LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di sequestro preventivo di una cospicua somma di denaro. La somma era stata trovata nascosta insieme a sigarette di contrabbando. La Corte ha stabilito che la motivazione del Tribunale, che legava il denaro all’attività illecita, non era né mancante né illogica, e che il ricorso si limitava a richiedere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Contrabbandando: I Limiti del Ricorso in Cassazione

L’applicazione di un sequestro preventivo è uno strumento incisivo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ma cosa succede quando si ritiene che il provvedimento sia ingiusto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 14739 del 2024, offre chiarimenti fondamentali sui limiti del ricorso contro tali misure, specialmente quando la motivazione del giudice appare, secondo la difesa, insufficiente. Analizziamo il caso per comprendere i principi affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Durante una perquisizione, le forze dell’ordine rinvengono nell’abitazione di un soggetto una somma in contanti di 67.000,00 euro, oltre a diversi pacchetti di sigarette di contrabbando e alcuni fogli manoscritti riconducibili a un’attività di contabilità illecita. Il tutto era occultato nel doppio fondo di un armadio.

Il Giudice per le Indagini Preliminari dispone il sequestro preventivo sia del denaro che del materiale, ipotizzando il reato di contrabbando. L’indagato presenta una richiesta di riesame al Tribunale competente, sostenendo la provenienza lecita del denaro, derivante da risarcimenti assicurativi e dai ricavi non dichiarati dell’attività di pizzeria della moglie. Il Tribunale, tuttavia, rigetta la richiesta, confermando il sequestro. A questo punto, l’indagato propone ricorso per cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge e un vizio di motivazione da parte del Tribunale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: il ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro, è consentito solo per violazione di legge e non per un riesame dei fatti.

Il Perimetro del Ricorso e la Valutazione del Sequestro Preventivo

La Corte ribadisce che il suo compito non è quello di sovrapporre la propria valutazione a quella dei giudici di merito. Non può, in altre parole, ricostruire diversamente i fatti o valutare in modo differente le prove. Il controllo di legittimità è circoscritto alla verifica che non vi sia stata una palese violazione di norme giuridiche.

Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che nella ‘violazione di legge’ rientrano anche i vizi di motivazione così gravi da renderla inesistente o puramente apparente. Una motivazione è ‘apparente’ quando è talmente illogica, contraddittoria o priva dei requisiti minimi di coerenza da non rendere comprensibile il percorso logico-giuridico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione.

Analisi della Motivazione del Tribunale

Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto che la motivazione del Tribunale del riesame non fosse affatto apparente. Il Tribunale aveva, infatti, costruito un ragionamento logico e plausibile, basato su elementi concreti:
1. La co-occultazione: La somma di denaro, ingente e in contanti, era stata trovata nascosta insieme alle sigarette di contrabbando e a note contabili.
2. La pertinenza: Questa compresenza rendeva altamente probabile che il denaro fosse il profitto o il prodotto dell’attività illecita di contrabbando.
3. L’inconsistenza delle giustificazioni: Le spiegazioni alternative fornite dalla difesa (risarcimenti e ricavi della pizzeria) erano state considerate infondate, in quanto i risarcimenti erano di importo inferiore e non erano stati pagati in contanti, mentre i ricavi della pizzeria non erano stati in alcun modo dimostrati.

La Corte di Cassazione ha concluso che il ricorrente, riproponendo le stesse argomentazioni già respinte dal Tribunale, stava in realtà chiedendo una nuova e diversa valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si basano sulla netta distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. Il ricorso avverso un sequestro preventivo non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio, dove ridiscutere l’attendibilità delle prove o la plausibilità della ricostruzione accusatoria. Il Tribunale del riesame aveva fornito una motivazione adeguata e coerente, indicando chiaramente le ragioni per cui riteneva che il denaro fosse collegato al reato di contrabbando. Aveva considerato e motivatamente disatteso le argomentazioni difensive. Di fronte a una motivazione logica e non palesemente viziata, il compito della Cassazione si arresta, non potendo sindacare l’adeguatezza o la logicità della valutazione probatoria effettuata dal giudice di merito.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: per ottenere l’annullamento di un sequestro preventivo in Cassazione, non è sufficiente prospettare una diversa lettura degli elementi fattuali o criticare la valutazione del giudice di merito. È necessario dimostrare una vera e propria ‘violazione di legge’, che si configura solo quando la motivazione del provvedimento è del tutto assente, palesemente illogica o basata su un’errata applicazione di una norma di diritto. In assenza di tali vizi radicali, il ricorso è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove in un caso di sequestro preventivo?
No, il ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo, è consentito solo per violazione di legge. Non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione delle prove o una diversa ricostruzione dei fatti rispetto a quella effettuata dal giudice di merito.

Quando una motivazione di un provvedimento di sequestro preventivo può essere considerata illegittima dalla Corte di Cassazione?
Una motivazione è considerata illegittima se è del tutto mancante, contraddittoria o manifestamente illogica, al punto da non rendere comprensibile l’iter argomentativo seguito dal giudice. In questi casi, il vizio di motivazione viene equiparato a una violazione di legge, rendendo possibile l’annullamento del provvedimento.

Quali sono le conseguenze se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle Ammende, il cui importo viene determinato equitativamente dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati