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Sorveglianza speciale: quando il ricorso è inammissibile

Un soggetto sottoposto a sorveglianza speciale, con obbligo di permanenza notturna, viene trovato assente dalla propria abitazione durante un controllo. La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il suo ricorso, definendo le giustificazioni addotte come generiche e confermando la condanna per la violazione della misura di prevenzione.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sorveglianza Speciale: Ricorso Inammissibile per Motivazioni Generiche

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito i limiti del sindacato di legittimità e le conseguenze di un ricorso basato su censure generiche, specialmente in materia di violazione della sorveglianza speciale. Questa pronuncia offre spunti importanti sulla corretta formulazione dei motivi di ricorso e sulla non possibilità di ottenere una nuova valutazione dei fatti in sede di Cassazione.

I Fatti del Caso: La Violazione degli Obblighi

Il caso riguarda un individuo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che includeva l’obbligo di non rincasare dopo le ore 20:00 e di non uscire dalla propria abitazione prima delle ore 07:00. Durante un controllo effettuato alle ore 03:10, le forze dell’ordine non lo hanno trovato presso il suo domicilio.

Per questa violazione, l’uomo era stato condannato sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte territoriale. Egli ha quindi proposto ricorso per Cassazione, sostenendo di non aver mai lasciato lo stabile, ma di essersi semplicemente recato nell’abitazione della madre, situata nelle immediate vicinanze. A suo dire, questa circostanza avrebbe dovuto escludere la sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Secondo gli Ermellini, le argomentazioni del ricorrente non erano idonee a scalfire la logicità e coerenza della motivazione della sentenza impugnata. Il ricorso, infatti, si limitava a proporre una diversa interpretazione dei fatti, senza evidenziare un reale vizio di legge o di motivazione.

Le Motivazioni della Sentenza sulla Sorveglianza Speciale

La Corte ha sottolineato che le censure del ricorrente erano “assolutamente generiche”. Invece di confrontarsi specificamente con il ragionamento della Corte d’Appello, l’imputato ha tentato di ottenere una nuova e diversa valutazione del merito della vicenda. Questo, però, è un compito precluso alla Corte di Cassazione, che ha il ruolo di giudice di legittimità e non di terzo grado di merito.

Il nucleo della decisione risiede nel principio secondo cui non è sufficiente presentare una ricostruzione alternativa dei fatti per ottenere l’annullamento di una sentenza. È necessario, invece, dimostrare che la motivazione del giudice di merito sia stata manifestamente illogica, contraddittoria o carente su punti decisivi, cosa che nel caso di specie non è avvenuta. La Corte territoriale aveva coerentemente esaminato gli elementi a disposizione e confermato la sussistenza del reato e la responsabilità penale dell’imputato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato non solo la definitività della condanna, ma anche un’ulteriore conseguenza economica per il ricorrente. In applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, la Corte lo ha condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione viene inflitta quando si ravvisa un profilo di colpa nella presentazione di un ricorso palesemente infondato, come deterrente contro l’abuso dello strumento processuale. La sentenza ribadisce quindi un principio fondamentale: il ricorso in Cassazione deve essere fondato su vizi specifici della sentenza impugnata e non può essere utilizzato come un tentativo di ottenere un riesame completo del processo.

Cosa succede se si viola l’obbligo di permanenza notturna previsto dalla sorveglianza speciale?
Si commette il reato previsto dall’art. 75, comma 1, del D.Lgs. 159/2011, andando incontro a una condanna penale per la violazione degli obblighi inerenti alla misura di prevenzione.

È una giustificazione valida affermare di essersi recati in un altro appartamento nello stesso stabile durante l’orario di permanenza obbligatoria?
No. Secondo la decisione analizzata, questa giustificazione è stata ritenuta generica e inidonea a contrastare la condanna, in quanto l’obbligo impone di rimanere presso la propria abitazione, non semplicemente all’interno dell’edificio.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione giudicato inammissibile perché manifestamente infondato?
Oltre alla conferma della sentenza impugnata, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende (nel caso specifico, 3.000 euro) a causa della colpa nella presentazione del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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