LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro società schermo: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione ha confermato la legittimità di un sequestro preventivo sui beni di una società considerata una “società schermo”. Tale società era ritenuta una continuazione di un’altra entità, il cui legale rappresentante era indagato per reati tributari. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando che, nell’ambito delle misure cautelari, il suo esame è limitato alle violazioni di legge e non alla coerenza logica della motivazione. Il principio chiave è la dimostrazione della continuità aziendale tra le due società, che le qualifica come un unico soggetto economico ai fini del sequestro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro società schermo: la Cassazione traccia i confini

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande attualità nel diritto penale dell’economia: il sequestro società schermo. Il caso analizzato offre spunti cruciali per comprendere quando le autorità possono estendere una misura cautelare reale ai beni di una società formalmente estranea al reato contestato, ma sostanzialmente legata all’entità indagata. La decisione chiarisce i concetti di continuità aziendale e i limiti del sindacato di legittimità in materia di misure cautelari.

I Fatti: Due Società e un Sospetto di Evasione Fiscale

La vicenda trae origine da un’indagine per reati tributari a carico dell’amministratrice di una società, che chiameremo Società Beta S.r.l.s. L’accusa era di omessa dichiarazione dei redditi per un importo ingente. Sulla base delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, per un valore di oltre 4 milioni di euro.

La particolarità del caso risiede nel fatto che il sequestro non ha colpito solo i beni della Società Beta e della sua amministratrice, ma anche quelli di un’altra società, la Società Alfa S.r.l., il cui legale rappresentante non era indagato. Secondo l’accusa, la Società Alfa era in realtà una “società schermo”, creata appositamente per proseguire l’attività della Società Beta, schermandone i beni da possibili azioni esecutive da parte dello Stato.

Il Tribunale del Riesame confermava il provvedimento, spingendo il legale rappresentante della Società Alfa a presentare ricorso per cassazione.

Il Ricorso in Cassazione e i Motivi della Difesa

La difesa della Società Alfa ha articolato il proprio ricorso su tre motivi principali:

1. Mancanza di autonoma valutazione: Si lamentava che i giudici del merito avessero recepito acriticamente le tesi dell’accusa, senza una valutazione indipendente degli elementi a sostegno del legame tra le due società.
2. Vizio di motivazione: Si sosteneva che la motivazione del provvedimento fosse carente e illogica, basata su una ricostruzione errata dei fatti e su elementi probatori insufficienti.
3. Insussistenza del collegamento societario: La difesa negava qualsiasi collegamento tra le due società e l’assenza di un vantaggio economico per la Società Alfa derivante dalla condotta illecita contestata alla Società Beta.

La Decisione della Corte sul sequestro società schermo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, pur non entrando nel merito di tutte le contestazioni fattuali, stabilisce principi giuridici di fondamentale importanza. La Corte ha ritenuto i motivi di ricorso in parte generici e in parte non ammissibili in sede di legittimità, confermando di fatto la validità dell’impianto accusatorio che aveva portato al sequestro.

Le Motivazioni della Sentenza

L’analisi delle motivazioni della Corte Suprema permette di comprendere la logica dietro la decisione.

La Genericità del Ricorso e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Innanzitutto, la Corte ha ribadito un principio consolidato: il ricorso per cassazione contro misure cautelari reali è consentito solo per violazione di legge. Questo esclude la possibilità di lamentare vizi come l’illogicità o la contraddittorietà della motivazione, a meno che questa non sia totalmente assente o meramente apparente. I motivi della difesa, criticando la valutazione delle prove, miravano a un riesame del merito, inammissibile in questa sede.

Inoltre, i motivi sono stati giudicati “generici” perché non si confrontavano adeguatamente con la specifica motivazione del provvedimento impugnato, limitandosi a riproporre le stesse censure già presentate al Tribunale del Riesame.

Il Concetto di Società Schermo e Continuità Aziendale

Il punto centrale della decisione è l’affermazione che, ai fini del sequestro società schermo, è sufficiente dimostrare l’esistenza di una “continuità aziendale” e di un “medesimo soggetto economico” dietro due diverse persone giuridiche. Il Tribunale aveva correttamente evidenziato una serie di elementi indiziari convergenti che dipingevano la Società Alfa come una società “schermo”, utilizzata per impedire l’aggressione dei beni della Società Beta e assicurare la prosecuzione dell’attività.

Quando viene provato che una nuova entità è solo uno schermo fittizio attraverso cui l’indagato continua a operare, i beni di tale entità sono considerati riferibili a quest’ultimo e, pertanto, legittimamente aggredibili con il sequestro.

La Valutazione del Fumus Commissi Delicti

Infine, la Cassazione ha ricordato che il compito del Tribunale del Riesame non è quello di celebrare un processo anticipato, ma di valutare la sussistenza del fumus commissi delicti, ovvero la plausibilità dell’ipotesi accusatoria. Il giudice deve verificare, sulla base degli elementi presentati, se l’accusa sia sostenibile in una prospettiva di ragionevole probabilità, senza dover raggiungere un giudizio di certezza sulla colpevolezza.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

Questa sentenza ribadisce la forte attenzione della giurisprudenza verso i meccanismi di interposizione fittizia e la creazione di società schermo per eludere le responsabilità fiscali e penali. Le imprese devono essere consapevoli che le operazioni societarie che appaiono come meri tentativi di nascondere patrimoni o di continuare un’attività economica al riparo da pretese creditorie (incluso l’Erario) possono essere considerate illecite. La dimostrazione di una continuità di fatto tra due entità, anche in assenza di legami formali, è sufficiente per far scattare misure cautelari patrimoniali severe come il sequestro, con l’obiettivo di recuperare i profitti derivanti da reati.

È possibile sequestrare i beni di una società (‘Alfa’) per un reato tributario commesso dall’amministratore di un’altra società (‘Beta’)?
Sì, è possibile se viene dimostrato che la società ‘Alfa’ agisce come una ‘società schermo’, ossia una mera continuazione della società ‘Beta’, creata per nascondere i beni e assicurare la continuità aziendale. In tal caso, le due entità vengono considerate un unico soggetto economico.

Quali sono i limiti del ricorso in Cassazione contro un provvedimento di sequestro preventivo?
Il ricorso per Cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo, è ammesso solo per ‘violazione di legge’. Ciò significa che non si possono contestare vizi di motivazione come l’illogicità o la contraddittorietà, ma solo la mancanza totale o l’apparenza della motivazione stessa.

Cosa significa che i motivi di un ricorso sono affetti da ‘genericità estrinseca’?
Significa che i motivi di impugnazione non si confrontano specificamente con le ragioni esposte nel provvedimento che si contesta. L’atto di impugnazione ignora la motivazione della decisione precedente, limitandosi a riproporre le stesse argomentazioni o a formulare critiche astratte, rendendo così il ricorso inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati