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Sequestro preventivo periculum in mora: la Cassazione

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente. La decisione si fonda sulla totale assenza di motivazione riguardo al ‘periculum in mora’ nel provvedimento originario, un vizio considerato insanabile che porta alla nullità dell’atto. La Corte ribadisce che il giudice deve sempre spiegare il rischio concreto di dispersione dei beni per giustificare la misura cautelare, e tale lacuna non può essere colmata dal Tribunale del riesame.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo e Periculum in Mora: Senza Motivazione il Decreto è Nullo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. N. 39148/2024) riafferma un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: il sequestro preventivo periculum in mora richiede una motivazione specifica e non apparente, la cui totale assenza determina la nullità insanabile del provvedimento. Questa pronuncia, richiamando l’autorevole precedente delle Sezioni Unite ‘Ellade’, delinea con chiarezza i confini del potere del giudice e i diritti della difesa, sottolineando come l’anticipazione degli effetti di una confisca debba essere sempre giustificata da un pericolo concreto e attuale.

Il Caso: Un Sequestro Contestato alla Radice

La vicenda trae origine da un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, emesso dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti dell’amministratore di una società per reati tributari. Il provvedimento colpiva i beni personali dell’indagato. La difesa proponeva istanza di riesame, lamentando, tra i vari motivi, la completa assenza di motivazione nel decreto originario riguardo al periculum in mora, ovvero il rischio che i beni potessero essere dispersi nelle more del giudizio.

Il Tribunale del riesame rigettava l’istanza, ritenendo implicitamente superata la questione. Contro questa decisione, la difesa ricorreva in Cassazione, evidenziando come il Tribunale avesse erroneamente tentato di ‘integrare’ una motivazione del tutto inesistente, in violazione dei principi procedurali.

L’Annullamento e il Ruolo del Sequestro Preventivo Periculum in Mora

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio sia l’ordinanza del riesame sia il decreto di sequestro originario. La decisione si fonda su un punto cruciale: il potere del Tribunale del riesame di integrare la motivazione di un provvedimento cautelare non può essere esercitato quando la motivazione è totalmente assente su un presupposto fondamentale come il periculum in mora.

Una carenza totale, infatti, non è una semplice insufficienza, ma un vizio radicale che determina la nullità del provvedimento genetico. Il giudice che emette il sequestro ha l’obbligo di spiegare le ragioni concrete per cui è necessario anticipare l’effetto ablativo della confisca, illustrando il pericolo che, attendendo la fine del processo, i beni possano essere modificati, dispersi, deteriorati o alienati.

Le Motivazioni: L’Insegnamento delle Sezioni Unite ‘Ellade’

Il cuore della motivazione della Suprema Corte risiede nel richiamo diretto ai principi stabiliti dalla sentenza delle Sezioni Unite n. 36959/2021, nota come ‘Ellade’. Tale pronuncia ha chiarito in modo inequivocabile che ogni provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche quella obbligatoria, deve contenere una concisa ma effettiva motivazione sul ‘periculum in mora’.

La ratio di questa misura cautelare è proprio quella di preservare i beni per garantire l’efficacia di una futura confisca. Di conseguenza, il giudice deve esplicitare perché l’apprensione immediata dei beni sia indispensabile, rapportando il pericolo alle specifiche circostanze del caso. La Cassazione sottolinea che una motivazione assente su questo punto cruciale vizia irrimediabilmente l’atto, trasformandolo in un provvedimento nullo che il Tribunale del riesame non può ‘sanare’, ma solo annullare.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un importante baluardo a tutela dei diritti patrimoniali dell’individuo nel procedimento penale. Le conclusioni pratiche sono significative:

1. Obbligo di Motivazione Rafforzato: I Pubblici Ministeri che richiedono un sequestro e i Giudici che lo emettono devono prestare la massima attenzione a motivare adeguatamente non solo il fumus boni iuris (la plausibilità del reato), ma anche e soprattutto il periculum in mora, indicando elementi concreti che giustifichino il timore di dispersione dei beni.
2. Limiti del Potere Integrativo del Riesame: Viene chiarito che il Tribunale del riesame non è un ‘soccorritore’ di provvedimenti radicalmente nulli. Il suo potere integrativo si applica a motivazioni insufficienti o incomplete, ma non a quelle del tutto assenti su un presupposto essenziale della misura.
3. Strumento per la Difesa: Per gli avvocati, questa pronuncia rappresenta un solido argomento per contestare decreti di sequestro privi di una reale motivazione sul pericolo, potendo chiederne l’annullamento per nullità radicale.

Perché la motivazione sul ‘periculum in mora’ è essenziale per la validità di un sequestro preventivo?
Perché la ratio della misura cautelare è proprio quella di preservare i beni da un pericolo concreto e attuale di dispersione, modifica o alienazione nelle more del giudizio. Il giudice deve spiegare perché è necessario agire subito, anticipando gli effetti di una futura confisca, altrimenti il provvedimento è illegittimo.

Il Tribunale del riesame può correggere un decreto di sequestro in cui manca totalmente la motivazione sul ‘periculum in mora’?
No. La sentenza chiarisce che una totale carenza di motivazione su questo punto costituisce una nullità radicale del provvedimento. Il Tribunale del riesame non ha il potere di ‘integrare’ o ‘sanare’ una motivazione inesistente, ma deve annullare l’atto viziato.

Qual è la conseguenza di un decreto di sequestro emesso senza alcuna motivazione sul ‘periculum in mora’?
La conseguenza è la nullità del decreto di sequestro ai sensi del combinato disposto degli artt. 309, comma 9, e 324, comma 7, cod. proc. pen. La Corte di Cassazione, come nel caso di specie, deve annullare senza rinvio sia l’ordinanza del riesame che lo ha illegittimamente confermato, sia il decreto di sequestro originario, ordinando la restituzione dei beni all’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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