LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sorveglianza speciale: frequentare più pregiudicati è reato

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per violazione della sorveglianza speciale a carico di un soggetto che aveva frequentato diverse persone con precedenti penali. La sentenza chiarisce che per integrare il reato di “associazione abituale” non è necessario avere contatti ripetuti con la stessa persona, ma è sufficiente una pluralità di incontri con soggetti diversi, se ciò indica l’inserimento in un contesto criminale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sorveglianza Speciale: Frequentare più Pregiudicati è Reato Abituale

La sorveglianza speciale è una delle più importanti misure di prevenzione previste dal nostro ordinamento, finalizzata a controllare soggetti ritenuti socialmente pericolosi. Una delle prescrizioni fondamentali è il divieto di frequentare persone con precedenti penali. Ma cosa succede se gli incontri avvengono con persone sempre diverse? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale, stabilendo che la pluralità di frequentazioni con diversi pregiudicati integra il reato, anche senza un legame stabile con un singolo individuo.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, condannato in primo e secondo grado per aver violato la prescrizione che gli imponeva di non associarsi abitualmente a persone con condanne passate in giudicato.

Nello specifico, le forze dell’ordine avevano documentato, in un arco temporale di circa sei mesi, almeno otto occasioni in cui l’imputato era stato visto in compagnia di diversi soggetti gravati da precedenti penali, alcuni dei quali anche per reati di notevole gravità come estorsioni e rapine.

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo che tali incontri fossero solo sporadici e occasionali. A suo avviso, per configurare l'”abitualità” richiesta dalla norma, sarebbero stati necessari contatti plurimi e stabili con la medesima persona, e non incontri isolati con individui diversi.

La Decisione della Corte e l’Interpretazione della Sorveglianza Speciale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato e confermando la condanna. I giudici hanno colto l’occasione per delineare con precisione i contorni del concetto di “abitualità” nel contesto della violazione della sorveglianza speciale.

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 75 del D.Lgs. 159/2011, che punisce chi viola le prescrizioni della misura di prevenzione. Secondo la Corte, l’abitualità non si esaurisce nella frequentazione ripetuta di un singolo pregiudicato, ma può essere integrata anche da una pluralità di contatti con soggetti diversi.

Le Motivazioni: Quando la Frequentazione Diventa “Abituale”?

La Corte ha spiegato che la valutazione sull’abitualità della condotta deve basarsi su un’analisi complessiva che tenga conto di diversi fattori. Non si tratta di una mera somma matematica di incontri, ma di una valutazione qualitativa del comportamento del sorvegliato.

Gli elementi chiave individuati dalla sentenza sono:

1. Il numero degli incontri: Nel caso di specie, otto incontri in pochi mesi sono stati ritenuti un numero significativo e tutt’altro che occasionale.
2. Il contesto spazio-temporale: La concentrazione degli episodi in un arco di tempo ristretto (circa sei mesi) è un forte indicatore della sistematicità della condotta.
3. La pluralità dei soggetti: Frequentare persone sempre diverse con precedenti penali è stato considerato un elemento ancora più grave. Questo comportamento, secondo la Corte, è sintomatico di un pieno inserimento del soggetto in contesti e consessi delinquenziali, a differenza di un rapporto esclusivo con una sola persona che potrebbe essere giustificato da legami di amicizia o parentela.
4. La caratura criminale degli interlocutori: La gravità dei reati per cui i soggetti frequentati erano stati condannati contribuisce a definire il pericolo sociale della condotta del sorvegliato.

In sostanza, per la Corte, anche una serie di contatti con persone diverse, se analizzati in un’ottica unitaria, possono dimostrare quella serialità e continuità che la norma intende reprimere.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza l’efficacia delle misure di prevenzione, offrendo un’interpretazione estensiva e logica del divieto di frequentazione. La decisione chiarisce che l’obiettivo della sorveglianza speciale è quello di recidere ogni legame del soggetto con ambienti criminali, impedendogli di mantenere una rete di contatti illeciti.

Di conseguenza, chi è sottoposto a tale misura non può eludere la prescrizione limitandosi a diversificare le proprie frequentazioni. La sentenza stabilisce un principio chiaro: la pericolosità sociale non deriva solo da legami stabili con un singolo individuo, ma anche dalla capacità di muoversi e interagire con disinvoltura all’interno di un più ampio circuito criminale. Per i soggetti sottoposti a misure di prevenzione, l’unica condotta sicura è l’astensione totale da qualsiasi contatto non autorizzato con persone che abbiano precedenti penali.

Per violare la sorveglianza speciale è necessario frequentare sempre la stessa persona con precedenti penali?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato si configura anche attraverso incontri ripetuti con persone diverse, tutte con precedenti penali, soprattutto se tali incontri avvengono in un arco di tempo limitato, poiché ciò dimostra l’inserimento del soggetto in un contesto criminale.

Cosa si intende per “frequentazione abituale” ai fini della violazione della sorveglianza speciale?
Si intende una serie di contatti non sporadici od occasionali che, considerati nel loro insieme, dimostrano una continuità di comportamento. I fattori rilevanti sono il numero degli incontri, la loro concentrazione nel tempo e la pluralità di soggetti pregiudicati frequentati, indicando un’inclinazione a mantenere legami con ambienti delinquenziali.

Il rapporto di parentela con una persona che ha precedenti penali giustifica la sua frequentazione durante la sorveglianza speciale?
No. La sentenza, richiamando precedenti giurisprudenziali, afferma che il legame di parentela o affinità è irrilevante ai fini della violazione. Se un soggetto sorvegliato ha la necessità di incontrare un familiare con precedenti per motivi leciti, deve formulare un’apposita istanza per essere autorizzato dall’autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati