LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro probatorio: quando è legittimo e perché

La Corte di Cassazione conferma la legittimità di un sequestro probatorio a carico di un funzionario pubblico coinvolto in un’indagine per turbativa d’asta. La sentenza chiarisce che per disporre il sequestro è sufficiente un fondato sospetto di reato (fumus commissi delicti) e che non è necessario che il proprietario dei beni sia formalmente indagato. Il ricorso dell’interessato è stato rigettato in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: Quando è Legittimo il Sequestro di Cellulari e PC

Il sequestro probatorio è uno strumento investigativo fondamentale, ma quali sono i suoi limiti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 28123 del 2025, offre chiarimenti cruciali sulla legittimità di tale misura, specialmente quando riguarda dispositivi informatici come cellulari e computer. Il caso analizzato riguarda un funzionario pubblico, responsabile dell’area lavori pubblici di un Comune, coinvolto in un’indagine su appalti pilotati. La Corte ha stabilito principi importanti sul concetto di fumus commissi delicti e sul sequestro a carico di persone non formalmente indagate.

Il Contesto del Caso: Un Funzionario e un’Indagine su Appalti

L’indagine riguarda presunti illeciti nella gestione delle gare d’appalto, configurando i reati di turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente (artt. 353 e 353-bis del codice penale). Nel corso delle investigazioni, il Pubblico Ministero dispone il sequestro probatorio di due telefoni cellulari e altri supporti informatici appartenenti a un funzionario comunale, ritenuto stretto collaboratore del Sindaco, quest’ultimo principale indagato e già sottoposto a misura cautelare.

L’interessato ha proposto richiesta di riesame al Tribunale, sostenendo l’illegittimità del sequestro. A suo dire, il provvedimento era fondato su un vago sospetto (fumus commissi delicti), delineato solo con un generico rinvio a norme di legge, senza una descrizione chiara dei fatti e dei comportamenti contestati.

La Legittimità del Sequestro Probatorio secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del funzionario, ritenendolo infondato e ai limiti dell’inammissibilità. La decisione si basa su due pilastri fondamentali che definiscono i contorni di legittimità del sequestro probatorio.

Il Fumus Commissi Delicti: Basi Sufficienti per il Sequestro

Il primo punto affrontato dalla Corte riguarda la sufficienza degli elementi a sostegno del sequestro. Contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, il Tribunale del riesame aveva correttamente evidenziato come il provvedimento fosse basato su una serie di atti di indagine, noti alle parti, che descrivevano con sufficiente precisione i fatti e le ragioni del sequestro. Tra questi, vi erano conversazioni intercettate in cui il funzionario e il Sindaco discutevano di appalti, mostrando timore di essere ascoltati. Per la Cassazione, questi elementi sono più che sufficienti a configurare quel fumus commissi delicti necessario per procedere con il sequestro, specialmente in una fase iniziale delle indagini.

Il Sequestro a Carico di Terzi

Un altro aspetto cruciale chiarito dalla sentenza è che il sequestro probatorio non richiede che il proprietario dei beni sia necessariamente la persona indagata. La legge prevede che possano essere sequestrate cose pertinenti al reato, indipendentemente dal fatto che si trovino nella disponibilità dell’indagato o di un terzo estraneo ai fatti. Nel caso di specie, anche se il funzionario avesse sostenuto di essere estraneo a un presunto ‘sistema’, la sua posizione di collaboratore del principale indagato e il contenuto delle intercettazioni rendevano i suoi dispositivi informatici di evidente interesse investigativo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha motivato il rigetto sottolineando che il ricorrente, con i suoi motivi di appello, ha tentato di ottenere una nuova valutazione dei fatti, mescolando profili giuridici distinti e senza confrontarsi realmente con le argomentazioni logiche e giuridiche esposte dal Tribunale del riesame. La Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudice di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare le prove. L’ordinanza impugnata, secondo la Corte, aveva adeguatamente giustificato la sussistenza non solo degli elementi del fumus commissi delicti, ma anche degli specifici comportamenti attribuibili al ricorrente che ne dimostravano il coinvolgimento. Pertanto, il sequestro era pienamente legittimo.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce principi consolidati in materia di sequestro probatorio. In primo luogo, per la sua adozione è sufficiente un quadro indiziario che delinei un’ipotesi di reato plausibile, senza che sia necessaria la prova piena della colpevolezza. In secondo luogo, la misura può legittimamente colpire beni di terzi non indagati, qualora questi siano ritenuti utili per l’accertamento dei fatti. La decisione serve da monito: i ricorsi contro tali misure devono concentrarsi su vizi di legittimità e violazioni di legge, non su tentativi di rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti compiuto dai giudici di merito.

È necessario che il proprietario di un bene sottoposto a sequestro probatorio sia indagato?
No, il sequestro probatorio presuppone che l’oggetto sia pertinente al reato, ma non che il suo proprietario debba essere necessariamente l’indagato. La cosa può essere sequestrata anche se si trova nella disponibilità di un terzo estraneo all’indagine.

Quali elementi sono sufficienti per giustificare un sequestro probatorio?
È sufficiente la sussistenza del ‘fumus commissi delicti’, ovvero un fondato e ragionevole sospetto che sia stato commesso un reato. La motivazione del provvedimento deve indicare i fatti, i comportamenti e le ragioni per cui si procede, anche attraverso il richiamo ad atti di indagine noti alle parti.

Può un ricorso in Cassazione contestare la valutazione dei fatti che hanno portato al sequestro?
No, il ricorso in Cassazione può essere proposto solo per violazione di legge. In questo caso, la Corte ha ritenuto che l’appellante non si sia confrontato con la motivazione del provvedimento impugnato, ma abbia cercato di rimettere in discussione la valutazione dei fatti, che è compito dei giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati