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Sequestro probatorio: la motivazione è fondamentale

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 16403 del 2025, ha rigettato il ricorso contro un’ordinanza di sequestro probatorio di una somma di denaro. La decisione sottolinea che, per essere legittimo, il vincolo deve essere supportato da una motivazione specifica e concreta. Nel caso di specie, la necessità di effettuare accertamenti tecnici sulle banconote, come la verifica dei numeri di serie e la ricerca di impronte papillari, è stata ritenuta una giustificazione sufficiente e non generica, rendendo così valido il sequestro.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio: La Necessità di una Motivazione Concreta

Il sequestro probatorio rappresenta uno degli strumenti più incisivi a disposizione dell’autorità giudiziaria nella fase delle indagini preliminari. Tuttavia, la sua applicazione non è discrezionale e deve rispettare rigidi requisiti di legge, primo fra tutti quello della motivazione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 16403/2025) ha ribadito questo principio, chiarendo quali elementi rendono una motivazione adeguata, specialmente quando l’oggetto del sequestro è una somma di denaro.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso un provvedimento che confermava il sequestro di una somma di denaro. I ricorrenti lamentavano, tra i vari motivi, la genericità della motivazione addotta per giustificare il vincolo. Sostenevano che il provvedimento non spiegasse adeguatamente le ragioni per cui il denaro dovesse essere considerato corpo del reato o cosa pertinente al reato, né la finalità probatoria concreta perseguita.

La Decisione della Corte e la Motivazione sul sequestro probatorio

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Pur richiamando il principio consolidato secondo cui un decreto di sequestro non può limitarsi a citare gli articoli di legge, ma deve fornire una descrizione, seppur sommaria, dei fatti e delle ragioni del vincolo, ha ritenuto che nel caso specifico la motivazione fosse tutt’altro che generica.

L’importanza del Periculum in Mora

Il Tribunale, nel provvedimento impugnato, aveva evidenziato la necessità di mantenere il vincolo sulla somma di denaro per una finalità probatoria ben precisa: “procedere ad ulteriori accertamenti e nella specie di condurre verifiche sul numero di serie delle banconote e sulle impronte papillari su di esse presenti”.

Secondo la Corte, questa specificazione è sufficiente a integrare il requisito della motivazione. Non si tratta di un’affermazione astratta, ma di un’esigenza investigativa concreta, legata alla necessità di raccogliere prove materiali (impronte) e di tracciare l’origine del denaro (numeri di serie). Questa esigenza giustifica il cosiddetto periculum in mora, ovvero il pericolo che il ritardo nel compimento di tali atti possa compromettere l’acquisizione della prova.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nel respingere le doglianze, ha operato un’importante distinzione. Un conto è un provvedimento che si limita a richiamare le norme di legge, senza calarle nel caso concreto; questo sarebbe illegittimo. Un altro conto è un provvedimento che, come nel caso esaminato, indica una specifica e pertinente finalità investigativa. La necessità di eseguire analisi tecniche e forensi sulle banconote costituisce una ragione valida e sufficiente per giustificare un sequestro probatorio. Il ricorso, secondo i giudici, aveva del tutto ignorato questa specifica motivazione, risultando così generico e infondato. La decisione, inoltre, ha confermato che il denaro poteva essere considerato corpo del reato di ricettazione, rendendo ancora più solida la base del provvedimento di sequestro.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: la legittimità di un sequestro probatorio dipende dalla qualità della sua motivazione. Per la difesa, è cruciale analizzare attentamente se il provvedimento va oltre la mera enunciazione di principi e indica concretamente quali attività investigative devono essere svolte sui beni sequestrati. Per l’accusa, è un monito a non redigere provvedimenti frettolosi o stereotipati, ma a esplicitare sempre la finalità probatoria perseguita. La necessità di compiere accertamenti tecnici, come la ricerca di impronte digitali o l’analisi dei numeri di serie, si conferma una delle giustificazioni più solide per mantenere il vincolo su una somma di denaro.

Quando è legittimo un sequestro probatorio di denaro?
Un sequestro probatorio di denaro è legittimo quando il provvedimento che lo dispone contiene una motivazione specifica e concreta, che non si limita a citare le norme di legge ma spiega la finalità probatoria perseguita, come la necessità di svolgere accertamenti tecnici.

Quale tipo di motivazione è stata considerata sufficiente in questo caso?
La motivazione ritenuta sufficiente è stata la “necessità di mantenere il vincolo sulla somma di danaro, al fine di procedere ad ulteriori accertamenti e nella specie di condurre verifiche sul numero di serie delle banconote e sulle impronte papillari su di esse presenti”.

Cosa succede se un decreto di sequestro è motivato in modo generico?
Se un decreto di sequestro è motivato in modo generico, limitandosi a citare le norme di legge senza descrivere i fatti o la finalità probatoria, può essere annullato. La sentenza cita un precedente in cui, proprio per questo motivo, un decreto di sequestro era stato annullato senza rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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