Sospensione Patente: Quando la Gravità della Violazione Giustifica la Durata
La durata della sospensione patente a seguito di un reato stradale è un tema di grande interesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13394/2024) ha chiarito un punto fondamentale: la motivazione che giustifica una sospensione prolungata può anche essere implicita, purché desumibile dalla gravità della condotta dell’imputato. Analizziamo insieme questo caso per comprendere meglio i principi applicati dai giudici.
I Fatti del Caso: Una Manovra Pericolosa e le sue Conseguenze
Il caso trae origine da un tragico incidente stradale che ha portato alla condanna di un automobilista per il reato di omicidio stradale, previsto dall’art. 589-bis del codice penale. L’imputato aveva effettuato una manovra di svolta attraversando volontariamente la striscia di mezzeria continua. Questa manovra è stata compiuta in un punto della carreggiata definito “particolarmente pericoloso”, caratterizzato da scarsa visibilità dei veicoli provenienti dalla direzione opposta.
A seguito di un accordo tra le parti (patteggiamento ex art. 444 c.p.p.), il Giudice dell’udienza preliminare ha applicato la pena di otto mesi di reclusione. Oltre alla pena principale, è stata disposta la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida per una durata di tre anni.
Il Ricorso in Cassazione: Il Motivo sulla sospensione patente
Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, non contestando la responsabilità penale, ma sollevando un unico motivo di doglianza: il vizio di motivazione riguardo alla durata della sospensione patente. Secondo la difesa, il giudice di merito non avrebbe adeguatamente spiegato le ragioni per cui la sanzione accessoria era stata fissata in tre anni, un periodo significativamente superiore alla media edittale. È interessante notare che anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione aveva richiesto l’annullamento della sentenza, limitatamente a questo punto, per una nuova valutazione.
La Decisione della Corte: La Motivazione Implicita
Contrariamente alle aspettative, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione del tribunale.
Le Motivazioni della Sentenza
I giudici supremi hanno affermato un principio cruciale: sebbene la sentenza impugnata non avesse dedicato un paragrafo specifico a motivare la durata triennale della sospensione, le ragioni di tale scelta potevano essere chiaramente desunte dalla motivazione generale sulla responsabilità dell’imputato. La Corte ha sottolineato che la gravità della violazione era palese. L’aver “oltrepassato volontariamente la striscia di mezzadria continua per compiere una manovra di svolta in un punto della carreggiata particolarmente pericoloso” costituisce una violazione grave di una regola cautelare fondamentale del codice della strada. Questa condotta, che ha portato a un incidente mortale (seppur con il concorso della vittima), è stata ritenuta sufficientemente grave da giustificare una sanzione accessoria severa. In altre parole, la motivazione della durata della sospensione era implicita nella descrizione della gravità del fatto commesso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa sentenza ribadisce che, nella valutazione delle sanzioni amministrative accessorie come la sospensione patente, la gravità concreta della violazione è l’elemento cardine. Un giudice non è sempre tenuto a redigere una motivazione autonoma e dettagliata per ogni sanzione accessoria, se le ragioni della sua entità emergono chiaramente dalla ricostruzione e dalla valutazione complessiva del comportamento illecito. Per gli automobilisti, ciò significa che una condotta di guida particolarmente pericolosa, anche se non intenzionale, può portare a conseguenze molto pesanti non solo sul piano penale, ma anche su quello amministrativo, con sanzioni accessorie di lunga durata giustificate proprio dalla gravità del rischio creato.
La durata della sospensione della patente deve essere sempre esplicitamente motivata dal Giudice?
No, secondo questa sentenza, la motivazione può anche essere implicita e ricavarsi dalla valutazione complessiva della gravità della condotta del conducente che ha causato l’incidente.
Cosa ha reso la violazione del conducente così grave in questo specifico caso?
Il conducente ha volontariamente oltrepassato la striscia continua per effettuare una svolta in un punto della strada particolarmente pericoloso e con scarsa visibilità, violando una regola cautelare fondamentale e causando un incidente mortale.
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile anche se il Procuratore Generale ne aveva chiesto l’accoglimento parziale?
Sì. In questo caso, nonostante la richiesta del Procuratore Generale di annullare la sentenza limitatamente alla sanzione accessoria, la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso interamente inammissibile, giudicando la motivazione del giudice di merito sufficiente anche se implicita.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 4 Num. 13394 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 4 Num. 13394 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/10/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME nato a FOLIGNO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/05/2023 del GIP TRIBUNALE di SPOLETO
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
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RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Il difensore di NOME propone ricorso avverso la sentenza resa ai sensi dell'art. 444 cod. pen. dal Giudice dell'udienza preliminare d Tribunale di Spoleto, in ordine al reato di cui all'art. 589-bis cod. p riconosciuta all'imputato la circostanza attenuante di cui al comma 7 dell predetta norma. Applicata all'imputato la pena richiesta di otto mesi d reclusione, il Giudice ha disposto la sospensione della patente di guida per ann tre.
Con un unico motivo, deduce vizio di motivazione, in particolare la mancanza della stessa con riguardo alla durata della sospensione della patente di guida stabilita in anni tre, parametrata ben oltre la media edittale.
Con requisitoria scritta, il Procuratore generale ha chiesto l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata limitatamente alle statuizioni relative alla sanzione amministrativa accessoria.
Il ricorso è inammissibile. Se pure la sentenza impugnata non abbia espressamente illustrato le ragioni della disposta durata della sospensione del patente di guida, esse si ricavano dalla motivazione afferente ai profili responsabilità del prevenuto che ha «oltrepassato volontariamente la striscia -11. 613,I 4. di 'ETézradrM continua per compiere una manovra di svolta in un punto della . -carreggiata particolarmente pericoloso, poiché caratterizzato da scarsa visibili dei veicoli provenienti dal senso opposto», così violando la regola cautelar imposta dall'art. 146 cod. strada e provocando, con il concorso della vittima l'incidente mortale. Motivazione del tutto congrua ed idonea anche a giustificare la statuizione inerente alla durata della sanzione amministrativa accessoria evidenziando la gravità della violazione.
Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Il Presiden Così deciso il 18 ottobre 2023 Il Consigliere estensore