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Sospensione della prescrizione: il rinvio ferma i tempi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che eccepiva l’estinzione del reato. La decisione chiarisce che la sospensione della prescrizione, causata da rinvii richiesti dalle parti, si applica automaticamente per l’intero periodo di rinvio, posticipando di conseguenza la data di estinzione del reato. La Corte ha sommato i vari periodi di sospensione al termine ordinario, ritenendo il motivo di ricorso manifestamente infondato.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione della Prescrizione: quando il rinvio del processo allunga i tempi

La prescrizione nel processo penale è un istituto cruciale che sancisce l’estinzione di un reato se non si arriva a una condanna definitiva entro i termini previsti dalla legge. Tuttavia, il suo decorso non è sempre lineare. Esistono cause di interruzione e di sospensione che possono prolungare notevolmente i tempi. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto fondamentale: la sospensione della prescrizione a seguito di un rinvio del processo richiesto concordemente dalle parti, chiarendo che essa opera automaticamente e per l’intera durata del rinvio.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un imputato, condannato in primo grado dal Tribunale di Roma per il reato di cui all’art. 612, secondo comma, del codice penale. L’imputato sosteneva, come primo motivo di ricorso, che il reato, commesso il 5 gennaio 2015, si fosse ormai prescritto prima della pronuncia della sentenza di appello. Secondo i suoi calcoli, il termine massimo di sette anni e sei mesi sarebbe scaduto il 5 luglio 2022. Tuttavia, questo calcolo non teneva conto dei numerosi periodi di sospensione accumulatisi durante il procedimento.

Il Calcolo della Sospensione della Prescrizione

La Corte di Cassazione ha smontato la tesi difensiva con un’analisi dettagliata e rigorosa. Ha evidenziato che al termine di prescrizione ordinario dovevano essere sommati ben 1.065 giorni di sospensione, derivanti da una serie di rinvii. Questi rinvii erano stati causati da diverse ragioni, tra cui l’astensione di un magistrato, il legittimo impedimento e, soprattutto, le richieste congiunte delle parti.

I periodi di sospensione sono stati così ripartiti:

* Dal 13.03.2018 al 25.7.2018 per astensione (133 giorni).
* Dal 28.05.2019 al 9.6.2020 per rinvii su richiesta congiunta (378 giorni).
* Dal 24.11.2020 al 1.2.2022 per ulteriori rinvii su richiesta congiunta (434 giorni).
* Due periodi distinti per legittimo impedimento, per un totale di 120 giorni (60+60).

Aggiungendo questi 1.065 giorni al termine originario del 5 luglio 2022, la nuova data di prescrizione è stata proiettata al 4 giugno 2025. Di conseguenza, il motivo di ricorso è stato giudicato manifestamente infondato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità, citando precedenti sentenze. Il punto cardine della decisione è che il rinvio del processo disposto sull’accordo delle parti comporta la sospensione della prescrizione per l’intero periodo, ai sensi dell’art. 159, comma primo, n. 3 del codice di procedura penale. Questo effetto si produce ex lege, ovvero automaticamente per legge, senza la necessità che il giudice emetta un provvedimento formale che dichiari la sospensione.

La Suprema Corte ha quindi affermato che qualsiasi richiesta di rinvio, quando accolta, blocca il ‘cronometro’ della prescrizione per tutta la durata dello spostamento d’udienza. Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, relativo all’idoneità delle espressioni a integrare il reato contestato, la Corte lo ha liquidato come meramente riproduttivo di censure già esaminate e correttamente respinte dal giudice di merito, dichiarandolo quindi inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica per tutti gli operatori del diritto. La scelta di chiedere un rinvio d’udienza, anche se concordata con la controparte, non è una decisione priva di conseguenze procedurali. Comporta un allungamento automatico dei tempi di prescrizione, un fattore che la difesa deve sempre considerare attentamente nella propria strategia processuale. La decisione della Cassazione rafforza un’interpretazione rigorosa delle norme sulla sospensione, confermando che il tempo del processo, quando fermato per esigenze delle parti, non consuma il tempo a disposizione dello Stato per accertare la responsabilità penale.

Un rinvio del processo richiesto dalle parti sospende sempre la prescrizione?
Sì, secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di Cassazione, il rinvio disposto sull’accordo delle parti comporta la sospensione del termine di prescrizione per l’intero periodo, come previsto dall’art. 159, comma primo n. 3), del codice di procedura penale.

È necessario un provvedimento specifico del giudice per attivare la sospensione della prescrizione?
No, l’ordinanza chiarisce che la sospensione del processo in questi casi opera ex lege, cioè automaticamente per effetto della legge, e non richiede l’adozione di un provvedimento formale da parte del giudice che procede.

Come si calcola il nuovo termine di prescrizione in caso di sospensioni?
Al termine massimo di prescrizione originario si devono sommare tutti i periodi durante i quali il processo è stato sospeso. Nel caso specifico, ai 7 anni e 6 mesi previsti sono stati aggiunti 1.065 giorni totali di sospensione derivanti da vari rinvii.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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