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Sequestro preventivo: quando il ricorso è inammissibile

Un imprenditore ricorre contro un sequestro preventivo per opere abusive su un’area demaniale. La Cassazione dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che i termini per decidere sulle misure reali sono diversi da quelli per le misure personali e che una motivazione, anche se sintetica, è sufficiente a respingere il ricorso se non palesemente illogica.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: la Cassazione Dichiara Inammissibile il Ricorso per Abusi Edilizi

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22095/2025, affronta un caso di abusi edilizi e chiarisce i confini dell’impugnazione avverso un’ordinanza di sequestro preventivo. Questa decisione è di fondamentale importanza perché ribadisce principi procedurali cruciali, tra cui i limiti del sindacato di legittimità e l’onere di specificità dei motivi di ricorso. Analizziamo i dettagli di una pronuncia che definisce quando e perché un ricorso contro un sequestro può essere dichiarato inammissibile.

I Fatti di Causa: Opere Abusive e il Provvedimento di Sequestro

Il caso ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, avente ad oggetto opere abusive realizzate sull’area esterna di una storica villa situata a Portici. Le opere, consistenti in piattaforme di cemento, erano state realizzate in violazione di diverse normative, tra cui quelle urbanistiche (d.P.R. 380/01), paesaggistiche (d.lgs. 42/2004) e del codice della navigazione (artt. 54 e 1161 cod. nav.), data la prossimità con il demanio marittimo.

L’interessato presentava istanza di riesame, che veniva rigettata dal Tribunale di Napoli. Contro questa decisione, proponeva ricorso per cassazione, affidandosi a tre principali motivi di doglianza.

L’Analisi del Ricorso: i Motivi di Impugnazione

Il ricorrente lamentava:
1. Violazione di norme procedurali: Sosteneva che la decisione del Tribunale del Riesame fosse tardiva, in violazione dei termini previsti dal codice di procedura penale.
2. Violazione di legge sostanziale: Contestava la sussistenza del fumus boni iuris (la parvenza del reato) per una delle piattaforme, asserendo che fosse inclusa in un precedente titolo abilitativo.
3. Vizio di motivazione: Criticava la valutazione del Tribunale sulla natura demaniale di un’altra particella catastale interessata dalle opere, ritenendola incerta.

Le Motivazioni della Cassazione sul Sequestro Preventivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, fornendo chiarimenti essenziali su ogni punto sollevato.

Distinzione tra Misure Reali e Personali

In primo luogo, la Corte ha smontato il motivo procedurale. Ha ribadito un principio consolidato: i termini perentori previsti per le decisioni in materia di misure cautelari personali (che incidono sulla libertà dell’individuo) non si applicano alle misure cautelari reali, come il sequestro preventivo. La logica è che la tutela del patrimonio e quella della libertà personale rispondono a esigenze diverse e godono di garanzie differenti. Pertanto, il presunto ritardo nella decisione del Tribunale non costituiva una violazione di legge.

Limiti del Giudizio di Legittimità sul Sequestro Preventivo

Per quanto riguarda i motivi di merito, la Cassazione ha ricordato che il suo compito non è rivalutare le prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Il ricorso contro un sequestro preventivo è ammesso solo per ‘violazione di legge’. In questa nozione rientrano gli errori di diritto e i vizi di motivazione talmente gravi da renderla inesistente o meramente apparente.

Nel caso specifico, il Tribunale aveva adeguatamente motivato la sua decisione, basandosi sulle risultanze di un sopralluogo effettuato da personale qualificato (Polizia Locale, Capitaneria di Porto e Soprintendenza). Tali accertamenti avevano concluso per la natura abusiva delle opere. La difesa aveva contrapposto altri elementi probatori, ma la valutazione della loro rilevanza spetta al giudice di merito e non può essere censurata in sede di legittimità, a meno di una palese illogicità, qui non riscontrata.

Pluralità di ‘Rationes Decidendi’ e Onere dell’Impugnazione

Infine, la Corte ha evidenziato un errore fatale nel terzo motivo di ricorso. Il Tribunale aveva basato la sussistenza del periculum in mora (il pericolo nel ritardo) su due argomentazioni autonome: la mancata ultimazione delle opere e la natura permanente del reato su area demaniale. Il ricorrente aveva contestato solo la seconda (la demanialità della particella), ignorando completamente la prima. La Cassazione ha applicato il principio secondo cui, in presenza di più rationes decidendi (ragioni della decisione) indipendenti e autosufficienti, il ricorso è inammissibile se non le contesta tutte. Basta infatti che una sola di esse regga per sorreggere l’intera decisione.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre una guida chiara sui requisiti di ammissibilità di un ricorso contro un sequestro preventivo. Le implicazioni pratiche sono evidenti: non è sufficiente dissentire dalla valutazione del giudice di merito, ma è necessario dimostrare una chiara violazione di legge o una motivazione inesistente. Inoltre, l’onere di specificità impone al ricorrente di attaccare tutte le autonome ragioni che fondano la decisione impugnata. In assenza di questi requisiti, il ricorso è destinato all’inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

I termini per decidere su un ricorso contro un sequestro preventivo sono gli stessi previsti per le misure cautelari personali?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che la previsione di termini perentori, come quella dell’art. 311 comma 5-bis cod. proc. pen., non si applica alle misure cautelari reali come il sequestro preventivo.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione delle prove fatta dal Tribunale del riesame?
No, il ricorso per cassazione contro ordinanze in materia di sequestro è ammesso solo per violazione di legge. Non si può dedurre l’illogicità della motivazione o chiedere una nuova valutazione delle prove, a meno che la motivazione sia talmente viziata da risultare mancante o meramente apparente.

Cosa succede se la decisione del giudice si basa su più ragioni e il ricorso ne contesta solo una?
Il ricorso è inammissibile per mancanza di specificità. Se una decisione è sorretta da più rationes decidendi (ragioni della decisione) autonome e sufficienti, il ricorrente ha l’onere di contestarle tutte, altrimenti il ricorso non può essere accolto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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