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Sequestro probatorio: quando è legittimo sul denaro?

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente un’ordinanza di sequestro probatorio. Sebbene il sequestro di un’autovettura sia stato ritenuto legittimo per la sua potenziale connessione con un reato di spaccio, quello relativo a una cospicua somma di denaro è stato annullato. La Corte ha stabilito che per un sequestro probatorio non basta affermare che il denaro sia provento di reato, ma è necessario specificare le concrete esigenze investigative (es. ricerca di impronte) che giustificano l’apprensione fisica delle banconote.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: La Cassazione e il Denaro Contante

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12470 del 2024, torna a delineare i confini di uno strumento investigativo fondamentale: il sequestro probatorio. Il caso in esame offre uno spunto cruciale per comprendere quando sia legittimo apporre un vincolo su somme di denaro rinvenute nel corso di un’indagine per spaccio di stupefacenti e quali siano le differenze sostanziali con il sequestro preventivo. La decisione sottolinea un principio cardine: la finalità probatoria deve essere concreta e specifica, non presunta.

I Fatti del Caso: Droga, Denaro e un’Autovettura

Durante una perquisizione, le forze dell’ordine rinvengono a carico di un soggetto un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti di varia natura (chetamina, cocaina, eroina, ecc.), materiale per il confezionamento e una cospicua somma di denaro contante, pari a circa 14.500 euro, custodita in due cassette di sicurezza. Ulteriore denaro e altra droga vengono trovati addosso all’indagato. Vengono sottoposti a sequestro anche il suo telefono cellulare e la sua autovettura, nel cui portabagagli viene trovata la chiave del box in cui era nascosta la droga.

L’Iter Giudiziario e le Ragioni del Ricorso

Il Pubblico Ministero convalida il sequestro probatorio su tutti i beni, motivandolo con la necessità di svolgere accertamenti per ricostruire la vicenda, individuare complici e verificare la provenienza del denaro. Il Tribunale del riesame conferma il provvedimento, ritenendo sussistente un ‘rapporto pertinenziale’ tra la somma di denaro e l’attività di spaccio, e giustificando il sequestro dell’auto con la necessità di verificare se fosse stata usata per il trasporto della sostanza.

La difesa dell’indagato ricorre in Cassazione, lamentando che la motivazione del sequestro fosse solo apparente. In particolare, si sostiene che il provvedimento sul denaro fosse illegittimo, poiché confondeva la finalità probatoria con quella, tipica del sequestro preventivo, di confisca del profitto del reato. Inoltre, il collegamento tra l’auto e il reato era ritenuto apodittico.

L’Analisi della Cassazione sul sequestro probatorio

La Suprema Corte accoglie parzialmente il ricorso, offrendo una chiara distinzione sulla legittimità del vincolo apposto sui diversi beni.

Il Sequestro dell’Autovettura: Un Nesso Pertinenziale Valido

La Corte ritiene corretta la decisione del Tribunale di mantenere il sequestro sull’automobile. La motivazione non è considerata mancante né illogica. Il ritrovamento, all’interno del veicolo, della chiave del box contenente lo stupefacente costituisce un elemento concreto che fonda l’ipotesi investigativa dell’utilizzo dell’auto per commettere il reato (ad esempio, per il trasporto). Di conseguenza, gli accertamenti tecnici sul veicolo sono giustificati e il sequestro probatorio è legittimo.

Il Sequestro Probatorio del Denaro: La Motivazione Mancante

Di tutt’altro avviso è la Corte riguardo al denaro. Pur riconoscendo il fumus del reato di spaccio e la probabilità che il denaro ne costituisca il profitto, i giudici sottolineano che questo non è sufficiente a giustificare un sequestro probatorio. Quest’ultimo, infatti, serve ad acquisire una prova. La motivazione del provvedimento impugnato è giudicata carente perché non spiega per quale ragione fosse necessario sequestrare proprio quelle specifiche banconote per accertare i fatti.

Le Motivazioni della Decisione

La sentenza ribadisce un orientamento consolidato: il denaro, anche se corpo del reato, può essere oggetto di sequestro probatorio solo se viene fornita un’idonea motivazione sulle specifiche esigenze probatorie da soddisfare. Ad esempio, si sarebbe dovuto spiegare che era necessario compiere accertamenti sulle banconote (come la ricerca di impronte papillari o altre tracce).

In assenza di tali specifiche finalità, il sequestro del denaro assume una natura diversa, ovvero quella di sottrarre un bene alla disponibilità dell’indagato in vista di una futura confisca. Questa esigenza, tuttavia, non può essere soddisfatta con lo strumento del sequestro probatorio (art. 253 c.p.p.), ma richiede l’applicazione del sequestro preventivo (art. 321 c.p.p.), che ha presupposti e finalità differenti.

L’ordinanza impugnata non ha spiegato perché, per verificare la provenienza del denaro, fosse indispensabile mantenere il vincolo sulle banconote fisiche. Pertanto, la motivazione è stata ritenuta mancante e il provvedimento annullato su questo punto con rinvio per un nuovo esame al Tribunale.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità Probatoria

Questa pronuncia della Corte di Cassazione è un importante monito sulla necessità di rigore e specificità nell’utilizzo degli strumenti di indagine. Il sequestro probatorio non può essere una misura ‘esplorativa’ né può essere utilizzato come un surrogato del sequestro preventivo. Per essere legittimo, specialmente quando ha ad oggetto beni fungibili come il denaro, deve essere ancorato a concrete e dimostrabili esigenze di accertamento probatorio che riguardano la materialità del bene sequestrato. In caso contrario, il vincolo è illegittimo e deve essere annullato.

Perché il sequestro del denaro è stato annullato mentre quello dell’auto è stato confermato?
Il sequestro dell’auto è stato confermato perché il ritrovamento al suo interno della chiave del box con la droga ha reso ragionevole l’ipotesi che il veicolo fosse stato usato per il reato, giustificando accertamenti. Il sequestro del denaro è stato annullato perché il giudice non ha spiegato quali specifiche indagini (es. ricerca di impronte) richiedessero l’apprensione fisica delle banconote, limitandosi a indicare la necessità di verificarne la provenienza, finalità non propria del sequestro probatorio.

Qual è la differenza fondamentale tra sequestro probatorio e sequestro preventivo evidenziata dalla sentenza?
La sentenza chiarisce che il sequestro probatorio ha come unica finalità l’accertamento dei fatti e la ricerca della prova. Deve quindi esserci un’esigenza concreta di analizzare il bene sequestrato. Il sequestro preventivo, invece, ha una finalità cautelare: impedire che il bene venga utilizzato per commettere altri reati o per aggravare le conseguenze di quello già commesso, in vista di una futura confisca. Il primo guarda al passato (la prova), il secondo al futuro (il pericolo).

È sufficiente sospettare che del denaro sia il profitto di un reato per disporre un sequestro probatorio?
No, secondo la sentenza non è sufficiente. Anche se vi sono forti indizi che il denaro sia il profitto di un’attività illecita (il cosiddetto fumus del reato), per un sequestro probatorio è indispensabile che la motivazione specifichi quali concrete esigenze di prova giustifichino il vincolo fisico sulle banconote. Affermare genericamente che serve a ‘verificarne la provenienza’ non basta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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