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Sequestro preventivo truffa: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo per truffa aggravata. Il caso riguarda un imprenditore che, dopo aver acquisito terreni con patto di riservato dominio e non aver pagato le rate, li concedeva a una propria cooperativa per ottenere illecitamente contributi pubblici. La Corte conferma che la valutazione del fumus commissi delicti spetta al giudice di merito e il ricorso in Cassazione è limitato alla sola violazione di legge, non potendo riesaminare i fatti.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Truffa: Limiti del Ricorso in Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso contro un sequestro preventivo per truffa aggravata ai danni dello Stato. La decisione sottolinea come la Suprema Corte non possa riesaminare le prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Il caso analizzato riguarda un imprenditore agricolo accusato di aver ottenuto indebitamente contributi pubblici utilizzando terreni di cui non aveva più la legittima detenzione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un’indagine su un imprenditore agricolo, legale rappresentante di una società cooperativa. L’imprenditore aveva acquisito la disponibilità di alcuni terreni agricoli tramite un contratto di compravendita con un ente pubblico, che includeva un patto di riservato dominio. Secondo tale patto, la proprietà dei terreni sarebbe passata all’acquirente solo dopo il pagamento dell’ultima rata.

Nonostante fosse a conoscenza degli obblighi contrattuali, l’imprenditore ometteva di pagare i canoni dovuti. Pur sapendo che il suo diritto a detenere i terreni era venuto meno a causa dell’inadempimento, e in forza di una clausola risolutiva espressa, concedeva gli stessi terreni in comodato d’uso gratuito alla propria società cooperativa. Quest’ultima, sulla base di tale titolo, presentava domande a un ente erogatore per ottenere contributi pubblici nel settore agricolo, percependo indebitamente una somma di circa 170.000 euro.

Il Giudice per le Indagini Preliminari, ritenendo sussistenti gravi indizi del reato di truffa aggravata, disponeva il sequestro preventivo, diretto o per equivalente, di tale somma. La misura veniva confermata anche dal Tribunale del Riesame.

La Valutazione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Il Tribunale del Riesame respingeva l’istanza dell’imprenditore, confermando la sussistenza del fumus commissi delicti. Secondo il Tribunale, l’imprenditore aveva agito con una chiara volontà ingannatrice. Non solo aveva falsamente dichiarato di essere proprietario dei terreni, ma era perfettamente consapevole di aver violato il contratto di vendita, di non aver pagato il canone e che, di conseguenza, non avrebbe potuto mantenere la detenzione dei fondi. L’utilizzo di tali terreni per percepire contributi era quindi finalizzato a uno scopo fraudolento.

L’imprenditore proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che il contratto di comodato non costituisse un raggiro, ma al massimo un illecito civile, e che ai fini dell’ottenimento dei contributi rilevasse la conduzione effettiva dei terreni e non la titolarità formale.

Le Motivazioni della Cassazione sul Sequestro Preventivo per Truffa

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, in quanto manifestamente infondato e generico. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale: il ricorso per cassazione contro le ordinanze emesse in sede di riesame di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo, è ammesso solo per violazione di legge.

Cosa significa? Significa che la Cassazione non può entrare nel merito delle prove e sostituire la propria valutazione a quella del giudice precedente. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente. La nozione di “violazione di legge” include anche i vizi della motivazione, ma solo quelli così radicali da renderla inesistente, manifestamente illogica o contraddittoria, al punto da non rendere comprensibile il ragionamento del giudice.

Nel caso di specie, il Tribunale aveva fornito una motivazione chiara e coerente, individuando gli elementi del raggiro nella falsa dichiarazione di proprietà e nella consapevolezza di non avere più titolo a detenere i terreni per via dell’inadempimento contrattuale. Le argomentazioni del ricorrente, secondo la Suprema Corte, non denunciavano una violazione di legge, ma si limitavano a proporre una diversa interpretazione dei fatti. Questo tipo di contestazione, definita “censura di merito”, non è consentita nel giudizio di legittimità.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante orientamento giurisprudenziale. In materia di sequestro preventivo per truffa, il ricorso in Cassazione non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per rimettere in discussione le prove. La valutazione sulla sussistenza del fumus commissi delicti è di competenza esclusiva del giudice di merito. La Suprema Corte interviene solo in presenza di palesi errori di diritto o di una motivazione inesistente o talmente viziata da risultare incomprensibile. La decisione conferma che l’utilizzo consapevole di un titolo di detenzione illegittimo per ottenere fondi pubblici integra pienamente gli elementi indiziari della truffa aggravata, giustificando l’adozione di misure cautelari reali.

È possibile fare ricorso in Cassazione contro un sequestro preventivo per riesaminare le prove?
No, il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di misure cautelari reali, come il sequestro, è ammesso solo per violazione di legge e non per contestare la valutazione dei fatti e delle prove operata dal giudice di merito.

Utilizzare un terreno senza averne pieno titolo per ottenere fondi pubblici costituisce truffa?
Sì, secondo la sentenza, se l’utilizzo del terreno si basa su dichiarazioni false (come quella di esserne proprietario) e sulla consapevolezza di non averne più diritto a causa di un inadempimento contrattuale, sussistono i gravi indizi del reato di truffa aggravata, in quanto si configura un raggiro per indurre in errore l’ente erogatore.

Cosa si intende per ‘violazione di legge’ nel ricorso contro un sequestro?
Per ‘violazione di legge’ si intendono non solo gli errori nell’applicazione o interpretazione delle norme giuridiche, ma anche i vizi della motivazione così gravi da renderla mancante, manifestamente illogica o contraddittoria, impedendo di comprendere l’iter logico-giuridico seguito dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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