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Sequestro preventivo riciclaggio: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo per riciclaggio di oltre 865.000 euro. La Corte ha stabilito che, ai fini del sequestro, la prova del reato presupposto può basarsi su elementi logici e non richiede un accertamento giudiziale definitivo. Inoltre, ha ribadito che il semplice trasporto di denaro illecito integra il reato di riciclaggio, rendendo legittimo il sequestro preventivo riciclaggio anche in assenza di trasformazione dei beni.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Riciclaggio: I Criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14547/2025, si è pronunciata su un caso di sequestro preventivo riciclaggio, fornendo chiarimenti cruciali sui presupposti per l’adozione di tale misura. La decisione conferma la legittimità del sequestro di un’ingente somma di denaro anche quando la prova del reato presupposto non è ancora stata accertata giudizialmente, ma si basa su solidi elementi logici. Questo principio rafforza gli strumenti a disposizione della magistratura per contrastare i crimini economici.

I Fatti del Caso: Il Sequestro di un’Ingente Somma

Il caso ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, con cui veniva bloccata una somma complessiva di 865.531,22 euro, trovata in possesso di un soggetto sotto forma di contanti e assegni circolari. L’accusa era quella di riciclaggio, ai sensi dell’art. 648-bis del codice penale.

Il provvedimento veniva integralmente confermato dal Tribunale del riesame. Secondo i giudici, la versione difensiva sulla lecita disponibilità di una somma così cospicua da parte di un soggetto quasi nullatenente era totalmente implausibile. Le indagini avevano ipotizzato che i fondi provenissero da reati di estorsione e traffico di stupefacenti, commessi nell’ambito della criminalità organizzata locale, per la quale l’indagato avrebbe agito da corriere.

L’Impugnazione in Cassazione: I Motivi del Ricorso

L’indagato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, lamentando un’assoluta carenza di motivazione da parte del Tribunale del riesame. Nello specifico, il ricorso contestava la mancata individuazione del reato presupposto e del rapporto di pertinenzialità tra il denaro sequestrato e il presunto crimine (fumus commissi delicti). Inoltre, si denunciava l’assenza di un reale rischio di dispersione dei beni (periculum in mora).

Sequestro preventivo riciclaggio: L’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato e generico. I giudici hanno sottolineato come il ricorrente avesse l’onere di specificare in modo dettagliato le proprie doglianze già in sede di riesame. La genericità delle censure iniziali ha impedito al Tribunale di fornire risposte puntuali, rendendo inammissibile la riproposizione delle stesse questioni in sede di legittimità.

La Prova del Reato Presupposto nel Sequestro

Un punto centrale della decisione riguarda la prova del reato presupposto. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: ai fini del sequestro preventivo riciclaggio, non è necessario un accertamento giudiziale definitivo sulla commissione del delitto da cui provengono i fondi. Il giudice può affermarne l’esistenza attraverso prove logiche, basate su elementi fattuali concreti. Nel caso di specie, l’enorme quantità di denaro, l’assenza di giustificazioni plausibili e il contesto criminale di riferimento sono stati ritenuti elementi sufficienti a configurare il fumus del reato.

La Condotta di Riciclaggio: Oltre la Semplice Ricezione

La Corte ha inoltre precisato la portata della condotta di riciclaggio. Integra il reato non solo la trasformazione del denaro, ma anche la semplice ricezione consapevole di una somma proveniente da attività delittuosa. Anche il solo trasporto di denaro illecito da un luogo a un altro è stato considerato sufficiente a configurare il reato, poiché tale operazione, data la fungibilità del denaro e la non tracciabilità dello spostamento, è di per sé idonea a ostacolare l’identificazione della sua origine criminale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità sulla base di diversi punti fermi. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato generico e non specifico, violando l’onere di devoluzione che impone al ricorrente di articolare chiaramente le proprie contestazioni. In secondo luogo, le argomentazioni relative al fumus commissi delicti sono state ritenute manifestamente infondate, poiché i giudici di merito avevano correttamente identificato gli indizi del reato di riciclaggio e dei reati presupposti attraverso un ragionamento logico e coerente con le prove raccolte. Infine, riguardo al periculum in mora, la Corte ha ritenuto sufficiente il sintetico accenno del Tribunale al pericolo di dispersione, data la peculiarità della vicenda e l’assenza di specifiche contestazioni sul punto da parte della difesa.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma la solidità dei principi giurisprudenziali in materia di sequestro preventivo riciclaggio. Le conclusioni pratiche sono significative: per procedere al sequestro, è sufficiente dimostrare, anche tramite prove logiche, la probabile provenienza illecita dei fondi. Non è richiesta la prova certa e giudizialmente accertata del reato a monte. Inoltre, viene confermata un’interpretazione estensiva della condotta di riciclaggio, che include anche il mero trasporto di capitali illeciti. La pronuncia serve anche da monito sull’importanza di formulare ricorsi specifici e dettagliati, pena la loro inammissibilità.

È necessario un accertamento definitivo del reato presupposto per disporre un sequestro preventivo per riciclaggio?
No, la Corte ha chiarito che non è necessario. L’esistenza del reato presupposto può essere affermata dal giudice attraverso prove logiche e non richiede un accertamento giudiziale definitivo sulla sua commissione.

Il semplice trasporto di denaro di provenienza illecita costituisce riciclaggio?
Sì, la sentenza conferma che anche la condotta di chi trasporta denaro illecito da un luogo a un altro, senza compiere attività di trasformazione, integra il delitto di riciclaggio, poiché rende più difficile l’identificazione della sua origine.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione è troppo generico e non specifica i motivi di impugnazione?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Il ricorrente ha l’onere di specificare dettagliatamente le proprie doglianze. In assenza di tale specificità, la Corte di Cassazione non può esaminare nel merito le censure proposte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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