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Sospensione prescrizione: calcolo e COVID-19

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per un reato del 2017, dichiarandolo estinto per prescrizione. Il caso si è incentrato sul corretto calcolo della sospensione prescrizione, analizzando due periodi controversi: uno per legittimo impedimento del difensore e l’altro relativo alle norme emergenziali COVID-19. La Corte ha chiarito che l’impedimento del difensore sospende sempre il termine, mentre ha corretto il calcolo del periodo di sospensione legato alla pandemia, accogliendo parzialmente il ricorso e portando alla declaratoria di estinzione del reato.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Prescrizione: la Cassazione fa luce sul calcolo durante l’emergenza COVID

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per la giustizia penale: il corretto calcolo della sospensione prescrizione. Il caso in esame offre importanti chiarimenti su come debbano essere computati i periodi di sospensione derivanti sia dal legittimo impedimento del difensore sia dalle complesse normative introdotte durante l’emergenza pandemica da COVID-19. La decisione finale ha portato all’annullamento di una condanna per intervenuta estinzione del reato.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello per un reato commesso nel marzo 2017. Attraverso il ricorso in Cassazione, la difesa ha sostenuto che il reato fosse ormai estinto per prescrizione, contestando il calcolo dei periodi di sospensione effettuato dalla Corte di Appello. In particolare, venivano messi in discussione due specifici rinvii del processo: un primo rinvio per legittimo impedimento del difensore e un secondo legato alla normativa emergenziale COVID-19, la cui durata era stata, secondo la difesa, erroneamente calcolata.

La Questione Giuridica: Il Calcolo della Sospensione Prescrizione

Il cuore della controversia giuridica riguardava la legittimità e la durata di due periodi di sospensione che avevano allungato il termine di prescrizione del reato. La difesa sosteneva che:
1. La sospensione di 61 giorni per un concomitante impegno professionale del difensore non dovesse essere applicata.
2. La sospensione legata alla pandemia dovesse essere limitata a 39 giorni e non ai 64 giorni calcolati, in base alla specifica fase dell’emergenza in cui era caduta l’udienza rinviata.

La corretta interpretazione di queste sospensioni era determinante per stabilire se il termine massimo di prescrizione fosse o meno scaduto prima della sentenza della Cassazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha analizzato distintamente i due motivi di ricorso, giungendo a conclusioni opposte ma che, nel loro insieme, hanno dato ragione all’imputato sull’esito finale.

Il Legittimo Impedimento del Difensore Prevale Sempre

Sul primo punto, la Cassazione ha respinto la tesi difensiva. I giudici hanno affermato un principio procedurale fondamentale: il legittimo impedimento del difensore di fiducia è una questione preliminare che attiene alla corretta costituzione del rapporto processuale. Senza la presenza necessaria del difensore, il processo non può validamente proseguire. Di conseguenza, la sospensione dei termini di prescrizione per tale causa è pienamente legittima e opera a prescindere da altre ragioni che avrebbero potuto comunque portare a un rinvio (come, nel caso specifico, l’esigenza di acquisire prove). La sospensione di 61 giorni è stata quindi ritenuta corretta.

L’errato Calcolo della Sospensione Prescrizione per l’Emergenza COVID-19

Sul secondo motivo, invece, la Corte ha accolto le ragioni del ricorrente. Richiamando un’autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sent. Sanna, n. 5292/2021), i giudici hanno chiarito le regole di calcolo per i periodi di sospensione durante la pandemia. La normativa distingueva una “prima fase” (9 marzo – 11 maggio 2020) e una “seconda fase” (12 maggio – 30 giugno 2020). La Corte ha specificato che la sospensione prevista per la seconda fase si applica solo ai procedimenti la cui udienza era già fissata in quel periodo. Poiché nel caso di specie l’udienza del 22 maggio 2020 era stata fissata ben prima dell’emergenza, non poteva subire l’applicazione della sospensione legata alla “seconda fase”. Pertanto, il calcolo della Corte di Appello, che aveva sommato impropriamente i periodi, era errato. La sospensione aggiuntiva di 39 giorni non doveva essere computata.

Le Conclusioni

Una volta ricalcolati correttamente tutti i periodi di sospensione applicabili (inclusi quelli non contestati e uno ulteriore per astensione degli avvocati), la Corte di Cassazione ha accertato che il termine massimo di prescrizione per il reato, commesso il 10 marzo 2017, era definitivamente scaduto il 2 febbraio 2025. Essendo la data della decisione della Cassazione successiva a tale termine (10 settembre 2025), i giudici non hanno potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del reato. Di conseguenza, la sentenza di condanna è stata annullata senza rinvio, chiudendo definitivamente il procedimento.

Il legittimo impedimento del difensore causa sempre la sospensione della prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il legittimo impedimento del difensore è una questione che attiene alla regolare costituzione del rapporto processuale e, se accertato, impone il rinvio dell’udienza e la conseguente sospensione del corso della prescrizione, indipendentemente dalla presenza di altre possibili cause di rinvio.

Come si calcola la sospensione della prescrizione per l’emergenza COVID-19?
Il calcolo dipende dalla fase dell’emergenza in cui era fissata l’udienza. La sentenza, richiamando le Sezioni Unite, chiarisce che i periodi di sospensione previsti per la “prima fase” (9 marzo – 11 maggio 2020) e la “seconda fase” (12 maggio – 30 giugno 2020) non si sommano automaticamente. La sospensione della seconda fase si applica solo ai procedimenti con udienze già fissate in quel specifico arco temporale.

Cosa succede se il reato si prescrive durante il ricorso in Cassazione?
Se la Corte di Cassazione, anche alla luce dei motivi di ricorso, accerta che il termine massimo di prescrizione è decorso prima della sua decisione, deve dichiarare l’estinzione del reato. Questo comporta l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna, chiudendo il caso in via definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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