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Sequestro preventivo: quando è possibile un nuovo sequestro?

La Corte di Cassazione ha stabilito che è possibile emettere un nuovo provvedimento di sequestro preventivo sugli stessi beni anche dopo un annullamento, qualora la prima decisione fosse basata su vizi formali, come la totale assenza di motivazione sul ‘periculum in mora’. La Corte chiarisce che il principio del ‘ne bis in idem’ cautelare non opera in modo assoluto e può essere superato dalla presenza di nuovi elementi investigativi o da una corretta motivazione prima assente. La sentenza analizza in dettaglio i presupposti per un legittimo secondo sequestro, rigettando il ricorso di un’indagata per reati fiscali.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo Reiterato: Legittimo se il Primo Annullamento è per Vizi Formali

Un nuovo sequestro preventivo sugli stessi beni è possibile anche dopo un annullamento? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26986/2025, offre una risposta chiara, delineando i confini del principio del ne bis in idem in materia cautelare. La decisione sottolinea che un annullamento per motivi puramente formali, come la mancanza di motivazione sul periculum in mora, non preclude l’emissione di un nuovo provvedimento, specialmente se supportato da elementi investigativi ulteriori.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso di un’imprenditrice contro un’ordinanza del Tribunale della libertà che confermava un sequestro preventivo d’urgenza sui suoi beni. La difesa sosteneva che tale provvedimento fosse illegittimo per due ragioni principali. In primo luogo, violava il principio del ne bis in idem (o ‘giudicato cautelare’), poiché un precedente decreto di sequestro, riguardante gli stessi fatti e beni, era già stato annullato dallo stesso Tribunale. In secondo luogo, il nuovo provvedimento mancava, a dire della ricorrente, di una valida motivazione circa il periculum in mora, ovvero il pericolo concreto che i beni potessero essere dispersi nelle more del procedimento.

I Motivi del Ricorso e le difese dell’imputato

La difesa ha articolato il ricorso su due pilastri:

1. Violazione del ne bis in idem: L’imputata sosteneva che, essendo già intervenuto un annullamento, l’autorità giudiziaria non potesse disporre un nuovo sequestro per gli stessi fatti, in assenza di elementi di novità sostanziali.
2. Carenza del periculum in mora: Si contestava che la motivazione del sequestro fosse ‘apparente’, basata su affermazioni ipotetiche e non su prove concrete del rischio di dispersione del patrimonio, considerato anche che i beni erano rimasti nella disponibilità degli indagati per circa cinque anni dopo i fatti contestati.

Analisi della Corte sulla legittimità del nuovo sequestro preventivo

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su entrambi i punti sollevati.

Il Principio del Ne Bis in Idem Cautelare

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il divieto di bis in idem in ambito cautelare non è assoluto. In particolare, non opera quando il precedente provvedimento di sequestro è stato annullato per ragioni meramente formali. Nel caso di specie, il primo annullamento era avvenuto per ‘totale carenza motivazionale in ordine alla sussistenza del periculum in mora’. Un vizio di forma, dunque, che non crea un ‘giudicato cautelare’ sul merito della questione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che il pubblico ministero aveva emesso il nuovo provvedimento prima del deposito delle motivazioni della precedente ordinanza di annullamento. Finché le ragioni della decisione non sono note, non può formarsi alcuna preclusione. A ciò si aggiunge un elemento decisivo: la Procura aveva introdotto un novum investigativo, ovvero un’annotazione di polizia giudiziaria che segnalava la costituzione di due nuove società da parte di altri indagati, con lo stesso oggetto sociale di quelle sotto inchiesta. Questo fatto è stato ritenuto un valido indicatore del tentativo di svuotare i patrimoni, giustificando così la nuova misura cautelare.

La Valutazione del Periculum in Mora

Sul secondo motivo di ricorso, la Cassazione ha ritenuto che la motivazione del nuovo provvedimento non fosse affatto ‘apparente’. Il Tribunale aveva correttamente valorizzato una serie di elementi specifici per dimostrare il pericolo di dispersione:

* La personalità degli indagati e la loro capacità organizzativa nel realizzare condotte illecite.
* La creazione di nuove società, interpretata come un tentativo di sottrarre i patrimoni alla giustizia.
* Il fatto che la società della ricorrente avesse evaso una somma ingente (oltre 177.000 euro) e avesse presunti collegamenti con la criminalità locale, circostanze che avrebbero agevolato l’occultamento dei beni.

Questi elementi, considerati nel loro insieme, costituiscono una base solida e concreta per giustificare l’urgenza del sequestro preventivo, superando la mera ipotesi teorica.

Le Motivazioni

La decisione della Corte si fonda sulla distinzione tra vizi sostanziali e vizi formali di un provvedimento. Un annullamento basato sull’assenza di motivazione non entra nel merito della sussistenza dei presupposti per la misura cautelare, ma si limita a censurare un difetto procedurale. Di conseguenza, non impedisce all’accusa di ripresentare la richiesta, questa volta corredata da una motivazione adeguata e, possibilmente, da nuovi elementi di prova. Il principio del ne bis in idem è posto a tutela dell’individuo contro un accanimento giudiziario sul merito, non contro la correzione di errori procedurali. La Corte ha inoltre valorizzato la proattività del pubblico ministero che, di fronte all’annullamento, ha non solo colmato il vuoto motivazionale ma ha anche arricchito il quadro probatorio con nuove risultanze investigative, dimostrando la concretezza del pericolo di dispersione patrimoniale.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 26986/2025 rafforza un importante principio di procedura penale: la possibilità di reiterare un sequestro preventivo non è esclusa a priori dopo un annullamento. È legittimo emettere un nuovo provvedimento se il primo è stato invalidato per un difetto di forma, come la motivazione mancante o apparente, e se la nuova richiesta è sorretta da una motivazione completa e da elementi fattuali concreti che dimostrino il periculum in mora. La decisione chiarisce che il ‘giudicato cautelare’ si forma solo su decisioni di merito e non su annullamenti procedurali, garantendo così un equilibrio tra i diritti della difesa e le esigenze investigative dello Stato.

È possibile emettere un nuovo sequestro preventivo sugli stessi beni dopo che un precedente sequestro è stato annullato?
Sì, è possibile. La sentenza chiarisce che se l’annullamento del primo sequestro è avvenuto per un vizio di forma, come la totale assenza di motivazione sul pericolo di dispersione dei beni (periculum in mora), ciò non preclude l’emissione di un nuovo provvedimento correttamente motivato, specialmente se supportato da nuovi elementi investigativi.

Il principio del ‘ne bis in idem’ (divieto di un secondo giudizio) si applica in modo assoluto alle misure cautelari come il sequestro?
No. In ambito cautelare, questo principio ha un’applicazione più flessibile. Non impedisce un nuovo provvedimento se il precedente è stato annullato per ragioni procedurali o formali e non per una valutazione negativa nel merito dei presupposti del sequestro (ad esempio, l’insussistenza del fumus commissi delicti).

Cosa si intende per ‘motivazione apparente’ e perché porta all’annullamento di un sequestro?
Per ‘motivazione apparente’ si intende una motivazione che è solo formalmente presente ma è priva di un reale contenuto argomentativo legato al caso specifico. Utilizza formule generiche, apodittiche o di stile che non spiegano concretamente perché, nel caso specifico, sussistono i presupposti per la misura. Un provvedimento con tale vizio viene annullato perché equivale a un provvedimento senza alcuna motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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