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Sequestro preventivo: motivazione sul periculum è d’obbligo

La Corte di Cassazione ha annullato un sequestro preventivo per mancanza di motivazione sul ‘periculum in mora’. Il caso riguardava un imprenditore accusato di indebita percezione di fondi pubblici. La sentenza ribadisce che il giudice deve sempre spiegare l’urgenza e la necessità di sequestrare i beni prima di una condanna definitiva, anche in casi di reati contro la pubblica amministrazione, pena la nullità del provvedimento.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: La Cassazione Sottolinea l’Obbligo di Motivazione sul Periculum in Mora

Con la recente sentenza n. 8129/2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un principio cardine della procedura penale: la necessità di una specifica e concreta sequestro preventivo motivazione in merito al cosiddetto periculum in mora. La Corte ha annullato un’ordinanza di sequestro disposta per un reato contro la Pubblica Amministrazione, ribadendo che la semplice confiscabilità del bene non è sufficiente a giustificare l’anticipazione degli effetti ablativi prima di una sentenza definitiva.

I Fatti: Un Contributo Covid e una Fattura Controversa

Il caso trae origine da un’indagine a carico del legale rappresentante di una società S.r.l. operante nel settore dell’ingegneria civile. L’imprenditore era accusato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.) per aver ottenuto un contributo a fondo perduto, previsto dal “decreto rilancio” per le imprese colpite dalla pandemia.

Secondo l’accusa, l’imprenditore aveva attestato che il fatturato del 2019 rientrava nella soglia dei 400.000 euro, mentre in realtà era leggermente superiore (circa 413.000 euro). Questa differenza, seppur minima, comportava l’applicazione di un’aliquota di calcolo del contributo inferiore, determinando un profitto illecito quantificato in circa 44.000 euro, somma per la quale era stato disposto il sequestro preventivo. La difesa sosteneva che la discrepanza derivava da una fattura emessa il 1° maggio 2019 ma relativa a lavori completati e certificati ad aprile 2019, che quindi doveva essere computata in quel mese, riportando il fatturato annuo sotto la soglia critica.

La Decisione del Tribunale e i Motivi di Ricorso

Il Tribunale del Riesame aveva confermato il sequestro, ritenendo sussistente il fumus delicti sulla base della data di emissione della fattura. Avverso tale ordinanza, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione lamentando due vizi principali:
1. La totale assenza, nel decreto di sequestro originario, di una motivazione sul periculum in mora, ovvero sulle ragioni di urgenza che rendevano necessario il sequestro immediato.
2. L’erronea valutazione del fumus boni iuris, non avendo il Tribunale considerato adeguatamente la documentazione prodotta che attestava la competenza dei lavori al mese di aprile.

La Decisione della Cassazione sul sequestro preventivo e la sua motivazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio sia l’ordinanza del Riesame sia il decreto di sequestro originario. La decisione si fonda interamente sul primo motivo, ritenuto assorbente e decisivo. I giudici di legittimità hanno stabilito che il provvedimento cautelare era nullo per un difetto insanabile: la mancanza di motivazione sul periculum in mora.

Le Motivazioni: Perché il Periculum in Mora è Sempre Necessario

Il cuore della sentenza risiede nella riaffermazione di un principio di diritto consolidato, in particolare dopo la storica pronuncia delle Sezioni Unite “Ellade” (n. 36959/2021). La Corte chiarisce che qualsiasi provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una concisa motivazione non solo sul fumus delicti (la probabilità del reato), ma anche sul periculum in mora.

Il giudice non può limitarsi a constatare che il bene è confiscabile. Deve, invece, spiegare le ragioni concrete per cui è necessario anticipare l’effetto ablativo rispetto alla definizione del giudizio. Questo obbligo, sottolinea la Corte, non viene meno neppure nei casi di reati contro la Pubblica Amministrazione, per i quali è prevista una confisca spesso obbligatoria. La motivazione sul periculum è una garanzia fondamentale a tutela del principio di presunzione di non colpevolezza (art. 27 Cost.) e del principio di proporzionalità. Un sequestro senza un’adeguata giustificazione sull’urgenza rischia di trasformarsi in una sanzione anticipata, incidendo sui diritti individuali in modo sproporzionato.

La Cassazione ha rigettato la tesi, ormai superata, secondo cui la natura del provvedimento o la tipologia di reato possano di per sé costituire una motivazione implicita. Al contrario, la motivazione deve essere esplicita e rapportata alle specificità del caso concreto, illustrando perché la libera disponibilità del bene da parte dell’indagato potrebbe compromettere la futura esecuzione della confisca.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza in modo significativo le garanzie difensive nell’ambito delle misure cautelari reali. Le implicazioni pratiche sono notevoli:
1. Obbligo di motivazione rafforzato: I Pubblici Ministeri che richiedono un sequestro e i Giudici per le Indagini Preliminari che lo emettono dovranno prestare massima attenzione a esplicitare le ragioni d’urgenza, non potendo più fare affidamento su formule stereotipate o sul mero richiamo alla natura del reato.
2. Maggiori tutele per l’indagato: Gli indagati e i loro difensori avranno uno strumento più forte per contestare provvedimenti di sequestro privi di una concreta analisi del periculum, con maggiori probabilità di ottenerne l’annullamento.
3. Principio di legalità e proporzionalità: La sentenza riafferma la centralità dei principi costituzionali ed europei, secondo cui ogni misura che limita i diritti fondamentali, come quello di proprietà, deve essere non solo prevista dalla legge ma anche strettamente necessaria e proporzionata allo scopo.

È sufficiente che un bene sia confiscabile per ordinarne il sequestro preventivo?
No, la Cassazione chiarisce che non è sufficiente. Oltre al fumus delicti e alla confiscabilità del bene, il giudice deve motivare specificamente sul periculum in mora, cioè sulle ragioni concrete che rendono necessaria l’anticipazione della confisca rispetto alla definizione del giudizio.

La motivazione sul ‘periculum in mora’ è richiesta anche per i reati contro la Pubblica Amministrazione?
Sì. La Corte Suprema ha stabilito che l’obbligo di motivare l’urgenza del sequestro vale per tutte le tipologie di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, inclusi quelli per reati contro la Pubblica Amministrazione. Non esistono eccezioni basate sulla tipologia di reato contestato.

Cosa succede se un decreto di sequestro preventivo non contiene la motivazione sul periculum in mora?
Un decreto di sequestro privo di tale motivazione è nullo. Come dimostra questo caso, la Corte di Cassazione può annullare senza rinvio sia il decreto originale sia l’ordinanza del Tribunale del Riesame che lo ha illegittimamente confermato, disponendo l’immediata restituzione dei beni sequestrati all’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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