LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Sequestro preventivo: quando è legittimo per abusi?

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo per abusi edilizi. Decisive le variazioni essenziali rispetto al progetto, come altezze maggiori e piani seminterrati realizzati fuori terra, che integrano il ‘fumus commissi delicti’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Abusi Edilizi: La Cassazione Chiarisce i Limiti

Il sequestro preventivo di un cantiere è uno strumento incisivo a disposizione della magistratura per bloccare la prosecuzione di illeciti edilizi. Ma quali sono i presupposti per la sua applicazione e quali i limiti per contestarlo? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali, chiarendo quando le difformità rispetto al progetto autorizzato sono così gravi da giustificare il blocco dei lavori e rendendo quasi impossibile un ricorso basato sulla sola rilettura dei fatti.

I Fatti: la Costruzione “Fuori Progetto”

Il caso esaminato riguarda il sequestro preventivo di un immobile in costruzione in un comune siciliano. A seguito di un sopralluogo, la polizia municipale aveva riscontrato numerose e significative differenze tra l’opera in corso di realizzazione e il progetto approvato. Le principali irregolarità contestate includevano:

* Piano cantinato fuori terra: Il piano interrato, che secondo il progetto doveva essere completamente sottoterra, risultava in realtà fuori terra su più lati.
* Altezze superiori: In tutti i piani dell’edificio, l’altezza interna era maggiore di quella autorizzata, con scostamenti che andavano da 35 a 42 cm.

Sulla base di questi elementi, il Giudice per le Indagini Preliminari aveva convalidato il sequestro d’urgenza, ritenendo che tali modifiche costituissero una “variazione essenziale” e integrassero quindi il reato di abuso edilizio. La decisione era stata confermata anche dal Tribunale della Libertà in sede di riesame.

La Difesa dell’Imputato e il Ricorso in Cassazione

Il costruttore, tramite il suo legale, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, contestando la legittimità del provvedimento. La difesa si basava principalmente su tre argomenti:

1. Mancata valutazione del fumus commissi delicti: Il Tribunale si sarebbe limitato a una valutazione astratta, senza considerare che i lavori erano ancora in corso e che, ad esempio, il piano cantinato sarebbe stato interrato a fine cantiere.
2. Illogicità della motivazione: Le variazioni contestate, secondo la difesa, non erano essenziali e rientravano nei parametri urbanistici locali e nelle norme di settore.
3. Violazione di una legge regionale: Le maggiori altezze riscontrate, a dire del ricorrente, erano conformi a una specifica legge della Regione Sicilia, non considerata dal giudice.

Il sequestro preventivo e i limiti del giudizio in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio cardine del nostro sistema processuale. Il ricorso per cassazione contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo è consentito solo per “violazione di legge” (art. 325 c.p.p.).

Questo significa che non è possibile chiedere ai giudici supremi di riesaminare i fatti o di valutare la logicità delle motivazioni del Tribunale, a meno che queste non siano talmente carenti o contraddittorie da equivalere a una loro totale assenza. Nel caso specifico, i motivi del ricorso miravano a una rilettura degli elementi di fatto, attività preclusa in sede di legittimità.

Le motivazioni

La Corte ha ritenuto che la decisione del Tribunale fosse fondata su basi solide e non presentasse alcuna violazione di legge. Il fumus commissi delicti era stato individuato in modo concreto, sulla base di precisi elementi fattuali emersi durante il sopralluogo. Le difformità accertate, in particolare la realizzazione di un piano seminterrato fuori terra e l’aumento sistematico delle altezze interne oltre i limiti di tolleranza, sono state considerate “variazioni essenziali” che modificano sagoma e volumetria dell’edificio, integrando il reato edilizio.

I giudici hanno specificato che tali opere necessitavano di un nuovo titolo abilitativo, mai richiesto. Inoltre, hanno respinto la tesi difensiva secondo cui il piano sarebbe stato interrato a fine lavori, considerandola irrilevante di fronte allo stato dei luoghi e alla conformazione dei muri perimetrali. Anche il richiamo alla legge regionale è stato ritenuto non pertinente, poiché le maggiori altezze rilevate superavano i limiti di deroga consentiti da tale normativa.

Infine, è stato confermato anche il periculum in mora, ovvero il pericolo che la prosecuzione dei lavori abusivi potesse compromettere ulteriormente l’assetto urbanistico del territorio.

Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento chiaro: un provvedimento di sequestro preventivo fondato su accertamenti fattuali precisi, che dimostrano una significativa e palese difformità tra l’opera costruita e quella autorizzata, è difficilmente attaccabile in Cassazione. Per ottenere l’annullamento del sequestro, non è sufficiente proporre una diversa interpretazione dei fatti, ma è necessario dimostrare una chiara violazione di una norma di diritto o un vizio di motivazione talmente grave da renderla inesistente. Questa decisione sottolinea l’importanza di operare sempre in stretta conformità con i titoli abilitativi, poiché le conseguenze di eventuali abusi possono essere immediate e difficilmente reversibili in via giudiziaria.

Quando è legittimo un sequestro preventivo per abusi edilizi?
È legittimo quando esistono gravi indizi di reato (il cosiddetto “fumus commissi delicti”), come la realizzazione di opere con variazioni essenziali rispetto al progetto autorizzato (es. altezze maggiori, piani interrati realizzati fuori terra) e il pericolo che la libera disponibilità del bene possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato.

È possibile contestare la valutazione dei fatti del giudice in un ricorso per cassazione contro un sequestro preventivo?
No, il ricorso per cassazione contro un’ordinanza in materia di sequestro preventivo è ammesso solo per “violazione di legge”. Non è possibile chiedere alla Corte di Cassazione una nuova valutazione degli elementi di fatto, ma solo contestare errori di diritto o una motivazione del tutto mancante o palesemente illogica.

Cosa si intende per “variazione essenziale” che giustifica un sequestro preventivo in questo caso?
La sentenza indica come variazioni essenziali quelle che modificano in modo rilevante il progetto autorizzato, come la realizzazione di un piano cantinato fuori terra anziché interrato e l’aumento significativo delle altezze interne dei vani oltre i limiti di tolleranza previsti, necessitando di un nuovo titolo abilitativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati