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Sospensione condizionale: la pena pecuniaria non osta

Un imputato, condannato per bancarotta a due anni, si vede negare la sospensione condizionale della pena a causa di una precedente multa. La Cassazione annulla la decisione, stabilendo che una pena pecuniaria per una contravvenzione, già sospesa, non deve essere cumulata con la nuova pena detentiva ai fini del superamento del limite di legge, aprendo così alla possibilità di concedere il beneficio.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione Condizionale della Pena: la Cassazione Fa Chiarezza sul Cumulo con Precedenti Pene Pecuniarie

Una recente sentenza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale del diritto penale: i criteri per la concessione di una seconda sospensione condizionale della pena. La decisione chiarisce che una precedente condanna a una pena esclusivamente pecuniaria per una contravvenzione non osta alla concessione di un nuovo beneficio, anche se la pena attuale raggiunge il limite massimo di due anni. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati dai giudici di legittimità.

I Fatti del Caso

Un imprenditore veniva condannato in appello per bancarotta patrimoniale e documentale alla pena di due anni di reclusione. La Corte d’Appello, tuttavia, negava la concessione della sospensione condizionale della pena. La motivazione di tale diniego risiedeva in una precedente condanna a carico dell’imputato: una pena pecuniaria di 1.000 euro, anch’essa condizionalmente sospesa, per una contravvenzione in materia edilizia.

Secondo i giudici di secondo grado, il ragguaglio della precedente pena pecuniaria in pena detentiva, sommato ai due anni di reclusione della nuova condanna, avrebbe comportato il superamento del limite massimo previsto dalla legge per la concessione del beneficio, precludendone l’applicazione.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo la violazione di legge e il vizio di motivazione. La tesi difensiva si fondava sul principio che, ai fini della concessione di una nuova sospensione, non si dovrebbe tener conto delle precedenti condanne a pene pecuniarie per contravvenzioni, ma solo di quelle a pene detentive per delitti.

La Questione sulla Sospensione Condizionale della Pena e i Precedenti

Il cuore della questione giuridica verte sull’interpretazione degli articoli 163 e 164 del codice penale. In particolare, si tratta di stabilire se, nel calcolare il cumulo di pene per concedere una seconda sospensione, una precedente pena pecuniaria (peraltro già sospesa) debba essere convertita e sommata alla nuova pena detentiva.

La difesa ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse erroneamente applicato la normativa, creando una condizione più sfavorevole per l’imputato in contrasto con la lettera e lo spirito della legge, che mira a distinguere la gravità dei precedenti penali.

L’Orientamento Prevalente della Giurisprudenza

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha ribadito un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. I giudici hanno sottolineato che, per la concessione di una seconda sospensione condizionale, il calcolo della pena complessiva non deve includere le pene pecuniarie inflitte con la prima condanna, anche se convertite in pene detentive.

Questa interpretazione si basa su una lettura coordinata degli articoli 163 e 164 del codice penale. L’art. 164, comma 2, n. 1, esclude esplicitamente la concessione del beneficio a chi ha già riportato una condanna a pena detentiva per un delitto. Di conseguenza, una condanna per una semplice contravvenzione punita con pena pecuniaria non è di per sé ostativa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha affermato che la conclusione dei giudici di merito era errata. Il riferimento dell’art. 164 ai “limiti stabiliti dall’articolo 163” deve essere inteso come un rinvio al contenuto della norma, non come un meccanismo che impone di sommare indiscriminatamente pene di diversa natura. Non vi sarebbe alcuna logica nel prevedere un limite per la prima condanna e un limite diverso e più restrittivo per il cumulo di pene in caso di seconda condanna.

La Corte ha specificato che, ai fini della determinazione del limite dei due anni per la seconda sospensione, non si deve tenere conto delle pene pecuniarie inflitte in precedenza. Questo principio vale sia per le pene originariamente pecuniarie, sia per quelle divenute tali per effetto di sostituzione. Di conseguenza, avendo l’imputato riportato una condanna a due anni di reclusione, e non avendo precedenti ostativi (in quanto la precedente condanna era solo pecuniaria per una contravvenzione), la pena rientrava pienamente nel limite per poter essere sospesa.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al punto del diniego della sospensione condizionale, rinviando il caso alla Corte d’Appello di Perugia per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà verificare la sussistenza degli altri presupposti per la concessione del beneficio, ma non potrà più considerare la precedente condanna a pena pecuniaria come un ostacolo insormontabile. Questa pronuncia rafforza un principio di garantismo e di corretta interpretazione normativa, distinguendo nettamente la rilevanza dei diversi tipi di precedenti penali ai fini della concessione di un istituto fondamentale come la sospensione condizionale della pena.

Una precedente condanna a una pena pecuniaria impedisce di ottenere una seconda sospensione condizionale della pena?
No. Secondo la sentenza, una precedente condanna a una pena esclusivamente pecuniaria per una contravvenzione non è di per sé ostativa alla concessione di una nuova sospensione condizionale, anche se la nuova pena è di due anni di reclusione.

Come si calcola il limite di pena per la seconda sospensione condizionale?
Nel calcolare il cumulo totale della pena per verificare il rispetto del limite dei due anni, non si deve tenere conto delle pene pecuniarie inflitte con la prima condanna, anche se queste fossero state condizionalmente sospese. Rilevano solo le precedenti condanne a pena detentiva per delitti.

Qual è la differenza tra ‘delitto’ e ‘contravvenzione’ ai fini della sospensione condizionale?
La legge (art. 164 c.p.) stabilisce che la sospensione condizionale non può essere concessa a chi ha già riportato una condanna a pena detentiva per un ‘delitto’. Una precedente condanna per una ‘contravvenzione’, punita con la sola pena pecuniaria (ammenda), non rientra in questa previsione ostativa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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