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Sequestro probatorio: annullato per motivazione carente

Un imprenditore, indagato per reati di corruzione, ha contestato un sequestro probatorio a carico suo e della sua società, che includeva telefoni, computer e altri dispositivi. La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza, ritenendo la motivazione del provvedimento del tutto carente. In particolare, la Corte ha stabilito che non erano stati sufficientemente dimostrati gli elementi del reato (fumus commissi delicti) e che il sequestro, essendo “omnicomprensivo”, era sproporzionato ed esplorativo, in violazione dei principi di legge. La decisione sottolinea la necessità di una giustificazione rigorosa per misure così invasive.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Probatorio di Dati Informatici: Annullato per Motivazione Carente

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha annullato un’ordinanza che confermava un sequestro probatorio di numerosi dispositivi informatici. La decisione ribadisce principi fondamentali in materia di motivazione dei provvedimenti cautelari e di proporzionalità, specialmente quando si tratta di acquisire un’intera mole di dati digitali. Questo caso offre spunti cruciali sui limiti imposti all’autorità inquirente per proteggere i diritti fondamentali dell’indagato.

I Fatti di Causa

Un imprenditore, indagato per reati contro la Pubblica Amministrazione, tra cui corruzione e turbativa d’asta, si vedeva sottoporre a un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica. Il provvedimento, eseguito dalla polizia giudiziaria, portava al sequestro di telefoni cellulari, personal computer, laptop e chiavette USB appartenenti sia all’indagato che alla sua società.

Il Tribunale del riesame, pur annullando il sequestro per una somma di denaro, confermava nel resto il provvedimento. L’imprenditore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando principalmente la carenza di motivazione del decreto di sequestro riguardo alla sussistenza del fumus commissi delicti e la violazione dei principi di pertinenza e proporzionalità della misura.

L’Importanza della Motivazione nel Sequestro Probatorio

Il primo motivo di doglianza accolto dalla Cassazione riguarda la motivazione del provvedimento. Il ricorrente sosteneva che il decreto si limitava a enunciare le ipotesi di reato senza correlarle a elementi concreti che giustificassero il sospetto di un accordo corruttivo. Mancava, in sostanza, una spiegazione adeguata del perché si ritenesse che i dispositivi contenessero prove pertinenti.

La Corte Suprema ha definito la motivazione dell’ordinanza impugnata “del tutto carente”. Ha ricordato che il giudice del riesame non può limitarsi a una verifica astratta della configurabilità del reato, ma deve accertare la presenza di elementi concreti e persuasivi che rendano utile il sequestro per l’acquisizione di ulteriori prove. Nel caso di specie, pur in presenza di contatti tra l’imprenditore e alcuni funzionari pubblici, non erano stati evidenziati elementi indicativi di un accordo illecito volto a condizionare l’affidamento di lavori pubblici in cambio di favori.

La Proporzionalità del Sequestro “Omnicomprensivo”

Un altro punto cruciale della decisione è la critica al carattere “omnicomprensivo” del sequestro probatorio. Il provvedimento aveva disposto l’acquisizione indiscriminata di tutto il patrimonio informativo contenuto nei dispositivi, senza definire criteri di selezione, un perimetro temporale preciso o le specifiche informazioni da ricercare.

La Cassazione ha evidenziato come un sequestro così esteso, specialmente in una fase iniziale delle indagini e a fronte di un fumus debole, assuma una valenza meramente esplorativa, trasformandosi in una “pesca a strascico” non consentita dalla legge. La giurisprudenza ammette sequestri estesi solo in presenza di una motivazione rafforzata che spieghi perché sia necessario procedere in modo così ampio e perché non sia possibile individuare ex ante i dati specifici da acquisire. Tale motivazione era del tutto assente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha accolto tutti i motivi di ricorso. Ha stabilito che il Tribunale del riesame ha errato nel non applicare correttamente i principi consolidati (ius receptum) in materia. La motivazione del provvedimento di sequestro era solo “apparente”, limitandosi a citare principi giurisprudenziali senza applicarli al caso concreto. Mancava un’analisi che collegasse logicamente i fatti emersi dalle indagini preliminari con la necessità di apprendere una mole così vasta di dati. La genericità delle contestazioni si rifletteva nella genericità del sequestro, rendendolo illegittimo.

Inoltre, la Corte ha censurato le modalità di esecuzione. Il decreto autorizzava l’ispezione dei dispositivi, ma l’impossibilità per la polizia giudiziaria di effettuare una selezione mirata dei dati ha portato al mero sequestro fisico dei supporti, dimostrando l’inadeguatezza del decreto stesso a guidare un’attività investigativa proporzionata e rispettosa dei diritti.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito sull’uso del sequestro probatorio nell’era digitale. La Corte di Cassazione riafferma con forza che l’esigenza di accertare i reati non può giustificare misure invasive e indiscriminate che comprimono eccessivamente il diritto alla riservatezza e la libertà personale. Un provvedimento di sequestro, soprattutto se “omnicomprensivo”, deve essere supportato da una motivazione reale, specifica e adeguata, che dia conto della sussistenza di concreti indizi di reato e spieghi perché una misura così ampia sia l’unica via percorribile. In assenza di tali requisiti, il sequestro è illegittimo e deve essere annullato.

Quando un sequestro probatorio di dispositivi informatici è considerato illegittimo?
Un sequestro probatorio è illegittimo quando la sua motivazione è carente o apparente, ovvero non dimostra in modo concreto la sussistenza di indizi di reato (il cosiddetto fumus commissi delicti) e non giustifica la pertinenza e la proporzionalità della misura, risultando eccessivamente ampio e di natura meramente esplorativa.

Cosa significa che un sequestro è “omnicomprensivo” e perché è problematico?
Un sequestro è “omnicomprensivo” quando si estende all’intero contenuto di uno o più dispositivi informatici senza specificare criteri di selezione (parole chiave, arco temporale, tipo di file). È problematico perché rischia di violare il principio di proporzionalità, acquisendo una mole di dati personali irrilevanti per le indagini e assumendo un carattere di “pesca a strascico” non consentito dalla legge.

Quali requisiti deve avere la motivazione per un sequestro probatorio esteso?
Per essere legittimo, un sequestro esteso deve essere sorretto da una motivazione rafforzata. Il pubblico ministero deve esplicitare le ragioni per cui è necessario disporre un sequestro così ampio, in relazione al tipo di reato, al ruolo dell’indagato e alla difficoltà di individuare ex ante i dati pertinenti. Deve inoltre indicare, ove possibile, i criteri di selezione e i limiti temporali della ricerca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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