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Sospensione condizionale pena: obblighi per la seconda

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che concedeva per la seconda volta la sospensione condizionale della pena senza subordinarla a specifici obblighi. Il caso riguarda un imputato già beneficiario della sospensione, condannato nuovamente. La Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 165 c.p., la seconda concessione del beneficio deve essere obbligatoriamente condizionata, rinviando il caso alla Corte d’Appello per la corretta applicazione della norma.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione condizionale pena: quando è obbligatoria la subordinazione?

La sospensione condizionale pena rappresenta uno strumento fondamentale nel nostro ordinamento, finalizzato a favorire il reinserimento sociale del condannato evitando gli effetti desocializzanti del carcere. Tuttavia, la sua concessione non è sempre incondizionata. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito in modo inequivocabile le regole da applicare quando questo beneficio viene concesso per la seconda volta, sottolineando l’obbligatorietà di specifiche condizioni.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Piacenza che, all’esito di un rito abbreviato, condannava un imputato alla pena di 1 anno e 6 mesi di reclusione e 4.000 euro di multa per violazione della normativa sugli stupefacenti. Il Tribunale concedeva all’imputato il beneficio della sospensione condizionale della pena. Tuttavia, l’imputato non era nuovo a provvedimenti di questo tipo: in passato, aveva già beneficiato della sospensione per un reato della stessa natura, con un decreto penale divenuto esecutivo nel 2020.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la sospensione condizionale pena

Proprio su questo punto si è innestato il ricorso del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza. Il Pubblico Ministero ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando la violazione dell’articolo 165, secondo comma, del codice penale. Secondo la tesi dell’accusa, il Tribunale avrebbe errato nel concedere la sospensione condizionale pena per la seconda volta senza subordinarla ad alcuno degli obblighi previsti dalla legge. La norma, infatti, stabilisce un regime più severo per chi ha già usufruito del beneficio in passato, imponendo al giudice di vincolare la nuova sospensione all’adempimento di precise condizioni riparatorie o risarcitorie.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso del Pubblico Ministero. Nelle motivazioni della sentenza, i giudici supremi hanno riaffermato un principio cardine del diritto penale: la concessione di una seconda sospensione condizionale non è una facoltà discrezionale e incondizionata del giudice. Al contrario, l’articolo 165, comma 2, del codice penale impone che essa debba essere subordinata all’adempimento di uno degli obblighi elencati nel primo comma dello stesso articolo.

Questi obblighi includono, tra gli altri, il risarcimento del danno, le restituzioni, la pubblicazione della sentenza a titolo di riparazione o, previo consenso del condannato, lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Poiché dalla stessa sentenza impugnata emergeva che l’imputato aveva già beneficiato in precedenza della sospensione, il Tribunale di Piacenza avrebbe dovuto obbligatoriamente imporre una di queste condizioni. La mancata subordinazione ha quindi costituito una palese violazione di legge, rendendo la sentenza illegittima su quel punto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente al punto relativo alla mancata subordinazione della sospensione condizionale della pena. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello di Bologna per un nuovo giudizio. Questo significa che la Corte d’Appello dovrà riconsiderare la concessione del beneficio, applicando correttamente la legge e quindi subordinando la sospensione a uno degli obblighi previsti. La pronuncia rafforza il principio secondo cui la sospensione condizionale pena, specialmente se reiterata, non è un atto di clemenza automatico, ma uno strumento che esige un concreto impegno da parte del condannato a riparare le conseguenze del proprio reato.

Quando è obbligatorio subordinare la sospensione condizionale della pena a degli obblighi?
È obbligatorio quando il beneficio viene concesso a una persona che ne ha già usufruito in precedenza. In tal caso, la seconda concessione deve essere obbligatoriamente subordinata a uno degli obblighi previsti dall’art. 165, comma 1, del codice penale.

Quali sono gli obblighi a cui può essere subordinata una seconda sospensione condizionale?
Gli obblighi previsti dalla legge includono le restituzioni, il pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno, la pubblicazione della sentenza come riparazione, l’eliminazione delle conseguenze dannose del reato o, se il condannato non si oppone, la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività.

Cosa succede se un giudice concede una seconda sospensione condizionale senza imporre alcun obbligo?
La sentenza risulta viziata per violazione di legge. Come stabilito in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente al punto viziato e rinviare il procedimento a un altro giudice per un nuovo esame che applichi correttamente la norma, imponendo uno degli obblighi previsti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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