LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo quote: quando il socio non può agire

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un socio contro il sequestro preventivo quote sociali di due società, indagate per riciclaggio. La Corte ribadisce che il socio non ha legittimazione ad agire per la restituzione e che il ricorso delle società non può contestare il merito dei fatti, ma solo violazioni di legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo Quote Sociali: La Cassazione e i Limiti all’Impugnazione del Socio

Il tema del sequestro preventivo quote sociali è di grande attualità e rilevanza, specialmente quando coinvolge società e i loro soci. Con la sentenza n. 9401 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui limiti dell’impugnazione di tali provvedimenti, chiarendo in modo inequivocabile chi sia legittimato a ricorrere e per quali motivi. Questa pronuncia offre spunti fondamentali per comprendere le dinamiche processuali in materia di misure cautelari reali.

I Fatti del Caso

Un imprenditore, indagato per concorso in riciclaggio aggravato, presentava ricorso in Cassazione sia in proprio, sia come legale rappresentante di due società immobiliari. L’oggetto del contendere era un’ordinanza del Tribunale di Napoli che aveva confermato il sequestro preventivo delle quote sociali delle due società. La difesa contestava la misura cautelare, lamentando la mancanza di motivazione sulla sussistenza dei presupposti del sequestro, ovvero il fumus commissi delicti e il periculum in mora.

Il Tribunale aveva rigettato l’appello, e avverso tale decisione l’imprenditore si rivolgeva alla Suprema Corte, chiedendone l’annullamento per violazione di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili. Questa decisione si fonda su due distinti e consolidati principi giurisprudenziali che delineano i confini della tutela cautelare in ambito societario.

Per il ricorso presentato dall’imprenditore in proprio, la Corte ha rilevato un difetto di legittimazione. Per quello presentato in qualità di legale rappresentante delle società, ha riscontrato che le censure proposte esulavano dai motivi deducibili in sede di legittimità.

Le Motivazioni sul Sequestro Preventivo delle Quote

La sentenza analizza separatamente le due posizioni, fornendo una motivazione chiara e basata su precedenti giurisprudenziali consolidati.

Il Difetto di Legittimazione del Socio

La Corte ha ribadito un principio cardine: il singolo socio non è legittimato a impugnare provvedimenti di sequestro preventivo che colpiscono beni di proprietà di una società. Questo perché il socio non vanta un interesse concreto e attuale alla restituzione del bene, che appartiene alla società in quanto entità giuridica autonoma. Il diritto del socio alla sua quota non si traduce in un diritto immediato e diretto sui singoli beni societari. Pertanto, l’eventuale dissequestro avrebbe come effetto la restituzione del bene alla società, non al socio. Mancando questo collegamento diretto, viene meno la sua legittimazione ad agire in proprio.

I Limiti del Ricorso per le Società

Per quanto riguarda il ricorso presentato nell’interesse delle società, la Cassazione ha sottolineato come il sindacato di legittimità sulle ordinanze in materia di misure cautelari reali sia strettamente limitato alla violazione di legge, come previsto dall’art. 325 c.p.p. Non è consentito, in questa sede, contestare la valutazione dei fatti o delle prove compiuta dal giudice del riesame, né denunciare un ‘travisamento del fatto’. Una violazione di legge si configura solo in caso di mancanza assoluta di motivazione o di motivazione meramente apparente. Nel caso di specie, le doglianze del ricorrente si concentravano proprio su una presunta errata valutazione delle risultanze probatorie, un tipo di censura inammissibile davanti alla Corte di Cassazione in questo contesto.

La Corte ha inoltre osservato che il Tribunale aveva correttamente motivato la permanenza della misura, evidenziando il pericolo che la disponibilità delle società da parte dell’indagato potesse aggravare le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri illeciti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione in esame consolida due importanti principi di procedura penale. In primo luogo, stabilisce nettamente che la tutela dei beni societari spetta alla società stessa, attraverso i suoi organi, e non al singolo socio che agisca uti singulus. Questo rafforza la distinzione tra il patrimonio della società e quello personale dei soci. In secondo luogo, riafferma la natura del giudizio di Cassazione in materia di misure cautelari reali, che non è un terzo grado di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Gli operatori del diritto devono quindi prestare massima attenzione a formulare ricorsi che denuncino vizi di legittimità e non mere critiche alla valutazione fattuale del giudice precedente. L’esito del ricorso, con la condanna al pagamento delle spese e di un’ammenda, serve da monito sulla necessità di proporre impugnazioni fondate su motivi ammissibili.

Un singolo socio può impugnare il sequestro di beni appartenenti alla società?
No, secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, il singolo socio non è legittimato a impugnare i provvedimenti di sequestro preventivo di beni di proprietà di una società. Questo perché il socio non vanta un diritto immediato e diretto alla restituzione del bene, che spetta invece all’ente societario.

Quali sono i limiti del ricorso in Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo?
Il ricorso per Cassazione contro le ordinanze emesse in materia di sequestro preventivo è circoscritto alla sola violazione di legge. Non è possibile contestare la valutazione dei fatti o delle prove (‘travisamento del fatto’), ma unicamente la mancanza assoluta di motivazione o la presenza di una motivazione meramente apparente.

Perché i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili in questo caso?
Il ricorso proposto dal socio in proprio è stato dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione ad agire. Il ricorso proposto in qualità di legale rappresentante delle società è stato ritenuto inammissibile perché le censure sollevate contestavano la correttezza della motivazione nel merito, evocando un’errata valutazione delle prove, argomenti non consentiti in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati