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Sequestro probatorio motivazione: quando basta il rinvio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro il sequestro probatorio di due telefoni cellulari. Al centro della questione, la sufficienza della motivazione del decreto di convalida. La Corte ha stabilito che, in casi di evidente nesso tra l’oggetto e il reato (come i cellulari nello spaccio di stupefacenti), una motivazione sintetica o “per relationem”, che rinvia al verbale di polizia, è pienamente legittima, soprattutto nelle fasi iniziali delle indagini.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio Motivazione: la Cassazione fa Chiarezza

La questione della sequestro probatorio motivazione è un tema cruciale nel diritto processuale penale, poiché incide sull’equilibrio tra le esigenze investigative e la tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla legittimità della motivazione “per relationem” (cioè per rinvio ad altri atti) nel decreto di convalida di un sequestro, in particolare quando oggetto del vincolo sono beni come i telefoni cellulari in contesti di spaccio di stupefacenti.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale della Libertà che confermava parzialmente un decreto di convalida di sequestro probatorio. Nello specifico, il Tribunale annullava il sequestro di una somma di denaro ma lo confermava per due telefoni cellulari. L’indagato proponeva ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Secondo la difesa, il decreto del pubblico ministero era carente perché non indicava specificamente i beni sequestrati e non argomentava in modo adeguato la loro pertinenzialità al reato contestato e le concrete finalità probatorie, limitandosi a rinviare genericamente al verbale di perquisizione e sequestro.

Il Sequestro Probatorio e l’Obbligo di Motivazione

Il sequestro probatorio è uno strumento di indagine finalizzato ad assicurare al processo il corpo del reato e le cose pertinenti al reato, necessarie per l’accertamento dei fatti. L’articolo 253 del codice di procedura penale impone che il decreto che dispone il sequestro sia motivato.

La questione giuridica al centro della vicenda era se una motivazione che rinvia ad altri atti del procedimento (in questo caso, il verbale di sequestro della polizia giudiziaria) fosse sufficiente a soddisfare tale obbligo, specialmente quando si tratta di comprimere il diritto di proprietà e la privacy dell’indagato.

La Tesi Difensiva

La difesa sosteneva che un semplice rinvio costituisse un’affermazione di stile, priva di una reale valutazione delle ragioni che rendevano i telefoni configurabili come corpo del reato o cose pertinenti al reato. Inoltre, il Tribunale della Libertà, nel motivare la propria decisione, avrebbe integrato la carenza motivazionale del pubblico ministero, sostituendosi a esso invece di annullare il decreto.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione articolata e di grande interesse pratico. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: il decreto di convalida del sequestro probatorio può essere motivato per relationem, a condizione che tale rinvio sia letto in combinato disposto con l’atto richiamato, come il verbale di polizia.

Il Collegio ha sottolineato che l’onere motivazionale non è assoluto, ma deve essere modulato in base alla natura del bene sequestrato e alla sua relazione con il reato ipotizzato. Il principio chiave è la “modulazione” della motivazione:

1. Nesso Evidente e Immediato: Quando il collegamento tra il bene e il reato è di immediata percezione e quasi “intuitivo”, come nel caso dei telefoni cellulari in un’indagine per spaccio di stupefacenti, l’onere motivazionale può essere soddisfatto con formule più sintetiche. I telefoni sono notoriamente strumenti utilizzati per i contatti tra fornitori e clienti, rendendo la loro funzione probatoria di immediata evidenza.

2. Nesso Indiretto: Al contrario, quanto più il collegamento tra la res e il reato è indiretto e complesso, tanto più pregnante e dettagliata dovrà essere la valutazione critica del pubblico ministero nel motivare il sequestro.

Nel caso specifico, la natura stessa dei beni (telefoni cellulari) e il reato contestato (spaccio) rendevano la finalità probatoria (ricostruire la rete di contatti) talmente palese da giustificare una motivazione sintetica e il rinvio al verbale di sequestro. La Corte ha precisato che, soprattutto nella fase iniziale delle indagini, è consentito l’utilizzo di motivazioni meno dettagliate.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale pragmatico, che bilancia le necessità investigative con i diritti dell’indagato. Si afferma che la validità della sequestro probatorio motivazione non dipende da formule sacramentali, ma dalla coerenza logica tra il bene sequestrato, il reato per cui si procede e la fase del procedimento. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la contestazione di un sequestro probatorio per vizio di motivazione avrà successo solo se si potrà dimostrare l’assenza di un nesso logico-fattuale evidente tra l’oggetto e l’ipotesi di reato, rendendo così insufficiente una motivazione generica o per rinvio.

È valido un decreto di sequestro probatorio la cui motivazione si limita a rinviare al verbale della polizia?
Sì, secondo la sentenza è ammissibile che il decreto di convalida sia motivato “per relationem”, ossia tramite rinvio al verbale di polizia, purché tale atto sia richiamato in modo specifico e permetta di comprendere le ragioni del sequestro.

La motivazione di un sequestro probatorio deve avere sempre lo stesso livello di dettaglio?
No, la Corte chiarisce che il quantum di motivazione richiesto è modulabile. Sarà necessaria una motivazione più rafforzata e dettagliata quanto più indiretto è il collegamento tra il bene sequestrato e il reato, mentre una motivazione sintetica è sufficiente quando il nesso è di immediata evidenza.

Perché il sequestro di un telefono cellulare in un’indagine per spaccio richiede una motivazione meno dettagliata?
Perché, secondo la Corte, il rapporto di strumentalità tra i telefoni e il reato in materia di stupefacenti è notorio. I telefoni sono lo strumento tipicamente utilizzato per i contatti con fornitori e clienti, quindi la loro funzione probatoria è di immediata evidenza, giustificando una motivazione più sintetica nelle fasi iniziali delle indagini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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