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Sospensione prescrizione: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante un reato stradale, incentrato sulla questione della sospensione prescrizione. Citando una recente sentenza delle Sezioni Unite, la Corte ha confermato che le norme sulla sospensione introdotte nel 2017 si applicano ai reati commessi fino al 31 dicembre 2019, respingendo così la tesi dell’appellante secondo cui il reato era estinto per decorrenza dei termini.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione: Le Sezioni Unite Dettano la Linea per i Reati tra il 2017 e il 2019

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale in materia di sospensione prescrizione, allineandosi a una fondamentale pronuncia delle Sezioni Unite. La decisione chiarisce il regime transitorio tra la legge Orlando del 2017 e le successive modifiche, fornendo un orientamento stabile per i reati commessi in un preciso arco temporale. Questo caso, nato da un ricorso per un reato stradale, diventa emblematico per comprendere come il tempo del processo influisce sull’estinzione del reato.

Il Contesto Giudiziario: Dal Tribunale alla Cassazione

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Crotone nel giugno 2022, successivamente confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro nel luglio 2024, per un reato previsto dall’articolo 187 del Codice della Strada. L’imputato, ritenendo che il reato fosse ormai estinto per il decorso del tempo, ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua difesa proprio sul mancato rilievo della prescrizione.

L’Argomento del Ricorrente

Il fulcro del ricorso verteva su un’interpretazione normativa complessa. La difesa sosteneva che le cause di sospensione prescrizione introdotte dalla legge n. 103/2017 non fossero più applicabili a seguito di interventi legislativi successivi, in particolare la legge n. 134/2021. Secondo questa tesi, il calcolo dei termini avrebbe dovuto portare a una declaratoria di estinzione del reato.

Le Motivazioni della Suprema Corte: il Principio sulla Sospensione Prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. La decisione si fonda su un principio di diritto di recente affermazione da parte delle Sezioni Unite Penali (sentenza “Polichetti” del 12 dicembre 2024). Le Sezioni Unite hanno risolto un contrasto giurisprudenziale, stabilendo in modo definitivo che la disciplina della sospensione prescrizione contenuta nell’articolo 159, commi 2, 3 e 4 del codice penale, come modificato dalla legge del 2017, continua ad applicarsi per tutti i reati commessi nel periodo compreso tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019.

Il motivo del ricorso si poneva in aperto e insanabile contrasto con questo autorevole precedente. La Corte ha quindi ribadito che il periodo di sospensione deve essere correttamente calcolato anche per i reati commessi in quell’intervallo temporale, impedendo così il maturare della prescrizione nel caso di specie.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Conseguenze Pratiche

L’esito del giudizio è stato l’inammissibilità del ricorso. Questa pronuncia comporta per il ricorrente non solo la condanna al pagamento delle spese processuali, ma anche il versamento di una somma di mille euro alla Cassa delle ammende. La Corte ha motivato l’importo della sanzione tenendo conto del fatto che, al momento della proposizione del ricorso, esisteva ancora un orientamento giurisprudenziale contrario, sebbene minoritario, che poteva aver indotto in errore la difesa. La decisione consolida l’interpretazione delle Sezioni Unite, creando certezza giuridica sul calcolo della prescrizione per un’importante fascia di procedimenti penali e confermando che le riforme legislative devono essere lette in un’ottica di continuità e coerenza sistematica.

La disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta nel 2017 è ancora valida per i reati commessi fino al 2019?
Sì. Secondo quanto stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione e ribadito in questa ordinanza, la disciplina della sospensione del corso della prescrizione introdotta dalla legge n. 103/2017 continua ad essere applicabile in relazione ai reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato, relativo al presunto mancato rilievo della prescrizione, è stato ritenuto manifestamente infondato. Si poneva in diretto contrasto con un principio di diritto recentemente espresso dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, che rappresenta l’orientamento giurisprudenziale prevalente e vincolante.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di mille euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione di inammissibilità rende definitiva la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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