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Sequestro preventivo motivazione: la Cassazione chiarisce

Un autocarro usato per il trasporto occasionale di rifiuti era stato sequestrato. Il Tribunale del riesame ne ha ordinato la restituzione per assenza di motivazione nel provvedimento di sequestro riguardo al ‘periculum’. La Procura ha impugnato la decisione, ma la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso. La Suprema Corte ha ribadito che il sequestro preventivo con finalità di confisca richiede sempre una specifica motivazione sul pericolo nel ritardo, a meno che il bene non sia di per sé illecito. Poiché un veicolo non è intrinsecamente illegale, la mancanza di motivazione rendeva il sequestro nullo.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: La Motivazione è Sempre Obbligatoria

Con la recente sentenza n. 3734 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: la necessità di una adeguata sequestro preventivo motivazione. La pronuncia chiarisce che, anche quando il sequestro è finalizzato alla futura confisca, il giudice deve esplicitare le ragioni del ‘periculum in mora’, ossia il pericolo che il tempo possa vanificare la misura. Questa regola, affermano i giudici, subisce una sola eccezione: i beni la cui detenzione o uso costituisce di per sé reato.

I Fatti del Caso

Il procedimento trae origine da un’indagine per trasporto illecito di rifiuti, previsto dall’art. 256 del D.Lgs. 152/2006. Nel corso delle indagini, veniva disposto il sequestro preventivo di un autocarro utilizzato per commettere il presunto reato.

L’indagato presentava istanza al Tribunale del riesame, che accoglieva la richiesta e ordinava il dissequestro del veicolo. La ragione principale della decisione era duplice: da un lato, il trasporto era stato ritenuto di natura occasionale; dall’altro, e soprattutto, il provvedimento di sequestro del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) mancava di una specifica motivazione sul cosiddetto periculum in mora.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero proponeva ricorso per Cassazione, sostenendo che il sequestro, essendo finalizzato anche alla confisca obbligatoria del mezzo, non richiedesse una motivazione specifica sul pericolo, richiamando a supporto i principi espressi dalle Sezioni Unite nella nota sentenza ‘Ellade’.

L’importanza della sequestro preventivo motivazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato infondato il ricorso del Pubblico Ministero, confermando la decisione del Tribunale del riesame. La sentenza offre chiarimenti fondamentali sull’obbligo di motivazione dei provvedimenti cautelari reali.

I giudici supremi hanno ribadito che il principio di diritto stabilito dalle Sezioni Unite ‘Ellade’ ha portata generale. Esso impone che il decreto di sequestro preventivo, anche se finalizzato alla confisca, debba contenere una concisa motivazione sul ‘periculum in mora’. Il giudice deve spiegare perché è necessario anticipare gli effetti della confisca rispetto alla conclusione del processo.

L’Eccezione dei Beni Intrinsecamente Illeciti

La Corte ha poi delineato l’unica eccezione a questa regola generale. L’obbligo di motivazione sul periculum viene meno solo per le cose la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisce di per sé reato, come previsto dall’art. 240, comma 2, n. 2 del codice penale (es. armi clandestine, droga). In questi casi, la motivazione può limitarsi a certificare che il bene rientra in questa categoria, essendo la sua confisca un atto dovuto (ex lege).

Nel caso di specie, però, questa eccezione non era applicabile. La Cassazione ha precisato che l’uso di un veicolo per il trasporto illecito di rifiuti non rende il veicolo stesso un bene intrinsecamente criminale. Il reato è costituito dalla condotta (il trasporto non autorizzato), non dalla mera detenzione o uso del mezzo, che di per sé è perfettamente lecita.

Le Motivazioni

La Corte ha stabilito che, non rientrando il veicolo nella categoria dei beni ‘intrinsecamente’ illeciti, il GIP avrebbe dovuto motivare in modo specifico sulle ragioni di urgenza che giustificavano il sequestro in funzione della confisca. L’assenza totale di tale motivazione nel provvedimento originario costituiva un vizio insanabile, che non poteva essere colmato in un secondo momento. La giurisprudenza è pacifica nel ritenere che le insufficienze motivazionali di un provvedimento impugnato non possono essere integrate a posteriori.

Di conseguenza, la decisione del Tribunale del riesame di annullare il sequestro per difetto di motivazione è stata ritenuta corretta. L’argomento sollevato dal Pubblico Ministero, relativo al rischio che il veicolo potesse essere venduto a un terzo in buona fede, è stato giudicato recessivo rispetto al vizio principale del provvedimento.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale nel nostro ordinamento: ogni provvedimento che limita i diritti patrimoniali dei cittadini deve essere sorretto da una motivazione adeguata, chiara e completa. La Corte di Cassazione ha chiarito che il sequestro preventivo finalizzato alla confisca non è un automatismo. Salvo i casi di beni la cui detenzione è già di per sé reato, il giudice deve sempre compiere una valutazione concreta del pericolo che il bene venga disperso o modificato prima della sentenza definitiva, esplicitando tale valutazione nel provvedimento. Questa decisione rappresenta un importante monito per le procure e i giudici a non trascurare l’onere motivazionale, pena l’illegittimità delle misure cautelari disposte.

È sempre necessaria una motivazione sul ‘periculum in mora’ per un sequestro preventivo finalizzato alla confisca?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una concisa motivazione sul ‘periculum in mora’, cioè sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo rispetto alla fine del giudizio.

Quando non è necessaria una specifica motivazione sul ‘periculum in mora’ nel sequestro?
L’obbligo di motivazione specifica sul ‘periculum’ non è necessario solo per il sequestro di cose la cui fabbricazione, uso, porto, detenzione o alienazione costituisce di per sé reato (art. 240, co. 2, n. 2, c.p.). In questi casi, è sufficiente che la motivazione attesti l’appartenenza del bene a tale categoria.

L’uso di un veicolo per il trasporto illecito di rifiuti lo rende un bene ‘intrinsecamente’ illecito?
No. Secondo la sentenza, l’uso del veicolo per commettere il reato di trasporto illecito di rifiuti non costituisce di per sé reato. Il reato è il trasporto senza autorizzazioni, non l’uso del veicolo in sé. Pertanto, un veicolo non rientra nella categoria di beni per cui la motivazione sul ‘periculum’ può essere omessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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