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Sequestro preventivo: non serve l’imputazione formale

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del Tribunale del Riesame che aveva revocato il sequestro preventivo di un’aviosuperficie a seguito di un incidente. La Suprema Corte ha chiarito che per disporre un sequestro preventivo non è necessaria la formulazione di un’imputazione provvisoria, essendo sufficiente la sussistenza del ‘fumus commissi delicti’ e del pericolo che la libera disponibilità del bene possa aggravare le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri illeciti.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: la Cassazione chiarisce che non serve un’imputazione formale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10489 del 2024, interviene su un tema cruciale della procedura penale: i presupposti per l’applicazione del sequestro preventivo. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: per disporre tale misura cautelare reale non è necessaria la formulazione di un’imputazione formale, neppure in via provvisoria. Ciò che conta è la concretezza del pericolo che la disponibilità del bene possa protrarre le conseguenze del reato o agevolare la commissione di nuovi illeciti. Analizziamo la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I fatti del caso: l’incidente e il sequestro

Il caso trae origine da un incidente aereo avvenuto presso un’aviosuperficie privata. Un velivolo ultraleggero si schiantava in un’area boschiva adiacente alla pista, causando lesioni personali alla passeggera. A seguito di ciò, la Procura della Repubblica disponeva indagini per il reato di disastro aviatorio colposo e il Giudice per le Indagini Preliminari emetteva un decreto di sequestro preventivo sull’intera aviosuperficie. L’obiettivo era prevenire la commissione di ulteriori reati contro l’incolumità individuale, alla luce di diverse anomalie riscontrate nella struttura (assenza di sistemi di sicurezza, posizionamento anomalo delle maniche a vento, ecc.).

La decisione del Tribunale del Riesame e i motivi del ricorso

Il gestore dell’aviosuperficie impugnava il provvedimento davanti al Tribunale del Riesame, il quale annullava il sequestro. La motivazione principale, definita ‘assorbente’, era la mancata formulazione di un’imputazione provvisoria sia nella richiesta del Pubblico Ministero sia nel decreto del GIP. Il Tribunale, inoltre, entrava nel merito della questione, escludendo la sussistenza del reato di disastro aviatorio. Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per Cassazione, lamentando un’errata applicazione dell’art. 321 c.p.p. e un’indebita ingerenza del Tribunale del Riesame nel merito dell’accusa.

I principi del sequestro preventivo secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del PM, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata. La sentenza ribadisce con forza i principi che governano il sequestro preventivo. In primo luogo, né l’art. 321 c.p.p. né altre disposizioni richiedono, come requisito di validità, la formulazione di un capo d’imputazione, anche solo provvisorio. Presupposto della misura è la commissione di un fatto penalmente illecito su cui si indaga, la cui qualificazione giuridica è ancora in itinere e può mutare nel corso del procedimento.

Il cuore della misura cautelare risiede nel fumus commissi delicti – la parvenza di reato – e nel periculum in mora – il pericolo che la libera disponibilità della cosa possa causare ulteriori danni. Il giudice (delle indagini, del riesame o di legittimità) deve verificare l’ipotizzabilità del reato in termini sommari e la pertinenza del bene rispetto al pericolo, senza poter compiere un’analisi approfondita sulla colpevolezza o sulla sussistenza del reato stesso.

Le motivazioni

La Corte ha evidenziato una palese contraddizione logica nell’ordinanza del Tribunale del Riesame. Quest’ultimo, da un lato, aveva ritenuto ‘assorbente’ il vizio formale della mancata imputazione, ma dall’altro era entrato nel merito, escludendo il reato di disastro aviatorio. Secondo la Cassazione, questo approccio è errato. Il Tribunale avrebbe dovuto limitarsi a verificare i presupposti del sequestro, senza pretendere un requisito formale non previsto dalla legge.

Inoltre, la Corte sottolinea che lo scopo del sequestro preventivo è anche quello di ‘prevenire la commissione di altri reati’. Anche se il reato di disastro aviatorio fosse stato escluso, le condizioni strutturali e funzionali dell’aviosuperficie (caratterizzate da numerose carenze di sicurezza) delineavano un quadro di pericolo concreto per la reiterazione di reati contro l’incolumità pubblica e individuale. La disponibilità dell’infrastruttura, in quelle condizioni, costituiva di per sé un fattore di rischio che la misura cautelare era volta a neutralizzare.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza riafferma la natura eminentemente preventiva del sequestro, svincolandolo da rigidi formalismi tipici della fase processuale avanzata. La valutazione del giudice deve concentrarsi sulla pericolosità intrinseca della cosa e sul suo legame con l’attività illecita, presente o futura. Annullando l’ordinanza per un vizio formale inesistente e per una valutazione di merito non consentita in quella sede, il Tribunale del Riesame ha travalicato i limiti del proprio sindacato. Il caso è stato quindi rinviato per un nuovo giudizio che dovrà attenersi ai corretti principi di diritto enunciati dalla Suprema Corte.

È necessaria una formale imputazione provvisoria per disporre un sequestro preventivo?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’articolo 321 del codice di procedura penale non prevede, come requisito formale del decreto di sequestro, l’espressa formulazione di un capo di incolpazione, neppure in forma provvisoria.

Qual è lo scopo principale del sequestro preventivo?
Lo scopo è duplice: impedire che le conseguenze del reato per cui si procede vengano aggravate o protratte, oppure prevenire la commissione di altri reati che potrebbero essere agevolati dalla libera disponibilità del bene.

Il giudice del riesame può valutare nel merito l’esistenza del reato quando esamina un sequestro preventivo?
No, il suo giudizio deve limitarsi a verificare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura, tra cui l’ipotizzabilità in termini sommari e provvisori del reato (fumus commissi delicti), senza poter compiere un apprezzamento in concreto sull’esistenza del reato stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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