modifiche legislative successive. Di conseguenza, il processo deve proseguire.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione Orlando: La Cassazione Fa Chiarezza sul Periodo Transitorio

La corretta applicazione della sospensione prescrizione Orlando continua a essere un tema centrale nel diritto penale, specialmente in relazione alle riforme che si sono susseguite. Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione interviene per chiarire in modo definitivo quale disciplina si applichi ai reati commessi in un preciso arco temporale, ribaltando la decisione di una Corte d’Appello e fornendo un principio di diritto cruciale per la gestione di numerosi procedimenti.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Bari contro una sentenza che aveva dichiarato l’estinzione per prescrizione di un reato commesso il 31 gennaio 2019. La Corte d’Appello aveva calcolato il termine di prescrizione ritenendo che le cause di sospensione introdotte dalla cosiddetta “legge Orlando” (L. 103/2017) non fossero più applicabili a seguito dell’entrata in vigore della successiva riforma (L. 134/2021). Secondo i giudici di secondo grado, la prescrizione si sarebbe quindi compiuta il 31 gennaio 2024. Il Procuratore Generale ha impugnato questa decisione, sostenendo una violazione di legge.

La Questione Giuridica: Sospensione Prescrizione Orlando e le Riforme Successive

Il cuore della questione risiede nel conflitto tra diverse normative sulla prescrizione. La legge n. 103 del 2017 (legge Orlando) aveva introdotto specifiche e importanti cause di sospensione del corso della prescrizione. Successivamente, la legge n. 134 del 2021 (nota come riforma Cartabia) ha nuovamente modificato la disciplina.

Il dubbio interpretativo sorto era il seguente: quale normativa sulla sospensione si applica ai reati commessi nel periodo intermedio, ovvero tra il 3 agosto 2017 (data di entrata in vigore della legge Orlando) e il 31 dicembre 2019? La Corte d’Appello aveva optato per l’inapplicabilità della legge Orlando, portando a una declaratoria di prescrizione. Il Procuratore, invece, ha insistito per la piena vigenza di tali norme per i fatti commessi in quel periodo.

Il Principio delle Sezioni Unite

Per dirimere questo contrasto, la Corte di Cassazione ha richiamato un intervento risolutivo delle Sezioni Unite. In una recente udienza pubblica del 12 dicembre 2024, il massimo organo della giurisprudenza di legittimità ha stabilito in modo inequivocabile che “per i reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019 si applica la disciplina di cui alla legge n. 103 del 2017”. Questo principio pone fine a ogni incertezza interpretativa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Sulla base del principio enunciato dalle Sezioni Unite, la Suprema Corte ha ritenuto il ricorso del Procuratore Generale pienamente fondato. La motivazione è lineare: la Corte d’Appello ha commesso un errore di diritto nel ritenere che la disciplina della sospensione prescrizione Orlando fosse stata abrogata o resa inapplicabile dalla normativa successiva per i reati commessi nel periodo di sua vigenza.

La Cassazione ha chiarito che le leggi processuali e sostanziali si succedono nel tempo secondo principi specifici, e non è possibile applicare retroattivamente una disciplina meno favorevole o disapplicare quella vigente al momento del fatto, se non espressamente previsto. Pertanto, per un reato del 2019, il calcolo della prescrizione doveva tenere conto dei periodi di sospensione previsti dall’art. 159, comma 2, del codice penale, nel testo introdotto dalla legge Orlando. Di conseguenza, il termine di prescrizione non era ancora maturato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello di Bari per la prosecuzione del giudizio. La decisione implica che il processo, erroneamente interrotto, dovrà riprendere il suo corso. Questa pronuncia ha un’importanza fondamentale perché garantisce certezza e uniformità nell’applicazione della legge su tutto il territorio nazionale. Stabilisce un punto fermo per tutti i procedimenti penali relativi a reati commessi tra l’agosto 2017 e la fine del 2019, confermando che i meccanismi di sospensione della prescrizione previsti dalla legge Orlando devono essere correttamente applicati, evitando così prescrizioni ingiustificate basate su errate interpretazioni normative.

La ‘legge Orlando’ si applica ancora per la sospensione della prescrizione?
Sì, ma solo per i reati commessi in un preciso arco temporale. La sentenza chiarisce che la disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta dalla legge Orlando (n. 103/2017) si applica ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Perché la Corte d’Appello aveva dichiarato il reato prescritto?
La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto che la successiva legge n. 134 del 2021 avesse eliminato le ipotesi di sospensione previste dalla legge Orlando per i fatti commessi nel periodo di sua vigenza, calcolando di conseguenza un termine di prescrizione più breve.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello. Ha stabilito, sulla base di un principio affermato dalle Sezioni Unite, che il calcolo della prescrizione era errato e che il processo deve continuare, applicando le regole sulla sospensione previste dalla legge Orlando.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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