LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione prescrizione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per detenzione di oggetti atti ad aprire serrature. Gli imputati sostenevano l’estinzione del reato per prescrizione, ma la Corte ha chiarito che, per i reati commessi nel 2018, si applica la sospensione prescrizione prevista dalla L. 103/2017. Tale sospensione, fino a un massimo di 1 anno e 6 mesi tra la sentenza di primo e secondo grado, ha posticipato il termine di prescrizione, rendendo il ricorso manifestamente infondato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione: Chiarimenti dalla Cassazione sulla Legge Orlando

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27492/2025, offre un importante chiarimento sull’applicazione della sospensione prescrizione per i reati commessi tra il 2017 e il 2019. La Corte ha rigettato il ricorso di due imputati, condannati per detenzione di strumenti da scasso, che ritenevano il loro reato ormai estinto. La decisione ribadisce la piena vigenza della cosiddetta ‘Riforma Orlando’ e le sue conseguenze sui tempi del processo penale.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha inizio con la condanna in primo grado, emessa dal Tribunale di Prato nell’aprile 2023, nei confronti di due soggetti per il reato di concorso in detenzione di oggetti atti ad aprire serrature, un fatto commesso nel dicembre 2018. La Corte di Appello di Firenze, nel gennaio 2025, confermava integralmente la sentenza di condanna.

Avverso tale decisione, i difensori degli imputati proponevano ricorso per Cassazione, basando la loro argomentazione principale su un unico punto: l’intervenuta prescrizione del reato. Secondo le loro tesi, il termine massimo previsto dalla legge per perseguire il reato sarebbe scaduto prima della pronuncia della Corte di Appello.

Il Ricorso e la questione della Sospensione Prescrizione

Il cuore della questione legale sollevata in Cassazione riguardava il calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato. Le difese sostenevano che il termine di prescrizione fosse già maturato, chiedendo di conseguenza una sentenza di non luogo a procedere.

Tuttavia, questo calcolo non teneva conto delle modifiche legislative introdotte dalla Legge n. 103 del 2017 (nota come ‘Riforma Orlando’), che ha introdotto una specifica causa di sospensione prescrizione applicabile ai reati commessi in un determinato arco temporale, inclusa la data del reato in esame (30 dicembre 2018).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi manifestamente infondati, fornendo una spiegazione chiara e lineare sul calcolo della prescrizione. I giudici hanno richiamato la disciplina della Legge n. 103/2017, la quale stabilisce che per i reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019, il corso della prescrizione rimane sospeso per un periodo non superiore a un anno e sei mesi, a partire dal termine per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza d’appello.

Nel caso specifico:
1. Reato commesso: 30 dicembre 2018.
2. Tempo massimo di prescrizione: 5 anni.
3. Periodo di sospensione applicabile (L. 103/2017): 1 anno e 6 mesi.
4. Tempo totale per la prescrizione: 5 anni + 1 anno e 6 mesi = 6 anni e 6 mesi.

Partendo dalla data del reato, il termine finale di prescrizione è stato quindi calcolato al 30 giugno 2025. Al momento della pronuncia della sentenza d’appello (16 gennaio 2025) e della discussione in Cassazione (20 giugno 2025), il reato non era ancora prescritto. L’argomento della difesa era, pertanto, privo di qualsiasi fondamento giuridico.

Le Conclusioni e l’Impatto Pratico

Sulla base di queste motivazioni, la Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. Questa decisione comporta non solo la conferma definitiva della condanna per gli imputati, ma anche la loro condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro ciascuno alla Cassa delle Ammende.

Dal punto di vista pratico, la sentenza ribadisce un principio fondamentale per tutti gli operatori del diritto: il calcolo della prescrizione deve tenere conto delle diverse riforme che si sono succedute nel tempo. La ‘Riforma Orlando’, con la sua specifica disciplina sulla sospensione prescrizione, ha avuto un impatto significativo sull’estinzione dei reati commessi in quel periodo, allungando i tempi a disposizione della giustizia per arrivare a una sentenza definitiva. Questo pronunciamento serve da monito sulla necessità di un’attenta analisi della normativa applicabile ratione temporis.

Come si calcola la prescrizione per i reati commessi tra il 2017 e il 2019?
Per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, al tempo massimo di prescrizione si aggiunge un periodo di sospensione fino a 1 anno e 6 mesi, che intercorre tra la sentenza di primo grado e quella di appello, come previsto dalla Legge n. 103/2017.

Perché i ricorsi in questo caso sono stati dichiarati inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché manifestamente infondati. Il calcolo della prescrizione effettuato dai ricorrenti era errato, in quanto non teneva conto del periodo di sospensione obbligatorio previsto dalla legge, per cui il reato non si era ancora estinto.

Qual è la conseguenza della dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
La conseguenza principale è che la sentenza di condanna diventa definitiva. Inoltre, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati