LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione prescrizione COVID: calcolo e legalità

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per intervenuta prescrizione, correggendo l’errato calcolo del periodo di sospensione dei termini effettuato dalla Corte d’Appello. Il caso verteva sulla corretta applicazione della normativa emergenziale, e la Suprema Corte ha stabilito che la sospensione prescrizione COVID non è automatica, ma legata a rinvii di udienze effettivamente calendarizzate. Facendo leva anche su una pronuncia della Corte Costituzionale, ha ricalcolato i termini, dichiarato estinto il reato e annullato la condanna senza rinvio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione COVID: La Cassazione Annulla Condanna per Errato Calcolo

La corretta applicazione delle norme sulla sospensione prescrizione COVID continua a essere un tema centrale nelle aule di giustizia. Con la recente sentenza n. 46115/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per annullare una condanna, fornendo chiarimenti decisivi su come calcolare i periodi di sospensione legati alla legislazione emergenziale. La pronuncia sottolinea che tali sospensioni non possono essere applicate in modo automatico o forfettario, ma devono essere ancorate a concrete esigenze processuali, nel pieno rispetto del principio di legalità.

Il caso: un ricorso basato sul calcolo dei termini

Il caso trae origine dal ricorso di un’imputata contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. La difesa contestava l’erronea applicazione delle norme sulla sospensione dei termini di prescrizione, in particolare l’art. 83 del D.L. n. 18/2020. La Corte territoriale aveva computato un periodo di sospensione di 124 giorni, includendo anche 64 giorni relativi al primo lockdown (8 marzo – 11 maggio 2020), nonostante in tale intervallo non fosse prevista alcuna udienza o attività processuale per il caso di specie. Secondo la ricorrente, questo calcolo aveva artificialmente allungato i termini, impedendo la declaratoria di estinzione del reato.

La sospensione prescrizione COVID secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Analizzando gli atti processuali, i giudici hanno verificato che il processo aveva subito due distinti periodi di sospensione:
1. Una prima sospensione di 60 giorni, dovuta all’adesione dei difensori a un’astensione dalle udienze proclamata dalle associazioni di categoria.
2. Una seconda sospensione legata alla normativa COVID, ma limitata al periodo in cui il processo era stato effettivamente rinviato. L’udienza, già fissata per il 9 giugno 2020, era stata differita d’ufficio. La Corte ha ritenuto che la sospensione potesse operare solo per questo rinvio, calcolandola in 21 giorni (dal 9 al 30 giugno 2020).

La Cassazione ha quindi escluso dal computo il periodo di 64 giorni del primo lockdown, poiché in quel lasso di tempo non vi era alcuna attività processuale da rinviare. Il totale dei giorni di sospensione è stato così rideterminato in 81 giorni (60 + 21), e non 124 come erroneamente calcolato in appello.

Il richiamo alla Corte Costituzionale e il principio di legalità

A sostegno della propria decisione, la Cassazione ha richiamato un principio fondamentale, già sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 140/2021. Tale pronuncia aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale di una parte dell’art. 83, comma 9, del D.L. 18/2020, proprio perché prevedeva una sospensione generalizzata della prescrizione in contrasto con il principio di legalità (art. 25, secondo comma, Cost.).

Secondo la Consulta, una norma che estende la durata della prescrizione deve essere sufficientemente determinata e non retroattiva. La sospensione non può derivare da una previsione vaga, ma deve essere collegata a cause specifiche e tassative. La decisione della Cassazione si allinea perfettamente a questo orientamento, ribadendo che non si può estendere il termine di prescrizione in assenza di un effettivo ostacolo allo svolgimento del processo.

Le motivazioni della decisione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su una rigorosa interpretazione delle norme e dei principi costituzionali. Il ricalcolo del termine di prescrizione, basato sull’effettiva sospensione di 81 giorni, ha portato a stabilire che il reato contestato si era già estinto prima della pronuncia della sentenza d’appello. Di conseguenza, non essendo emerse cause di proscioglimento nel merito di immediata evidenza, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

Conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: la sospensione prescrizione COVID non è un meccanismo automatico. La sua applicazione richiede un’analisi puntuale del singolo caso per verificare se, nel periodo indicato dalla normativa emergenziale, fosse effettivamente prevista un’attività processuale poi rinviata. Questa pronuncia rafforza la tutela del principio di legalità e del diritto dell’imputato a una ragionevole durata del processo, impedendo che i termini di prescrizione vengano dilatati in modo ingiustificato. Per gli operatori del diritto, ciò significa dover prestare la massima attenzione al calcolo dei termini, documentando con precisione le cause di ogni singolo rinvio.

La sospensione della prescrizione per l’emergenza COVID-19 si applica automaticamente a tutti i processi?
No, la sentenza chiarisce che la sospensione si applica solo in relazione a udienze o attività processuali effettivamente rinviate a causa della normativa emergenziale. Non opera ‘a prescindere’ se in un dato intervallo di tempo non era prevista alcuna attività.

Come ha ricalcolato la Cassazione il periodo di sospensione in questo caso?
La Corte ha considerato validi solo i 60 giorni per l’astensione dei difensori e 21 giorni per il rinvio effettivo di un’udienza nel periodo emergenziale (dal 9 al 30 giugno 2020), escludendo un calcolo forfettario non legato a specifiche attività processuali.

Qual è il ruolo della sentenza della Corte Costituzionale n. 140/2021 citata nel provvedimento?
Quella sentenza ha dichiarato incostituzionale la norma (art. 83, comma 9, d.l. 18/2020) che prevedeva una sospensione generalizzata della prescrizione per rinvii d’ufficio, perché violava il principio di legalità per insufficiente determinatezza, rafforzando la necessità di un legame diretto tra il rinvio e la causa di sospensione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati