LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sospensione condizionale pena: quando si revoca?

La Corte di Cassazione ha confermato la revoca della sospensione condizionale della pena a un soggetto che ne aveva già beneficiato due volte in passato. La sentenza chiarisce un principio fondamentale: ai fini del limite massimo di due concessioni, ciò che rileva è l’atto di ‘concessione’ del beneficio stesso, non il suo effettivo godimento. Pertanto, anche se le precedenti sospensioni sono state in seguito revocate, esse contano comunque nel calcolo, impedendo un’ulteriore concessione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Condizionale della Pena: La Concessione Conta, non il Godimento

La sospensione condizionale della pena rappresenta uno strumento fondamentale del nostro ordinamento penale, volto a favorire il reinserimento sociale del condannato evitando gli effetti desocializzanti del carcere per reati di minore gravità. Tuttavia, questo beneficio non è illimitato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: ai fini del divieto di una terza concessione, ciò che conta è il numero di volte in cui il beneficio è stato accordato, a prescindere dal fatto che il condannato ne abbia effettivamente e fino in fondo usufruito. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

Il Caso in Analisi

Il caso trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello che, in funzione di giudice dell’esecuzione, ha revocato la sospensione condizionale della pena concessa a un individuo. La motivazione della revoca non si basava, come richiesto inizialmente dal Pubblico Ministero, sul superamento del limite di pena cumulabile, bensì su un presupposto diverso e più rigido: il condannato aveva già ottenuto il beneficio in altre due occasioni.

Il ricorrente si è opposto a tale decisione, sostenendo che le due precedenti sospensioni erano state a loro volta revocate. A suo avviso, quindi, non avendone mai goduto appieno, l’ultima concessione doveva considerarsi la prima (o al massimo la seconda) effettivamente applicata e, pertanto, legittima. La questione è giunta così all’esame della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte di Appello. I giudici hanno chiarito che la normativa, in particolare l’articolo 164, quarto comma, del codice penale, è di natura eccezionale e va interpretata in modo restrittivo.

Limiti alla Sospensione Condizionale della Pena

La legge stabilisce che la sospensione condizionale della pena può essere concessa una seconda volta solo a determinate condizioni, ma non prevede una terza concessione. Il punto centrale della controversia era stabilire se le sospensioni precedentemente concesse e poi revocate dovessero essere contate ai fini di questo limite. La risposta della Corte è stata affermativa.

Il Principio della “Concessione” vs. “Godimento”

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra la “concessione” del beneficio e il suo “effettivo godimento”. La norma limita il numero di volte in cui il giudice può ‘accordare’ il beneficio, basandosi su una prognosi favorevole sulla futura condotta del reo. Non rileva, invece, che il condannato perda successivamente il diritto a usufruire della sospensione a causa di una revoca. Il semplice fatto che il beneficio sia stato concesso in passato esaurisce una delle due opportunità previste dalla legge.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale consolidato, anche se risalente. Il momento precettivo della norma, che limita a non più di due volte il beneficio, ha riguardo alla ‘concessione’ e non all’effettivo godimento del trattamento di favore. La concessione si lega alla prognosi positiva del giudice al momento della sentenza; la successiva revoca, che opera ope legis (cioè per effetto automatico della legge) a seguito della commissione di un nuovo reato, non cancella la precedente concessione.

Di conseguenza, la pretesa di poter beneficiare di una nuova sospensione qualora le precedenti siano state revocate è stata ritenuta infondata. La decisione del giudice dell’esecuzione che dichiara la revoca ha un carattere meramente dichiarativo di un effetto già prodottosi per legge. Permettere una terza concessione in questi casi significherebbe aggirare la natura eccezionale della norma che consente la reiterazione del beneficio solo per la seconda volta.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce con forza un principio fondamentale in materia di sospensione condizionale della pena: il beneficio può essere concesso al massimo due volte nella vita di un individuo. Il conteggio si basa sul numero di concessioni formali, indipendentemente dal loro esito finale. Anche se una sospensione viene revocata, essa conta come una delle ‘cartucce’ a disposizione. Questa interpretazione rigorosa mira a preservare la funzione dell’istituto, impedendo che si trasformi in un’opportunità ripetibile all’infinito e sottolineando che la fiducia accordata dal sistema giudiziario ha limiti ben precisi.

È possibile ottenere la sospensione condizionale della pena per una terza volta se le due precedenti sono state revocate?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è consentita una terza concessione del beneficio. Il limite di due volte si riferisce all’atto della ‘concessione’, a prescindere dal fatto che le precedenti sospensioni siano state poi revocate e quindi non godute appieno.

Ai fini del limite delle due concessioni della sospensione condizionale della pena, conta l’effettiva fruizione del beneficio o la sua semplice concessione?
Conta la semplice ‘concessione’. La norma limita il numero di volte in cui il beneficio può essere accordato, non il numero di volte in cui se ne è effettivamente usufruito fino alla sua estinzione.

La revoca della sospensione condizionale della pena ha effetto dal momento in cui viene pronunciata dal giudice dell’esecuzione?
No, la pronuncia del giudice dell’esecuzione ha un carattere meramente dichiarativo. La revoca opera ‘ope legis’, cioè si verifica automaticamente per effetto della legge nel momento in cui si realizzano le condizioni previste (come la commissione di un nuovo reato entro i termini), e non dalla data del provvedimento del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati