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Sospensione condizionale: la richiesta è decisiva

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato avverso la mancata concessione della sospensione condizionale della pena. La decisione si fonda sulla constatazione che la difesa non aveva mai formulato una specifica richiesta in tal senso durante il giudizio di appello, a differenza di quanto avvenuto per un coimputato. Di conseguenza, il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Condizionale della Pena: La Mancata Richiesta Rende il Ricorso Inammissibile

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia processuale: la chiarezza e la tempestività delle richieste difensive. Il caso in esame riguarda la sospensione condizionale della pena, un beneficio cruciale che può cambiare le sorti di un imputato. La Suprema Corte ha chiarito che, se la difesa omette di richiedere tale beneficio durante il processo di appello, non può lamentarne la mancata concessione in un successivo ricorso per cassazione.

Il Caso: Un Appello Basato su un Beneficio Mai Richiesto

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte di Appello che, in parziale riforma di una decisione di primo grado e su accordo delle parti, aveva rideterminato la pena per un imputato in due anni di reclusione. Successivamente, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione di legge e la manifesta illogicità della motivazione per non aver ottenuto la sospensione condizionale della pena, prevista dall’articolo 163 del codice penale.

L’unico motivo di ricorso si concentrava proprio su questo punto, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel non applicare il beneficio. Tuttavia, l’analisi degli atti processuali da parte della Suprema Corte ha rivelato un dettaglio decisivo.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Manifesta Infondatezza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. La decisione si basa su una verifica documentale precisa: l’esame del verbale dell’udienza di appello. Da tale verbale è emerso in modo inequivocabile che l’accordo sull’applicazione della sospensione condizionale della pena riguardava esclusivamente un altro coimputato nel medesimo procedimento.

Per l’imputato che ha poi presentato ricorso, invece, il suo difensore non aveva mai formulato alcuna richiesta in tal senso. L’assenza di una formale istanza difensiva ha reso, di fatto, impossibile per la Corte d’Appello pronunciarsi sulla concessione del beneficio, e di conseguenza ha reso il successivo motivo di ricorso privo di qualsiasi fondamento.

le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è lineare e rigorosa. Il principio affermato è che un giudice non può essere accusato di aver omesso di decidere su una richiesta che non è mai stata presentata. L’accordo tra le parti in appello, previsto dall’art. 599-bis c.p.p., deve definire tutti gli aspetti della pena, compresi i benefici accessori come la sospensione condizionale. Nel caso di specie, il verbale d’udienza, che fa piena prova fino a querela di falso, attestava che la richiesta del beneficio era stata avanzata solo per un altro soggetto. Di conseguenza, non vi era alcuna violazione di legge né alcun vizio di motivazione nella sentenza impugnata, poiché la Corte d’Appello non era stata chiamata a pronunciarsi su una richiesta mai formulata per il ricorrente. Il ricorso, pertanto, non superava il vaglio di ammissibilità.

le conclusioni

Questa ordinanza sottolinea l’importanza cruciale della diligenza e della precisione dell’attività difensiva. Le richieste, specialmente quelle relative a benefici così importanti come la sospensione condizionale, devono essere formulate in modo esplicito e tempestivo e devono risultare chiaramente dal verbale d’udienza. Un’omissione procedurale di questo tipo non può essere sanata in sede di legittimità. Per l’imputato, la conseguenza non è solo la conferma della pena, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende, a testimonianza della serietà con cui l’ordinamento sanziona i ricorsi palesemente infondati.

È possibile ottenere la sospensione condizionale della pena in Cassazione se non è stata richiesta in appello?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è inammissibile se la richiesta di sospensione non è stata formalmente avanzata dalla difesa durante il giudizio di appello.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché dagli atti processuali, e in particolare dal verbale d’udienza, è emerso chiaramente che il suo difensore non aveva mai formulato una richiesta per la concessione della sospensione condizionale della pena.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della decisione della Cassazione?
L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della manifesta infondatezza del suo ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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