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Servizio di leva: sospensione non è abrogazione

Un uomo condannato per renitenza negli anni ’80 chiede la revoca della pena, sostenendo che la sospensione del servizio di leva abbia abrogato il reato. La Cassazione chiarisce che il reato non è abrogato ma solo sospeso. Tuttavia, annulla la decisione del Tribunale ordinario per difetto di giurisdizione, indicando il giudice militare come l’unico competente a decidere.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sospensione del Servizio di Leva: Non è Abolizione del Reato di Renitenza

Con la sentenza n. 25210 del 2025, la Corte di Cassazione torna su un tema delicato che intreccia storia e diritto: le conseguenze della sospensione del servizio di leva obbligatorio sui reati connessi, come la renitenza. La pronuncia chiarisce un punto fondamentale: la sospensione non equivale all’abrogazione del reato, ma sposta la competenza a decidere sui casi passati al giudice militare. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Condanna Lontana nel Tempo

La vicenda trae origine da una condanna emessa nel lontano 1982 dal Tribunale militare di Verona. Un cittadino era stato riconosciuto colpevole del reato di cui all’articolo 151 del codice penale militare di pace per essersi rifiutato di prestare il servizio militare. Molti anni dopo, a seguito delle riforme che hanno portato alla sospensione della leva obbligatoria, lo stesso cittadino ha presentato un’istanza al Tribunale di Padova, in qualità di giudice dell’esecuzione, chiedendo la revoca di quella sentenza. La richiesta si basava sul principio dell’ abolitio criminis, ovvero sulla convinzione che la norma incriminatrice fosse stata di fatto abrogata.

Il Tribunale di Padova, tuttavia, ha respinto la richiesta, ritenendo che non vi fosse stata una vera e propria abrogazione. Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso per cassazione.

La Tesi del Ricorrente e la Sospensione del Servizio di Leva

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali. In primo luogo, ha sostenuto che la sospensione del servizio di leva, introdotta dalla legge n. 331 del 2000 e dalle normative successive, equivale a un’abrogazione. A suo dire, il fatto che la leva possa essere solo “ripristinata” in casi eccezionali (come lo stato di guerra) dimostrerebbe che l’obbligo, in tempo di pace, è stato cancellato dall’ordinamento. Di conseguenza, il reato di renitenza alla leva dovrebbe considerarsi estinto.

In secondo luogo, il ricorrente ha eccepito un vizio di procedura: la competenza a decidere sull’esecuzione della sua condanna non sarebbe spettata al Tribunale ordinario di Padova, ma al Tribunale militare di Verona, ovvero il giudice che aveva emesso la sentenza originaria, come previsto dal codice di procedura penale militare.

La Decisione della Cassazione: il Giudice Competente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ma non per le ragioni di merito invocate dal ricorrente riguardo all’abrogazione del reato. Al contrario, ha annullato la decisione del Tribunale di Padova per un puro difetto di giurisdizione.

La Suprema Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: il reato di cui all’art. 151 del codice penale militare di pace non è stato abrogato. Le leggi che hanno introdotto il servizio militare professionale hanno semplicemente sospeso l’obbligatorietà del servizio di leva, senza cancellare la norma incriminatrice dal codice militare.

Proprio perché il reato permane nell’ordinamento, la giurisdizione per tutte le questioni relative, inclusa l’esecuzione delle pene, rimane in capo alla magistratura militare. Il Tribunale di Padova, in quanto giudice ordinario, non aveva il potere di pronunciarsi sull’istanza di revoca, che doveva essere presentata al competente giudice militare dell’esecuzione.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la distinzione tra “sospensione” e “abrogazione” è cruciale. L’abolitio criminis, prevista dall’articolo 2 del codice penale, si verifica solo quando una nuova legge elimina completamente una figura di reato. In questo caso, invece, l’obbligo di leva è stato solo messo in pausa per i tempi di pace, ma la struttura normativa che lo prevede, e che sanziona il suo inadempimento, è ancora in vigore. Di conseguenza, non si può parlare di abrogazione del reato e, pertanto, le condanne passate in giudicato restano valide. Tuttavia, la persistenza del reato nell’alveo del diritto penale militare implica che la competenza a gestire la fase esecutiva delle relative sentenze appartiene esclusivamente al giudice militare, come specificato dall’art. 402 del codice penale militare di pace. Il giudice ordinario che si è pronunciato era, dunque, privo di giurisdizione.

Le conclusioni

La sentenza riafferma due principi importanti. Primo, chi è stato condannato per renitenza alla leva prima della sospensione non può ottenere la revoca della pena per abrogazione del reato, poiché la norma incriminatrice è tecnicamente ancora in vigore. Secondo, qualsiasi istanza relativa a tali sentenze (come richieste di revoca, riabilitazione o altri incidenti di esecuzione) deve essere presentata non al tribunale ordinario del luogo di residenza, ma al giudice militare dell’esecuzione. La decisione, pur non accogliendo nel merito la richiesta del ricorrente, corregge un errore procedurale e traccia una linea netta sulla ripartizione delle competenze tra giurisdizione ordinaria e militare in questa specifica materia.

La sospensione del servizio di leva ha abrogato il reato di renitenza alla leva?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, il reato non è stato abrogato. Il servizio di leva obbligatorio è stato soltanto sospeso e può essere ripristinato in determinate circostanze eccezionali.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale di Padova?
La Corte ha annullato l’ordinanza per difetto di giurisdizione. Poiché il reato di renitenza alla leva non è stato abrogato e rientra nell’ordinamento penale militare, la competenza a decidere sull’esecuzione della relativa sentenza spetta al giudice militare e non al giudice ordinario.

Una persona condannata per renitenza alla leva prima della sospensione può ottenere la revoca della pena per abolitio criminis?
No. La sentenza chiarisce che, non essendoci stata un’abrogazione della norma incriminatrice ma solo una sospensione dell’obbligo di leva, non si può parlare di abolitio criminis. Pertanto, gli effetti penali delle sentenze irrevocabili non cessano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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