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Sequestro preventivo: onere di motivazione del riesame

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per truffa aggravata legata a crediti fiscali per lavori edili. La decisione si fonda sul difetto di motivazione del Tribunale del riesame, che non ha considerato la documentazione difensiva attestante la parziale esecuzione dei lavori. La Suprema Corte ha ribadito che il giudice del riesame ha l’obbligo di valutare autonomamente tutti gli elementi, inclusi quelli forniti dalla difesa, per verificare la sussistenza del ‘fumus commissi delicti’, soprattutto quando l’inesistenza dei lavori non è totale ma parziale.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo e Truffa sui Bonus: La Difesa Va Ascoltata

In materia di sequestro preventivo, specialmente nei casi complessi come le presunte truffe sui bonus edilizi, il ruolo del Tribunale del riesame è cruciale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 15155/2024) ha riaffermato un principio fondamentale: il giudice del riesame non può limitarsi a confermare l’impianto accusatorio, ma ha il preciso dovere di esaminare e valutare approfonditamente anche gli argomenti e i documenti prodotti dalla difesa. Pena, l’annullamento del provvedimento di sequestro per difetto di motivazione.

I Fatti del Caso: Sequestro per Truffa sui Bonus Edilizi

Il caso trae origine da un’indagine per truffa aggravata legata all’ottenimento di crediti fiscali per lavori di ristrutturazione. Secondo l’accusa, il direttore dei lavori, in concorso con i proprietari dell’immobile e l’impresa esecutrice, avrebbe attestato falsamente l’esecuzione di opere edili in realtà mai realizzate, inducendo così in errore l’Agenzia delle Entrate.

Sulla base di queste accuse, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) aveva disposto un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca diretta o per equivalente, di beni e somme di denaro fino a un valore di 227.000 euro, corrispondente al presunto profitto del reato. L’indagato proponeva istanza di riesame, producendo una cospicua documentazione (pratiche amministrative, contratti di subappalto, fatture per forniture) volta a dimostrare che i lavori, sebbene non completati, erano stati effettivamente avviati ed eseguiti in parte. Il Tribunale del riesame, tuttavia, rigettava l’istanza, confermando il sequestro.

La Decisione della Corte di Cassazione

Investita del ricorso, la Suprema Corte ha accolto le doglianze della difesa, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. La decisione si fonda su un vizio procedurale di capitale importanza: il difetto di motivazione.

L’Importanza della Motivazione nel Sequestro Preventivo

I giudici di legittimità hanno evidenziato come il Tribunale del riesame non avesse fornito alcuna argomentazione in merito all’esame della documentazione difensiva. Il tema centrale non era l’inesistenza assoluta dei lavori, quanto piuttosto la loro parziale esecuzione. Questo aspetto era decisivo per due motivi:

1. Accertare il fumus commissi delicti: Verificare se l’esecuzione parziale fosse comunque ostativa al riconoscimento del credito fiscale.
2. Quantificare il profitto: Individuare esattamente la misura dell’eventuale profitto illecito, che non poteva coincidere con l’intero valore dei crediti se una parte dei lavori era stata effettivamente realizzata.

La motivazione del Tribunale è stata quindi ritenuta meramente ‘apparente’, poiché non dava conto del percorso logico-giuridico seguito per disattendere le prove fornite dall’indagato.

Il Dovere di Valutare le Prove della Difesa

Richiamando l’insegnamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che il giudice del riesame ha un potere-dovere di controllo che si estende alla valutazione degli elementi forniti dalla difesa. Ignorare tali elementi, o non motivare adeguatamente le ragioni per cui vengono ritenuti irrilevanti, equivale a un’omessa motivazione e integra una violazione di legge.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha stabilito che, di fronte a specifiche censure supportate da prove documentali, il Tribunale del riesame è tenuto a un apprezzamento indipendente e autonomo. Non può limitarsi a ratificare le conclusioni dell’accusa senza confrontarle con le contro-argomentazioni difensive. La documentazione prodotta dall’indagato appariva, almeno in astratto, ‘potenzialmente idonea’ a provare l’esecuzione (anche solo parziale) dei lavori. L’assenza di una valutazione su questo punto ha reso l’ordinanza illegittima e ne ha imposto l’annullamento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza le garanzie difensive nella fase cautelare. Essa chiarisce che il sequestro preventivo non può fondarsi su una valutazione unilaterale degli elementi a carico. Il contraddittorio deve essere effettivo, e ciò impone al giudice del riesame di prendere in seria considerazione ogni elemento offerto dalla difesa che possa incrinare la solidità dell’ipotesi accusatoria. Per gli operatori del diritto, ciò significa insistere sulla produzione di prove documentali concrete fin dalla fase del riesame e pretendere una motivazione analitica che dia conto della loro valutazione. Per i cittadini, è una conferma che il diritto di difesa deve essere pienamente rispettato in ogni fase del procedimento, anche in quella cautelare.

Qual è l’obbligo del Tribunale del riesame quando valuta un sequestro preventivo?
Il Tribunale del riesame ha l’obbligo di effettuare un controllo sulla valutazione degli elementi forniti non solo dall’accusa, ma anche dalla difesa. Deve compiere un apprezzamento indipendente e autonomo degli atti, e la mancanza di tale valutazione integra un vizio di violazione di legge.

Perché la Cassazione ha annullato l’ordinanza di sequestro preventivo in questo caso?
La Cassazione ha annullato l’ordinanza perché il Tribunale del riesame non ha fornito alcuna motivazione riguardo alla documentazione prodotta dalla difesa. Questa documentazione era potenzialmente idonea a dimostrare l’esecuzione parziale dei lavori e a contrastare l’ipotesi accusatoria, ma è stata completamente ignorata, rendendo la motivazione del provvedimento solo apparente.

Cosa succede quando i lavori di ristrutturazione sono eseguiti solo in parte ai fini del sequestro per truffa sui crediti fiscali?
Quando i lavori sono eseguiti solo parzialmente, il giudice deve approfondire il tema per accertare se tale parziale esecuzione fosse comunque ostativa al riconoscimento del credito fiscale e, soprattutto, per individuare esattamente la misura dell’eventuale profitto illecito conseguito, che potrebbe non coincidere con l’intero importo dei crediti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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