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Sospensione condizionale pena: prova della demolizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due persone condannate per abusivismo edilizio. La loro pena era stata sospesa a condizione che demolissero il manufatto entro sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza. Il Giudice dell’esecuzione aveva negato la sospensione della pena pecuniaria perché non era stata fornita una prova certa e tempestiva della demolizione, nonostante un’attestazione comunale e una perizia di parte. La Cassazione ha confermato che le prove addotte non erano idonee a dimostrare l’adempimento della condizione nel termine previsto.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Condizionale Pena: L’Onere della Prova per la Demolizione

La sospensione condizionale pena rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento, ma il suo mantenimento è spesso legato a obblighi precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio cruciale: per beneficiare della sospensione subordinata alla demolizione di un manufatto abusivo, la prova di tale demolizione deve essere fornita in modo inequivocabile e, soprattutto, entro i termini stabiliti dalla sentenza stessa. Vediamo nel dettaglio il caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una sentenza di condanna per abusivismo edilizio. Il Tribunale aveva concesso ai due imputati il beneficio della sospensione condizionale della pena, subordinandolo però a una condizione precisa: la demolizione del manufatto abusivo entro sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza.

Successivamente, il Giudice dell’esecuzione rigettava l’istanza di sospensione della sola parte pecuniaria della pena, poiché non riteneva dimostrato l’avvenuto adempimento della condizione. Secondo il giudice, le prove fornite – un’attestazione comunale e una consulenza di parte successiva – non erano sufficienti a provare che la demolizione fosse effettivamente avvenuta nel ristretto arco temporale imposto.

Gli imputati presentavano quindi ricorso in Cassazione, sostenendo che la demolizione era stata regolarmente eseguita e certificata dal Comune, e che le valutazioni contrarie del Corpo Forestale si riferivano a beni estranei al procedimento.

La Decisione sulla Sospensione Condizionale Pena e la Prova

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, confermando la decisione del Giudice dell’esecuzione. I giudici di legittimità hanno ritenuto i ricorsi generici e volti a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa in sede di Cassazione.

Il punto centrale della decisione è che la tesi difensiva non si è confrontata adeguatamente con le motivazioni del provvedimento impugnato. Il Giudice dell’esecuzione aveva infatti evidenziato una palese contraddizione tra quanto attestato dal Comune (che sosteneva l’avvenuta demolizione) e quanto accertato dalla Forestale (che la negava). Questa contraddizione era persino sfociata in un procedimento penale per falso e favoreggiamento, poi estinto per prescrizione.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha chiarito che, per ottenere il beneficio, non basta affermare di aver adempiuto, ma è necessario fornire una prova piena e tempestiva. Nel caso di specie, le prove offerte sono state giudicate inidonee:

1. La nota del Comune (del 2010): Questa è stata ritenuta inaffidabile perché affetta da “falsità ideologica”, come emerso nel separato procedimento penale. Anche se quel procedimento si è concluso con la prescrizione, non ha accertato la veridicità dell’attestazione né l’effettiva demolizione.
2. La relazione tecnica di parte (del 2019): Essendo stata redatta molti anni dopo la scadenza del termine per la demolizione (fissato nel 2010), è stata considerata tardiva e priva di elementi solidi per dimostrare che l’adempimento fosse avvenuto nel periodo richiesto dalla sentenza.

La Corte ha sottolineato che una sentenza di prescrizione non equivale a un accertamento della verità dei fatti. Pertanto, i ricorrenti non potevano utilizzarla per sostenere la loro tesi. L’onere di dimostrare, senza ombra di dubbio, di aver rispettato la condizione entro i sei mesi previsti era interamente a carico loro, e tale onere non è stato assolto.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale in materia di esecuzione penale e sospensione condizionale pena: quando un beneficio è subordinato a un obbligo specifico, spetta al condannato fornire una prova rigorosa, certa e tempestiva del suo adempimento. Documenti dubbi, contraddittori o tardivi non sono sufficienti a superare le contestazioni e a consolidare il beneficio concesso. La decisione sottolinea come la fase esecutiva richieda la stessa attenzione e precisione probatoria del processo di merito, specialmente quando sono in gioco le condizioni che rendono efficace la sospensione della pena.

Perché è stata negata la sospensione della pena pecuniaria?
Perché i ricorrenti non hanno fornito una prova certa e tempestiva di aver demolito il manufatto abusivo entro sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza, come era stato loro imposto quale condizione per il beneficio.

Una perizia tecnica redatta anni dopo può provare un adempimento tempestivo?
No. La Corte ha ritenuto che una relazione tecnica del 2019 non fosse utile a dimostrare una demolizione che doveva essere completata entro il 2010, in quanto non offriva elementi solidi a sostegno di un adempimento avvenuto nel termine prescritto.

Quale valore ha una certificazione comunale se la sua veridicità è stata messa in dubbio in un altro procedimento?
Se una certificazione è stata oggetto di un procedimento per falsità ideologica, la sua attendibilità è compromessa. Anche se quel procedimento si è concluso con una prescrizione (che non accerta i fatti), il documento non può essere considerato una prova piena e sufficiente per dimostrare l’adempimento della condizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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