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Sequestro preventivo: quando la motivazione è valida?

La Cassazione ha confermato un sequestro preventivo di oltre 275.000 euro a carico di un imprenditore e della sua società per reati fiscali e di riciclaggio. La Corte ha respinto il ricorso, ritenendo che un errore materiale nel provvedimento non lo invalidasse e che la motivazione sul *periculum in mora*, seppur sintetica, fosse sufficiente e non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: La Cassazione chiarisce i limiti della motivazione

Un recente intervento della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sulla legittimità del sequestro preventivo, specialmente riguardo ai requisiti di motivazione e ai limiti del sindacato di legittimità. La sentenza analizza il caso di un imprenditore e della sua società, colpiti da un sequestro per reati di riciclaggio e frode fiscale, confermando la validità della misura nonostante le doglianze della difesa.

I Fatti di Causa

Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno disponeva un sequestro preventivo di circa 275.000 euro nei confronti di un amministratore e della sua società di costruzioni. La misura era legata a gravi ipotesi di reato, tra cui il riciclaggio (art. 648-bis c.p.) e la dichiarazione fraudolenta (art. 2 D.Lgs. 74/2000). Il Tribunale del Riesame confermava il provvedimento, spingendo l’imprenditore a proporre ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso

La difesa basava il proprio ricorso su due principali motivi:

1. Violazione di legge procedurale: Si sosteneva la nullità del sequestro perché eseguito nei confronti della società senza una specifica richiesta del pubblico ministero o un provvedimento ad hoc del giudice. La difesa evidenziava un presunto errore materiale nel provvedimento originario che, a suo dire, inficiava la validità dell’intero atto.
2. Violazione di legge sostanziale: Veniva contestata la mancanza del cosiddetto periculum in mora, ovvero il pericolo concreto che i beni potessero essere sottratti all’eventuale confisca. Secondo il ricorrente, il Tribunale non aveva adeguatamente motivato la sussistenza di tale requisito, fondamentale per l’applicazione di una misura cautelare reale.

La Decisione della Cassazione sul sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi di ricorso, ritenendoli infondati. Con una decisione chiara, ha delineato i confini tra l’errore materiale emendabile e la nullità, e ha ribadito i limiti del proprio giudizio in materia di misure cautelari reali.

L’irrilevanza dell’errore materiale

Sul primo punto, la Corte ha osservato che l’intero impianto accusatorio, fin dai capi di imputazione, identificava chiaramente la società di costruzioni come entità coinvolta e l’indagato come suo legale rappresentante. Di conseguenza, era palese che il provvedimento di sequestro si riferisse a tale società. L’eventuale imprecisione formale non ha inciso sulla sostanza del provvedimento, risultando un mero errore materiale inidoneo a causarne la nullità.

Il periculum in mora e i limiti del ricorso per cassazione

Riguardo al secondo motivo, la Cassazione ha ricordato un principio consolidato: il ricorso contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo è ammesso solo per violazione di legge. In questa nozione rientrano gli errori di diritto e i vizi di motivazione talmente gravi da renderla inesistente o meramente apparente. Non è invece consentito alla Corte rivalutare nel merito gli elementi fattuali, come la sussistenza del periculum.

Le Motivazioni

Il Tribunale del Riesame, pur in modo “stringato”, aveva motivato in ordine al periculum, facendo riferimento alla “immediata disponibilità” dei beni da parte del ricorrente e al “contesto” criminale emerso dalle indagini. Secondo la Cassazione, questa motivazione, per quanto sintetica, è sufficiente a rendere comprensibile l’iter logico seguito dal giudice e non può essere considerata né mancante né apparente. Pertanto, la censura della difesa, che sollecitava una diversa lettura degli elementi di fatto, è stata giudicata inammissibile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza due principi fondamentali in tema di misure cautelari reali. In primo luogo, un errore materiale che non genera incertezza sull’identità del soggetto o dell’oggetto del provvedimento non ne determina la nullità. In secondo luogo, la valutazione sulla sussistenza del periculum in mora è una questione di merito, insindacabile in Cassazione se il provvedimento impugnato presenta una motivazione, anche sintetica, che sia logica e coerente. Questa pronuncia conferma che il controllo di legittimità si concentra sulla corretta applicazione delle norme e sulla tenuta logica della decisione, non sulla sua condivisibilità nel merito.

Un errore materiale nel nominativo della società destinataria può invalidare un sequestro preventivo?
No, secondo la Corte di Cassazione un errore materiale non invalida il provvedimento se dal contesto complessivo dell’atto e dagli atti di indagine è possibile identificare senza incertezze la persona fisica o giuridica destinataria della misura.

Una motivazione sintetica sul pericolo di dispersione dei beni (periculum in mora) è sufficiente per giustificare un sequestro preventivo?
Sì. La Cassazione ha ritenuto sufficiente una motivazione anche “stringata”, purché non sia meramente apparente o inesistente. Se il giudice spiega, anche brevemente, le ragioni del pericolo (es. immediata disponibilità dei beni e contesto delle indagini), la motivazione è considerata adeguata.

È possibile contestare davanti alla Corte di Cassazione la valutazione del ‘periculum in mora’ fatta dal giudice del riesame?
No, non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione nel merito della sussistenza del periculum in mora. Il ricorso per cassazione avverso le ordinanze in materia di sequestro è ammesso solo per violazione di legge, che include una motivazione totalmente assente o illogica, ma non una valutazione di fatto ritenuta semplicemente non condivisibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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