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Sospensione della prescrizione: la Cassazione chiarisce

La Cassazione rigetta un ricorso per un reato di possesso di strumenti da scasso, chiarendo il calcolo della sospensione della prescrizione. La Corte somma i periodi di sospensione dovuti a impedimenti della difesa con quelli previsti dalla Riforma Orlando (L. 103/2017) successivi alla sentenza di primo grado, concludendo che il reato non era estinto.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Sospensione della Prescrizione: Come si Calcola? Il Chiarimento della Cassazione

La corretta determinazione della sospensione della prescrizione è un elemento cruciale nel processo penale, capace di determinare l’esito di un giudizio. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 22330/2025, offre un importante chiarimento su come calcolare i periodi di sospensione, in particolare quando si sommano cause diverse come l’impedimento del difensore e le nuove norme introdotte dalla Riforma Orlando. Analizziamo insieme questo caso per comprendere meglio la logica seguita dai giudici.

I Fatti del Caso: Possesso di Strumenti da Scasso e la Condanna

Il caso ha origine da un controllo di polizia avvenuto nel maggio 2019, durante il quale un soggetto, già noto per reati contro il patrimonio, veniva trovato in possesso di numerosi attrezzi atti allo scasso. Per questo fatto, l’uomo veniva processato e condannato sia in primo grado dal Tribunale di Trapani che in appello dalla Corte d’appello di Palermo per la contravvenzione prevista dall’art. 707 del codice penale (possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli). Contestualmente, veniva assolto dall’accusa di ricettazione per insussistenza del fatto.

Il Ricorso in Cassazione e l’Eccezione di Prescrizione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione basando la propria argomentazione principale sull’avvenuta prescrizione del reato. Secondo il legale, il termine massimo di cinque anni per la contravvenzione in oggetto sarebbe scaduto prima della pronuncia della sentenza d’appello. La difesa lamentava, inoltre, che la Corte d’appello non avesse adeguatamente considerato le memorie scritte con cui era stata sollevata proprio l’eccezione di prescrizione.

La Decisione della Corte: il calcolo della sospensione della prescrizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per fare chiarezza sul calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato. Sebbene la Corte d’appello non avesse esplicitamente risposto all’eccezione, la Cassazione ha ritenuto che essa fosse comunque infondata nel merito. Il punto centrale della decisione risiede nella corretta applicazione delle norme sulla sospensione della prescrizione.

I Periodi di Sospensione Rilevanti

I giudici hanno evidenziato che al termine di prescrizione base di cinque anni (quattro anni più un anno per gli atti interruttivi) dovevano essere aggiunti specifici periodi di sospensione:

1. 120 giorni per rinvii dovuti a legittimi impedimenti del difensore durante il giudizio di primo grado.
2. Un ulteriore periodo di sospensione derivante dall’applicazione della L. 103/2017 (c.d. Riforma Orlando), che congela il decorso della prescrizione dal termine per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza d’appello, per un massimo di un anno e sei mesi.

Le Motivazioni: Perché il Reato non era Prescritto

La Corte ha spiegato che, per i reati commessi – come in questo caso – tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina della Riforma Orlando. La sentenza di primo grado era stata emessa il 14 maggio 2024 con motivazione contestuale. Pertanto, il periodo di sospensione post-sentenza andava calcolato da quella data, per un totale di 162 giorni.

Sommando i 120 giorni di sospensione per impedimento del difensore ai 162 giorni derivanti dalla Riforma Orlando, si ottiene un totale di 282 giorni di sospensione. Questo tempo aggiuntivo, sommato al termine massimo di cinque anni, ha spostato in avanti la data di prescrizione del reato, rendendolo non ancora estinto al momento della decisione della Corte d’appello. La Cassazione ha quindi confermato che il calcolo effettuato dalla difesa era errato perché non teneva conto di tutti i periodi di sospensione applicabili.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: nel calcolare la prescrizione di un reato, è indispensabile tenere conto di tutti i periodi di sospensione previsti dalla legge. La sentenza sottolinea come le diverse cause di sospensione si sommino tra loro, allungando di fatto il tempo a disposizione dello Stato per giungere a una sentenza definitiva. Per gli operatori del diritto, ciò significa prestare la massima attenzione non solo alla data di commissione del reato e agli atti interruttivi, ma anche a ogni singolo rinvio e alle normative specifiche, come la Riforma Orlando, che possono ‘congelare’ il decorso del tempo. Un’analisi incompleta può portare a sollevare eccezioni infondate, come avvenuto nel caso di specie.

Come si calcola il tempo necessario per la prescrizione di una contravvenzione?
Per le contravvenzioni, il termine di prescrizione è di quattro anni. In presenza di atti interruttivi, questo termine è aumentato a cinque anni. A questo periodo base devono essere sommati tutti gli eventuali periodi di sospensione del corso della prescrizione.

Quali periodi di sospensione della prescrizione sono stati considerati in questo caso?
La Corte ha considerato due distinti periodi di sospensione da sommare tra loro: un totale di 120 giorni per rinvii dovuti a legittimi impedimenti del difensore e un ulteriore periodo di 162 giorni calcolato in applicazione della Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando), che sospende la prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

La prescrizione viene sospesa anche dopo la sentenza di condanna di primo grado?
Sì. Per i reati commessi nel periodo di vigenza della Riforma Orlando (come nel caso in esame), il corso della prescrizione è sospeso dal termine previsto per il deposito della motivazione della sentenza di primo grado fino alla pronuncia del dispositivo della sentenza che definisce il grado successivo, per un tempo massimo di un anno e sei mesi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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