LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo terzo: limiti all’impugnazione

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di una società contro il sequestro preventivo dei suoi beni. Il terzo non può contestare i presupposti della misura cautelare, ma solo la propria titolarità e l’estraneità al reato. Il sequestro preventivo del terzo viene così confermato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro preventivo terzo: quali sono i limiti all’impugnazione?

Quando i beni di una società vengono sequestrati nell’ambito di un’indagine penale a carico di altri soggetti, quali sono le armi a disposizione del proprietario per difendersi? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 35805/2025) chiarisce i confini molto stretti dell’impugnazione del sequestro preventivo da parte del terzo estraneo al reato. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: il terzo non può contestare l’esistenza del reato o il pericolo che giustifica la misura, ma deve limitarsi a dimostrare la propria titolarità del bene e la sua totale estraneità ai fatti.

Il Caso: Sequestro di un’Azienda di Carburanti

Il caso nasce dal sequestro preventivo del complesso aziendale e delle quote di una società di carburanti, disposto dal Giudice per le indagini preliminari. La misura era legata a un’ipotesi di reato di associazione per delinquere contestata ad altri soggetti.

La legale rappresentante della società, ritenendosi terza estranea ai fatti, ha impugnato il provvedimento prima davanti al Tribunale del Riesame e poi, a seguito del rigetto, in Corte di Cassazione. L’obiettivo era ottenere la restituzione dei beni aziendali, sostenendo l’illegittimità del sequestro.

I Motivi del Ricorso: Durata delle Indagini e Insussistenza dei Presupposti

La difesa della società ha basato il proprio ricorso su due argomentazioni principali:

1. Violazione dei termini di durata delle indagini preliminari: Si sosteneva che le indagini si fossero protratte oltre il limite massimo consentito dalla legge. Di conseguenza, gli elementi raccolti tardivamente e usati per giustificare il sequestro sarebbero stati inutilizzabili.
2. Mancanza dei presupposti del sequestro: La società ha contestato sia il fumus commissi delicti (la parvenza di reato) che il periculum in mora (il pericolo di reiterazione del reato). A suo dire, le operazioni commerciali erano state tutte regolari, documentate e tracciabili, e non vi era alcun pericolo concreto, dato il tempo trascorso dai fatti e l’interruzione dei rapporti con i soggetti indagati.

La Decisione della Cassazione: i Limiti del sequestro preventivo del terzo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo su tutta la linea le argomentazioni della ricorrente. La decisione si fonda su principi procedurali molto solidi e consolidati nella giurisprudenza.

Per quanto riguarda il primo motivo, la Corte lo ha ritenuto inammissibile per due ragioni: in primo luogo, perché la questione sulla durata delle indagini non era mai stata sollevata davanti al Tribunale del Riesame (c.d. divieto di novum in Cassazione); in secondo luogo, perché, secondo un orientamento consolidato, il termine delle indagini decorre dalla formale iscrizione del nome dell’indagato nel registro delle notizie di reato, e non da una data precedente basata sul compimento dei presunti atti illeciti.

Le motivazioni

Il cuore della decisione, tuttavia, risiede nell’analisi del secondo motivo, dove la Corte ribadisce un principio cruciale in materia di sequestro preventivo del terzo. I giudici hanno chiarito che il terzo, che assume di essere proprietario dei beni sequestrati ma non è indagato per il reato, non può contestare l’esistenza dei presupposti della misura cautelare, ovvero il fumus e il periculum.

La sua difesa deve concentrarsi esclusivamente su due aspetti:

1. Dimostrare la propria effettiva titolarità o disponibilità del bene.
2. Provare l’assenza di qualsiasi collegamento concorsuale con l’indagato e con il reato.

Contestare la fondatezza dell’accusa penale o il pericolo che ha giustificato il sequestro equivarrebbe a un intervento in favore dell’indagato, un’azione non consentita al terzo. La sfera di difesa del terzo è limitata alla sua posizione e al suo diritto sul bene, non si estende al merito dell’indagine penale principale. Le argomentazioni della società sulla regolarità delle operazioni commerciali e sulla mancanza di pericolo sono state quindi considerate estranee a ciò che un terzo può legittimamente dedurre in sede di impugnazione.

Le conclusioni

Questa sentenza conferma un orientamento rigoroso e consolidato: chi subisce il sequestro di un bene in qualità di terzo estraneo al reato ha un onere probatorio specifico e limitato. Non può trasformare l’incidente cautelare in un processo anticipato sul merito della responsabilità penale dell’indagato. Deve, invece, focalizzare la propria difesa sulla dimostrazione della propria titolarità e della propria buona fede, ovvero della sua completa estraneità alla presunta attività illecita. La decisione serve da monito per le imprese e i privati: in caso di coinvolgimento indiretto in procedimenti penali, la strategia difensiva deve essere calibrata con precisione sui binari procedurali consentiti dalla legge.

Un terzo proprietario di un bene può contestare un sequestro preventivo sostenendo che il reato non sussiste?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il terzo estraneo al reato non può contestare l’esistenza dei presupposti della misura cautelare (fumus commissi delicti e periculum in mora), ma può unicamente dedurre la propria effettiva titolarità del bene e l’assenza di un suo collegamento con l’indagato e con l’illecito.

Da quando decorre il termine di durata massima delle indagini preliminari?
La giurisprudenza costante, ribadita nella sentenza, afferma che il termine di durata delle indagini preliminari decorre dalla data in cui il pubblico ministero iscrive, nel registro delle notizie di reato, il nome della persona cui il reato è attribuito, e non dalla data di commissione dei fatti.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione un motivo di ricorso non discusso nel precedente grado di giudizio (riesame)?
No. In base al principio del ‘divieto di novum’, non sono deducibili per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione questioni che non siano state prospettate al giudice del riesame, specialmente se presuppongono un’indagine e una valutazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati