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Sospensione condizionale pena: richiesta generica

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che la richiesta di sospensione condizionale della pena deve essere specifica e non un generico richiamo ai ‘benefici di legge’. Inoltre, il motivo relativo alla prescrizione è stato respinto poiché la dichiarazione di colpevolezza era già divenuta irrevocabile in un precedente giudizio.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione condizionale pena: la Cassazione boccia la richiesta generica

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23384/2024) ribadisce un principio fondamentale in materia di impugnazioni: per ottenere la sospensione condizionale della pena, non basta un generico richiamo ai ‘benefici di legge’, ma è necessaria una richiesta specifica e motivata. Questa pronuncia offre spunti cruciali sull’importanza della precisione negli atti difensivi e sulle conseguenze di una richiesta formulata in modo approssimativo.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un individuo condannato per detenzione illecita di 500 grammi di hashish. La sua vicenda processuale è stata complessa: la Corte di Cassazione, in un precedente giudizio, aveva annullato la sentenza di appello limitatamente alla determinazione della pena (il cosiddetto trattamento sanzionatorio), confermando però in via definitiva la sua responsabilità penale.

La Corte d’Appello, pronunciandosi in sede di rinvio, aveva quindi ricalcolato la pena in dieci mesi e venti giorni di reclusione, oltre a una multa. Contro questa nuova sentenza, l’imputato ha proposto un ulteriore ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi principali: l’omessa dichiarazione di prescrizione del reato e la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

L’appello e la richiesta di sospensione condizionale pena

L’imputato ha lamentato che i giudici d’appello avessero ignorato due aspetti a suo dire fondamentali. In primo luogo, sosteneva che il reato, commesso nel 2012, fosse ormai estinto per prescrizione. In secondo luogo, contestava la mancata applicazione del beneficio della sospensione condizionale della pena, ritenendo di averne i requisiti. Tuttavia, come emergerà dalla decisione della Suprema Corte, il modo in cui questa richiesta era stata formulata si è rivelato fatale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi con argomentazioni nette e basate su consolidati principi giurisprudenziali.

Irrevocabilità della Condanna e Prescrizione

Il primo motivo è stato giudicato infondato. La Corte ha chiarito che la precedente sentenza di Cassazione aveva reso irrevocabile l’accertamento della colpevolezza. Il giudizio di rinvio era limitato esclusivamente alla quantificazione della pena. Di conseguenza, non era più possibile, in quella fase, sollevare questioni relative alla prescrizione del reato, poiché la condanna era già definitiva nel suo nucleo centrale (l’affermazione di responsabilità).

La Necessità di una Richiesta Specifica per la Sospensione Condizionale della Pena

Il punto cruciale della sentenza riguarda il secondo motivo. La Corte ha stabilito che la censura era preclusa. Richiamando un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (n. 22533/2018), i giudici hanno ribadito che l’imputato non può lamentarsi in Cassazione della mancata concessione della sospensione condizionale se non ne ha fatto specifica richiesta nel corso del giudizio di merito.

Nel caso di specie, la difesa si era limitata a chiedere genericamente di ‘contenere la pena nel minimo edittale’ e un richiamo ai ‘benefici di legge’. Questa formula è stata ritenuta troppo vaga e insufficiente a obbligare il giudice d’appello a motivare la mancata concessione del beneficio. Per ottenere una valutazione sul punto, sarebbe stata necessaria una richiesta esplicita e chiara, indicando gli elementi a sostegno della sua applicabilità.

Le Conclusioni

La sentenza in esame è un monito sull’importanza della diligenza e della specificità nella redazione degli atti processuali. La decisione conferma che nel processo penale le formule generiche non pagano. Per beneficiare di istituti come la sospensione condizionale della pena, è indispensabile avanzare una richiesta esplicita e non affidarsi a richiami indeterminati. Questa pronuncia sottolinea come un dettaglio tecnico-procedurale possa avere conseguenze determinanti sull’esito del giudizio, precludendo l’accesso a un beneficio che avrebbe potuto evitare l’esecuzione della pena detentiva.

Perché il motivo di ricorso sulla prescrizione del reato è stato respinto?
La Corte ha respinto il motivo perché la sentenza di condanna per quanto riguarda l’affermazione della responsabilità penale era già diventata definitiva e irrevocabile a seguito di una precedente pronuncia della Cassazione. Il secondo giudizio d’appello era limitato solo alla rideterminazione della pena, non potendo quindi rimettere in discussione la colpevolezza o la prescrizione del reato.

È sufficiente chiedere i ‘benefici di legge’ per obbligare il giudice a concedere la sospensione condizionale della pena?
No. Secondo la sentenza, una richiesta così generica non è sufficiente. L’imputato che desidera ottenere la sospensione condizionale deve formularne una richiesta specifica e non può dolersi in Cassazione della sua mancata concessione se nel giudizio di merito si è limitato a un richiamo vago e non esplicito.

Quali sono le conseguenze della dichiarazione di inammissibilità del ricorso per cassazione?
Quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver presentato un ricorso privo dei necessari presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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