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Sorveglianza Speciale: pericolosità non si rivaluta

La Corte di Cassazione ha stabilito che la sottoposizione a custodia cautelare non richiede una nuova valutazione della pericolosità sociale per chi è già soggetto a Sorveglianza Speciale. A differenza della detenzione per espiazione di pena, la misura cautelare sospende solo temporaneamente l’esecuzione della sorveglianza, che riprende senza riesame alla cessazione della custodia. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la misura cautelare, anziché attenuare, conferma la presunzione di pericolosità.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sorveglianza Speciale: la Custodia Cautelare non Impone un Riesame della Pericolosità

La Sorveglianza Speciale è una delle misure di prevenzione più incisive del nostro ordinamento, destinata a soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Ma cosa accade se una persona già sottoposta a questa misura viene arrestata e posta in custodia cautelare per un altro reato? È necessario, una volta cessata la misura cautelare, rivalutare la sua pericolosità prima che la sorveglianza riprenda? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2350/2024, ha fornito una risposta chiara, distinguendo nettamente tra gli effetti della custodia cautelare e quelli della detenzione per espiazione di pena.

I Fatti del Caso

Un individuo, già sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale con obbligo di soggiorno e di permanenza notturna in casa, veniva sorpreso fuori dalla sua abitazione in due occasioni durante gli orari vietati. Per questa violazione, veniva condannato in primo grado e in appello. L’interessato presentava ricorso in Cassazione, sostenendo principalmente due motivi: primo, la mancata rivalutazione della sua pericolosità sociale, nonostante la misura di prevenzione fosse stata sospesa più volte; secondo, l’errore della Corte d’Appello nel non considerare che un periodo di custodia cautelare, subito dopo l’imposizione della sorveglianza, avrebbe dovuto indurre il giudice a sospendere la misura in attesa di una nuova valutazione della pericolosità.

La Decisione e la Sorveglianza Speciale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. I giudici hanno chiarito un punto cruciale del diritto delle misure di prevenzione: gli effetti della sospensione della Sorveglianza Speciale cambiano radicalmente a seconda che la causa sia la detenzione per scontare una pena definitiva o la custodia cautelare.

Le Motivazioni: Differenza tra Detenzione e Custodia Cautelare

La Corte ha fondato la sua decisione sulla base del D.Lgs. 159/2011 (il cosiddetto Codice Antimafia), come modificato dalla legge n. 161/2017. La normativa distingue due scenari:

1. Sospensione per Espiazione di Pena (art. 14, comma 2-ter): Se la persona sorvegliata sconta una pena detentiva per almeno due anni, la legge prevede che, al termine della detenzione, il Tribunale debba verificare nuovamente la sua pericolosità sociale. Questo perché il percorso rieducativo del carcere potrebbe aver modificato l’atteggiamento del soggetto, facendo venire meno i presupposti della misura di prevenzione.

2. Sospensione per Custodia Cautelare (art. 14, comma 2-bis): In questo caso, la legge stabilisce che l’esecuzione della Sorveglianza Speciale è semplicemente sospesa per la durata della misura cautelare. Una volta cessata quest’ultima, la sorveglianza riprende a decorrere automaticamente, senza alcuna rivalutazione della pericolosità. Il motivo di questa differenza è logico e stringente: la custodia cautelare non si fonda su una condanna definitiva e un percorso rieducativo, ma sulla ritenuta sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e su esigenze cautelari (come il rischio di reiterazione del reato). Pertanto, secondo la Cassazione, la sottoposizione a custodia cautelare non attenua, ma anzi costituisce una “indiretta conferma” della pericolosità sociale che aveva originariamente giustificato l’applicazione della sorveglianza.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio di diritto di notevole importanza pratica. La sottoposizione a una misura cautelare durante il periodo di Sorveglianza Speciale non apre le porte a una rinegoziazione della pericolosità del soggetto. La misura di prevenzione viene ‘congelata’ e riprende il suo corso non appena la persona torna in libertà, senza alcuna valutazione intermedia. In sostanza, per la legge, essere ritenuti meritevoli di custodia cautelare è un elemento che rafforza, e non indebolisce, la presunzione di pericolosità sociale.

La sottoposizione a custodia cautelare comporta una nuova valutazione della pericolosità sociale per chi è già in Sorveglianza Speciale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la custodia cautelare sospende soltanto l’esecuzione della Sorveglianza Speciale, la quale riprende a decorrere automaticamente al termine della misura cautelare, senza che sia necessaria una nuova valutazione della pericolosità sociale.

Qual è la differenza tra la sospensione della Sorveglianza Speciale per custodia cautelare e quella per espiazione di pena?
Se la sorveglianza è sospesa per l’espiazione di una pena detentiva di almeno due anni, al termine della detenzione è obbligatoria una nuova valutazione della pericolosità. Se invece la sospensione è dovuta a custodia cautelare, la sorveglianza riprende senza alcuna rivalutazione, poiché la misura cautelare è vista come una conferma della pericolosità.

Perché la custodia cautelare non fa venire meno la presunzione di pericolosità sociale?
Perché la custodia cautelare si basa sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e su esigenze concrete come il rischio di reiterazione del reato. Questi elementi, secondo la Corte, agiscono come una conferma indiretta della valutazione di pericolosità sociale che ha originariamente motivato l’applicazione della Sorveglianza Speciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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