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Sequestro probatorio: legittimo un nuovo sequestro?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro un’ordinanza che confermava un sequestro probatorio su dispositivi elettronici. L’indagato sosteneva l’illegittimità del provvedimento poiché i beni erano già stati oggetto di precedenti sequestri. La Corte ha stabilito che un nuovo sequestro è legittimo se giustificato da una diversa finalità investigativa, come l’accertamento di un nuovo reato (in questo caso, associazione per delinquere), distinguendo tra il sequestro del ‘contenitore’ (il dispositivo) e quello del ‘contenuto’ (i dati pertinenti).

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: Quando è Legittimo Sequestrare Beni Già Sotto Vincolo?

Il sequestro probatorio rappresenta uno degli strumenti investigativi più incisivi a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ma cosa succede quando su uno stesso bene, come uno smartphone, vengono disposti più sequestri in momenti diversi? La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, offre un importante chiarimento sulla legittimità di un sequestro successivo su beni già vincolati, delineando i confini tra l’esigenza investigativa e la tutela dei diritti dell’indagato.

I Fatti del Caso: Sequestri a Catena su Dispositivi Elettronici

Il caso trae origine dalla richiesta di riesame presentata da un indagato avverso un decreto di sequestro probatorio avente ad oggetto supporti telematici, in particolare due telefoni cellulari e il loro contenuto. Questo provvedimento, tuttavia, non era il primo. Esso seguiva due precedenti sequestri disposti nello stesso procedimento.

I primi due sequestri erano legati a ipotesi di reato relative a turbative nella gestione di gare d’appalto (artt. 353 e 353-bis c.p.). Il terzo sequestro, quello oggetto del ricorso, si differenziava perché aggiungeva, tra le ipotesi di reato da provare, anche quella ben più grave di associazione per delinquere (art. 416 c.p.).

La Tesi Difensiva: Un Sequestro Inutile e di Mera Opportunità

La difesa dell’indagato ha contestato la legittimità del terzo sequestro, sostenendo che mancasse il presupposto del pericolo di dispersione della prova. Secondo il ricorrente, i beni (i telefoni) erano già stati oggetto di vincolo con i precedenti provvedimenti, rendendo il nuovo atto un’inutile duplicazione disposta solo per ragioni di ‘opportunità’ investigativa, senza un concreto ed attuale pericolo che le prove andassero perdute.

L’Analisi della Corte sul Sequestro Probatorio Multiplo

La Corte di Cassazione ha respinto la tesi difensiva, ritenendo il ricorso infondato. I giudici hanno chiarito la distinzione fondamentale tra i diversi provvedimenti di sequestro e la loro differente ragione giustificativa.

Il Tribunale del riesame aveva correttamente evidenziato la progressione logica e giuridica degli atti:
1. Primo Sequestro (11.10.2024): Aveva ad oggetto il supporto fisico, il ‘contenitore’ (i cellulari), al fine di bloccare il bene e impedirne l’alterazione.
2. Secondo Sequestro (30.10.2024): Riguardava il ‘contenuto’, ovvero i dati estratti tramite copia forense e selezionati dal Pubblico Ministero perché ritenuti utili alle indagini per i reati inizialmente ipotizzati.
3. Terzo Sequestro (3.12.2024): Pur insistendo sugli stessi dispositivi, aveva un oggetto e una finalità probatoria diversi e più ampi. Era finalizzato alla ricerca di prove relative al reato di associazione per delinquere, un’ipotesi criminosa che rende rilevanti elementi e conversazioni diverse da quelle pertinenti per i soli reati in materia di appalti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’oggetto del terzo sequestro probatorio era giuridicamente diverso dai precedenti. Non si trattava di una duplicazione, ma di un atto investigativo autonomo, giustificato dall’esigenza di accertare un reato distinto e ulteriore. La ricerca di prove per l’associazione per delinquere richiede di esaminare i dati sotto una luce diversa, cercando elementi che dimostrino un vincolo associativo stabile, cosa non necessaria per i reati di turbativa d’asta.

La distinzione tra ‘contenitore’ e ‘contenuto’ è cruciale: il primo sequestro appone un vincolo generico sul dispositivo, mentre i successivi possono legittimamente selezionare e vincolare specifici dati (contenuto) man mano che le indagini progrediscono e le ipotesi di reato si evolvono. Pertanto, il pericolo di dispersione della prova non va inteso solo in senso materiale, ma anche come rischio che dati pertinenti per un nuovo reato non vengano specificamente individuati, analizzati e vincolati a fini probatori.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio di notevole importanza pratica nell’era delle indagini digitali. È legittimo disporre più sequestri probatori successivi sui medesimi dispositivi informatici, a condizione che ciascun provvedimento sia sorretto da una specifica e autonoma esigenza investigativa. L’ampliamento del quadro accusatorio, con l’introduzione di nuove ipotesi di reato, può giustificare un nuovo esame dei dati già acquisiti e l’apposizione di un vincolo probatorio su elementi prima non considerati rilevanti. Questa decisione bilancia le necessità investigative con il principio di proporzionalità, consentendo un’analisi progressiva del materiale probatorio digitale senza dover considerare esaurita l’attività di ricerca dopo il primo intervento.

È possibile disporre un nuovo sequestro probatorio su beni già sequestrati in precedenza?
Sì, è possibile. La Corte ha chiarito che un nuovo sequestro è legittimo se ha un oggetto o una ragione giustificativa diversi dai precedenti, come ad esempio l’indagine per un nuovo e diverso reato.

Quale differenza c’è tra sequestrare il ‘contenitore’ (es. un telefono) e il ‘contenuto’ (i dati)?
Il sequestro del ‘contenitore’ (il supporto fisico) è un atto iniziale per apporre un vincolo sul bene e impedirne l’alterazione. Il sequestro del ‘contenuto’ riguarda invece l’acquisizione di specifiche informazioni o file estratti dal dispositivo, selezionati perché ritenuti utili per le indagini. I due atti sono distinti e possono avere finalità diverse.

Perché il terzo sequestro è stato ritenuto valido in questo caso?
È stato ritenuto valido perché, a differenza dei primi due sequestri legati a reati contro la pubblica amministrazione, questo era finalizzato a trovare prove per il reato di associazione per delinquere. Questa nuova accusa rendeva pertinenti dati e informazioni che potevano non esserlo per i reati iniziali, giustificando una nuova selezione e un nuovo vincolo probatorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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