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Sequestro preventivo opere abusive: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un proprietario contro un’ordinanza di sequestro preventivo per opere abusive. Il caso riguardava interventi edilizi su porticati preesistenti, già abusivi, trasformati in nuove unità abitative. La Corte ha stabilito che la modifica di un’opera abusiva costituisce un nuovo reato, giustificando pienamente il sequestro preventivo per la sussistenza del ‘fumus del reato’ e del ‘periculum in mora’, dato l’aggravio del carico urbanistico e l’impatto paesaggistico.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo per Opere Abusive: Quando la Modifica di un Abuso è un Nuovo Reato

Il tema degli abusi edilizi è una questione complessa e delicata. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20664 del 2025, offre importanti chiarimenti su un aspetto cruciale: la validità del sequestro preventivo per opere abusive realizzate su strutture preesistenti già illegali. Questa decisione sottolinea come la prosecuzione o la modifica di un abuso edilizio configuri un nuovo reato, autonomo e distinto dal precedente, legittimando pienamente l’intervento cautelare. Approfondiamo l’analisi della Corte.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso presentato dal proprietario di un immobile avverso un’ordinanza del tribunale del riesame. Quest’ultimo aveva confermato il sequestro preventivo disposto su una porzione di fabbricato a seguito della realizzazione di opere edilizie ritenute abusive.

Nello specifico, il proprietario era intervenuto su dei porticati preesistenti, a loro volta già considerati abusivi e risalenti a un’epoca precedente al suo acquisto dell’immobile. Tali interventi avevano portato alla creazione di nuove strutture volumetriche, tra cui un bilocale autonomo e un’altra struttura chiusa con terrazza accessibile. Il tribunale aveva revocato il solo sequestro probatorio, ma confermato quello preventivo, ritenendo che le nuove opere aggravassero il carico urbanistico e costituissero una prosecuzione dell’attività illecita.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due motivi principali.

In primo luogo, sosteneva l’insussistenza del fumus del reato e del periculum in mora. A suo dire, l’unico illecito era relativo ai porticati originari, un reato ormai interessato dalla prescrizione. Gli interventi successivi, a suo avviso, non incidevano sul carico urbanistico, data la destinazione residenziale preesistente dell’area.

In secondo luogo, lamentava la mancata motivazione del giudice circa la richiesta di revoca parziale del sequestro su uno specifico mappale, che a suo parere non era stato interessato dagli interventi contestati.

Il Sequestro Preventivo per Opere Abusive: L’Analisi della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la decisione del tribunale del riesame corretta e ben motivata. L’analisi dei giudici si è concentrata sui presupposti fondamentali del sequestro preventivo.

Il Fumus del Reato: la Prosecuzione dell’Abuso

Il punto centrale della decisione è che intervenire su strutture preesistenti, anche se già abusive, per modificarle e creare nuovi volumi, non è una mera continuazione di un vecchio illecito, ma integra un nuovo e autonomo reato edilizio. La Corte ha evidenziato come la realizzazione di un bilocale autonomo e di una struttura chiusa con terrazza non possa essere considerata un’opera minore. Si tratta, a tutti gli effetti, di una ‘prosecuzione di opere abusive’ che costituisce il fumus necessario per il sequestro. La tesi difensiva, secondo cui si discuteva solo dell’abusività dei vecchi portici prescritti, è stata ritenuta estranea ai fatti contestati.

Il Periculum in Mora: l’Aggravio del Carico Urbanistico e Paesaggistico

La Corte ha inoltre confermato la sussistenza del periculum in mora. Secondo i giudici, la creazione di nuove unità abitative, come un bilocale, amplia l’offerta abitativa dell’area e determina inevitabilmente un aggravio del carico urbanistico, indipendentemente dalle dimensioni. Inoltre, la realizzazione di una nuova terrazza accessibile è stata considerata un intervento in grado di consentire un ‘uso antropico’ con un impatto negativo sul paesaggio della zona. Questa valutazione, secondo la Cassazione, giustifica ampiamente la persistenza del vincolo cautelare per evitare ulteriori danni.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio consolidato secondo cui qualsiasi intervento che modifica una struttura edilizia abusiva, creando un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente, costituisce un nuovo reato. Non rileva che l’opera originaria fosse già illegale o che il relativo reato fosse prescritto. L’attività successiva dà vita a una nuova violazione della normativa urbanistica. Di conseguenza, sussistono pienamente i presupposti per il sequestro preventivo per opere abusive: il fumus, dato dalla realizzazione delle nuove opere, e il periculum, rappresentato dall’aggravio del carico urbanistico e dall’impatto negativo sul paesaggio, che il sequestro mira a bloccare.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un messaggio molto chiaro per proprietari di immobili e operatori del settore: non si può ‘sanare’ una situazione di abuso edilizio con un altro abuso. Intervenire su una struttura illegale, anziché procedere alla sua demolizione o alla regolarizzazione ove possibile, espone al rischio concreto di un nuovo procedimento penale e di misure cautelari come il sequestro. La prescrizione del reato originario non offre alcuna immunità per le opere successive. La decisione evidenzia la necessità di una valutazione estremamente prudente prima di intraprendere qualsiasi lavoro su immobili con preesistenze non conformi, sottolineando la severità dell’ordinamento nel reprimere la continuazione e l’aggravamento degli illeciti edilizi.

Modificare un’opera edilizia già abusiva costituisce un nuovo reato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, realizzare lavori che modificano precedenti strutture abusive, creando nuove volumetrie (come un bilocale o una struttura chiusa), integra un nuovo e autonomo reato di abuso edilizio, distinto dal precedente.

Perché il sequestro preventivo è stato confermato anche se le opere originarie erano forse prescritte?
Il sequestro non riguardava le opere originarie (i porticati), ma gli interventi successivi realizzati dal nuovo proprietario. Poiché questi interventi costituiscono un nuovo reato, la prescrizione del reato più vecchio è irrilevante per la legittimità del sequestro sulle nuove opere.

Un intervento che crea un bilocale può essere considerato un aggravio del carico urbanistico tale da giustificare un sequestro?
Sì, la Corte ha stabilito che la realizzazione di un bilocale autonomo, anche se di dimensioni ridotte, amplia l’offerta abitativa di un’area e questo, di per sé, determina un aggravio del carico urbanistico che giustifica la persistenza del sequestro preventivo per evitare ulteriori conseguenze negative.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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