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Sorveglianza speciale: Cassazione su obblighi

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per la violazione delle prescrizioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. L’ordinanza ribadisce il consolidato principio giurisprudenziale secondo cui l’inosservanza degli obblighi legati a questa specifica misura di prevenzione costituisce un’ipotesi delittuosa più grave rispetto alla violazione della sola sorveglianza speciale semplice, confermando la manifesta infondatezza del motivo di ricorso.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno: la Cassazione conferma la gravità della violazione

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 21708/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nell’ambito delle misure di prevenzione: la sorveglianza speciale. La decisione ribadisce con fermezza la distinzione tra la violazione della sorveglianza semplice e quella aggravata dall’obbligo o divieto di soggiorno, confermando che quest’ultima integra una fattispecie di reato più grave. Questo principio, ormai consolidato, ha portato alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso presentato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato per aver violato le prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale a cui era sottoposto, misura che includeva anche un obbligo o divieto di soggiorno. L’imputato ha impugnato la sentenza della Corte d’Appello, sostenendo una tesi giuridica che la Suprema Corte ha ritenuto, tuttavia, ‘manifestamente infondata’, senza superare neppure il vaglio preliminare di ammissibilità.

## La qualificazione giuridica della sorveglianza speciale

Il cuore della questione risiede nella corretta interpretazione della normativa che sanziona le violazioni delle misure di prevenzione. La difesa del ricorrente mirava a far rientrare la sua condotta in un’ipotesi meno grave. La Cassazione, al contrario, ha spento ogni dubbio, allineandosi alla sua giurisprudenza costante e incontrastata.

La Corte ha specificato che la legge distingue nettamente due scenari:
1. Violazione della sola sorveglianza speciale: Comporta sanzioni meno gravi.
2. Violazione della sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno: Configura un’ipotesi delittuosa autonoma e più grave, poiché l’inosservanza non riguarda solo gli obblighi generici della sorveglianza, ma anche la specifica prescrizione territoriale, considerata un elemento qualificante della misura.

Questa differenziazione non è una novità, ma la conferma di un orientamento che trova le sue radici nella legislazione precedente e che è stato costantemente affermato dai giudici di legittimità.

le motivazioni

Nelle motivazioni, la Suprema Corte ha evidenziato come il motivo di ricorso non presentasse alcun elemento di novità o di critica argomentata rispetto all’orientamento consolidato. I giudici hanno richiamato diverse sentenze precedenti che hanno tracciato in modo chiaro il perimetro delle diverse fattispecie di reato. La violazione degli obblighi o delle prescrizioni che connotano la sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno ricade nell’ipotesi delittuosa contestata, poiché la norma intende sanzionare con maggiore severità proprio l’inosservanza di quelle prescrizioni che limitano la libertà di movimento del soggetto ritenuto pericoloso. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato ‘manifestamente infondato’, ovvero privo di qualsiasi possibilità di accoglimento.

le conclusioni

La decisione si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Come conseguenza diretta, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, in applicazione dell’art. 616 c.p.p., la Corte ha imposto il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista nei casi in cui l’inammissibilità del ricorso sia dovuta a colpa del ricorrente, come nel caso di impugnazioni basate su argomenti palesemente infondati e contrari a principi giuridici consolidati. L’ordinanza, quindi, non solo riafferma un importante principio di diritto penale, ma funge anche da monito contro la presentazione di ricorsi dilatori o privi di seria fundamentazione giuridica.

Qual è la differenza tra la violazione della sorveglianza speciale semplice e quella con obbligo di soggiorno?
Secondo la Corte, la violazione degli obblighi legati alla sorveglianza speciale con obbligo o divieto di soggiorno costituisce un’ipotesi di reato più grave rispetto alla violazione della sola sorveglianza speciale, che prevede sanzioni meno severe.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era considerato ‘manifestamente infondato’. La tesi del ricorrente si scontrava con un principio giuridico ormai pacifico e consolidato nella giurisprudenza della Corte di Cassazione, senza offrire nuovi argomenti validi.

Cosa comporta la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende?
È una sanzione pecuniaria aggiuntiva al pagamento delle spese processuali, che viene imposta quando l’inammissibilità del ricorso è attribuibile a colpa del ricorrente. Ciò accade, ad esempio, quando si propone un’impugnazione su questioni la cui infondatezza è evidente, come in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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