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Sequestro probatorio e UE: serve il giudice prima?

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di sequestro probatorio di dispositivi elettronici disposto dal Pubblico Ministero. L’indagato sosteneva che l’atto fosse illegittimo per contrasto con il diritto dell’Unione Europea, che richiede l’autorizzazione di un giudice o di un organo terzo. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che il controllo giurisdizionale successivo, effettuato dal Tribunale del riesame, è sufficiente a sanare la mancanza di un’autorizzazione preventiva, garantendo così i diritti dell’indagato.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro di Smartphone e PC: l’intervento preventivo del giudice è sempre necessario?

In un’era digitale, il sequestro probatorio di dispositivi elettronici come smartphone e computer è uno strumento investigativo sempre più comune. Ma cosa succede quando le norme nazionali che autorizzano il Pubblico Ministero a disporre tale atto si scontrano con i principi europei sulla privacy? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo delicato equilibrio, stabilendo che il controllo successivo del Tribunale del riesame può ‘sanare’ la mancanza di un’autorizzazione preventiva del giudice.

I Fatti del Caso: Il Sequestro di Dispositivi Elettronici

Il caso nasce da un’indagine per reati contro la pubblica amministrazione. Nell’ambito delle investigazioni, il Pubblico Ministero emetteva un decreto di perquisizione e sequestro, che portava all’acquisizione di un telefono cellulare, un iPad e diversi file da un computer in uso all’indagato. La difesa dell’indagato impugnava il provvedimento, prima davanti al Tribunale del riesame e poi, a seguito del rigetto, ricorreva in Cassazione.

Il Ricorso e il Contrasto con il Diritto Europeo sul sequestro probatorio

Il motivo principale del ricorso si fondava su un presunto contrasto tra la normativa italiana e il diritto dell’Unione Europea. La difesa invocava una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-548/21), secondo cui l’accesso ai dati personali contenuti in un dispositivo elettronico, per finalità di indagine penale, deve essere subordinato al controllo preventivo di un giudice o di un’autorità amministrativa indipendente.

Secondo la difesa, il Pubblico Ministero, essendo parte del procedimento penale e non un organo terzo e imparziale, non potrebbe essere considerato tale ‘autorità indipendente’. Di conseguenza, il decreto di sequestro probatorio emesso direttamente dal PM sarebbe illegittimo e le prove raccolte inutilizzabili.

La Decisione della Corte: il Riesame ‘Sana’ il Sequestro Probatorio

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo la validità del principio espresso dalla Corte di Giustizia UE, ha rigettato il ricorso. La Suprema Corte ha chiarito che il sistema processuale italiano offre già una tutela adeguata ai diritti fondamentali dell’indagato, anche in assenza di un vaglio giudiziario preventivo.

Il fulcro della decisione risiede nel ruolo del Tribunale per il riesame. Quest’organo, attivabile dall’indagato subito dopo il sequestro, svolge un controllo giurisdizionale pieno, sia sulla legittimità formale che sul merito del provvedimento. Il riesame valuta la necessità, la proporzionalità e la minimizzazione dell’acquisizione dei dati. Secondo la Cassazione, questo controllo successivo, ma effettivo e tempestivo, è sufficiente a garantire che i diritti alla vita privata e alla protezione dei dati personali non siano violati in modo sproporzionato.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha operato una distinzione fondamentale tra ‘inutilizzabilità’ e ‘nullità’ dell’atto. La violazione di una direttiva europea, come interpretata dalla Corte di Giustizia, non comporta automaticamente l’inutilizzabilità della prova ai sensi dell’art. 191 c.p.p., sanzione che scatta solo in presenza di un divieto probatorio esplicito nella legge italiana. Potrebbe, al più, configurarsi una nullità, ma solo se si dimostra una concreta lesione del diritto di difesa.

Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto che nessuna lesione si fosse verificata. L’indagato ha potuto esercitare pienamente il suo diritto di difesa attivando il procedimento di riesame, ottenendo così una valutazione da parte di un giudice terzo e imparziale sulla legittimità e necessità del sequestro. La valutazione del giudice del riesame, con pieni poteri di cognizione, ha di fatto svolto quella funzione di garanzia che, secondo la normativa europea, è indispensabile. In sostanza, il controllo giurisdizionale, sebbene avvenuto ex post, ha sanato il vizio iniziale, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio: il potere del Pubblico Ministero di disporre un sequestro probatorio su dispositivi elettronici rimane valido, ma è bilanciato dal fondamentale diritto dell’indagato a un rapido ed efficace controllo giurisdizionale. Il Tribunale del riesame si conferma come il presidio di garanzia essenziale che permette al sistema italiano di conformarsi agli standard europei di tutela dei diritti fondamentali. La decisione evita una paralisi delle indagini, trovando all’interno dell’ordinamento processuale esistente gli strumenti per bilanciare le esigenze investigative con la protezione della privacy dei cittadini.

Un sequestro probatorio di uno smartphone disposto dal Pubblico Ministero è legittimo anche senza l’autorizzazione preventiva di un giudice?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, l’atto è legittimo a condizione che sia garantito il diritto dell’indagato a un controllo giurisdizionale successivo, pieno ed effettivo, attraverso l’istituto del riesame.

La violazione di una direttiva europea sul trattamento dei dati rende automaticamente inutilizzabile la prova raccolta?
No. La Corte ha chiarito che la sanzione dell’inutilizzabilità si applica solo in caso di violazione di un divieto probatorio esplicitamente previsto dalla legge italiana. La violazione della direttiva europea non integra di per sé tale divieto.

Qual è il ruolo del Tribunale del riesame in caso di sequestro di dispositivi elettronici?
Il Tribunale del riesame svolge un ruolo di garanzia fondamentale. Esso effettua un controllo completo, sia sulla legittimità che sul merito del sequestro, valutando se l’acquisizione dei dati sia necessaria, proporzionata e limitata allo stretto indispensabile. Questo controllo ‘sana’ la mancanza di un’autorizzazione giudiziaria preventiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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