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Sospensione prescrizione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per la violazione di una misura di prevenzione. La Corte chiarisce il regime temporale di applicazione della sospensione prescrizione, confermando che per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina introdotta dalla legge n. 103/2017. I motivi di ricorso basati su una rilettura dei fatti sono stati ritenuti inammissibili.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione: la Cassazione Conferma le Regole per i Reati fino al 2019

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un importante chiarimento sulla disciplina della sospensione prescrizione applicabile ai reati commessi in un preciso arco temporale. La pronuncia ribadisce la validità delle norme introdotte dalla legge n. 103/2017 per i fatti illeciti perpetrati tra l’agosto 2017 e la fine del 2019, respingendo l’eccezione sollevata da un ricorrente. Questo caso offre l’occasione per analizzare non solo le tempistiche della prescrizione, ma anche i limiti dei motivi di ricorso ammissibili dinanzi alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato previsto dall’art. 75 del d.lgs. n. 159 del 2011, relativo alla violazione delle prescrizioni imposte da una misura di prevenzione. La Corte d’Appello aveva confermato la sentenza di primo grado. L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su due principali motivi: il primo contestava la sussistenza stessa del reato, proponendo una rilettura delle prove; il secondo sollevava l’eccezione di prescrizione, sostenendo che il tempo massimo per perseguire il reato fosse ormai trascorso.

La Disciplina della Sospensione Prescrizione in Esame

Il fulcro della questione giuridica riguardava l’eccezione di prescrizione. La difesa sosteneva che il reato, commesso nel corso del 2019, fosse ormai estinto. Tuttavia, la Procura e i giudici di merito ritenevano che il decorso del tempo fosse stato interrotto da un periodo di sospensione. Il dibattito verteva su quale delle diverse leggi che si sono succedute in materia di prescrizione fosse applicabile al caso specifico. La Corte di Cassazione è stata chiamata a fare chiarezza su questo punto cruciale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. In primo luogo, ha specificato che la memoria difensiva presentata dal legale del ricorrente era pervenuta tardivamente e, pertanto, non poteva essere presa in considerazione.

Nel merito, i giudici hanno respinto entrambi i motivi di ricorso:

1. Il primo motivo, relativo alla valutazione dei fatti (in particolare, la tesi difensiva secondo cui l’imputato non avrebbe sentito il campanello), è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare le prove, ma di valutare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. I motivi proposti erano generici, ripetitivi di argomenti già vagliati in appello e miravano a una inammissibile rivalutazione fattuale.
2. Il secondo motivo, cruciale per la sospensione prescrizione, è stato ugualmente respinto sulla base di un consolidato orientamento delle Sezioni Unite.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un precedente autorevole delle Sezioni Unite (sentenza n. 20989 del 2024). I giudici hanno chiarito che la normativa sulla sospensione prescrizione introdotta dall’art. 1 della legge n. 103 del 2017 trova applicazione per tutti i reati commessi nel suo periodo di vigenza, ovvero dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019.

Questa disciplina non è stata abrogata con effetto retroattivo dalle leggi successive (la n. 3/2019 e la n. 134/2021). Pertanto, poiché i fatti contestati all’imputato risalivano a giugno e luglio del 2019, rientravano pienamente nell’ambito di applicazione della legge del 2017. L’eccezione di prescrizione è stata quindi ritenuta infondata, in quanto il calcolo del tempo doveva tenere conto dei periodi di sospensione previsti da tale normativa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio di diritto fondamentale per la gestione dei processi penali relativi a reati commessi tra il 2017 e il 2019. Stabilisce con certezza il quadro normativo di riferimento per il calcolo della prescrizione, offrendo uno strumento chiaro a operatori del diritto e cittadini. La decisione sottolinea inoltre un aspetto processuale fondamentale: il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità (violazioni di legge o motivazione illogica) e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Le censure generiche o meramente ripetitive vengono sanzionate con l’inammissibilità e la condanna a spese e sanzioni pecuniarie.

Quali regole si applicano alla sospensione prescrizione per i reati commessi nel 2019?
Per i reati commessi nell’arco temporale tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina della sospensione del corso della prescrizione come introdotta dalla legge 23 giugno 2017, n. 103.

Perché un motivo di ricorso basato sulla rivalutazione dei fatti è inammissibile in Cassazione?
È inammissibile perché la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non riesaminare le prove o stabilire una diversa ricostruzione dei fatti, compito che spetta ai giudici dei primi due gradi di giudizio.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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