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Sequestro preventivo motivazione: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per reati tributari a causa di un vizio di forma. La sentenza sottolinea che la motivazione del sequestro preventivo deve includere una valutazione concreta del ‘periculum in mora’, ovvero il rischio che i beni vengano dispersi. Non è sufficiente invocare la gravità del debito o l’obbligatorietà della confisca. La Corte ha stabilito che un’ordinanza priva di tale motivazione specifica è nulla e non può essere corretta in un secondo momento dal Tribunale del riesame.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Sequestro Preventivo: Perché la Motivazione sul Periculum è Obbligatoria

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale in materia di misure cautelari reali: il sequestro preventivo e la sua motivazione non possono prescindere da una valutazione concreta del periculum in mora. Anche in casi di reati tributari con confisca obbligatoria, il giudice non può limitarsi a un rinvio generico alla norma, ma deve spiegare perché è necessario agire subito. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Sequestro per Reati Tributari

Il caso ha origine da un decreto di sequestro preventivo, sia in via diretta che per equivalente, emesso dal G.i.p. del Tribunale di Civitavecchia nei confronti di un’imputata per violazioni fiscali (art. 2 e 10-quater del D.Lgs. 74/2000). Il provvedimento era stato confermato dal Tribunale del riesame di Roma.

L’imputata ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando un vizio cruciale: l’ordinanza originale del G.i.p. era priva di una specifica motivazione sul cosiddetto periculum in mora, ovvero il pericolo concreto che, nelle more del giudizio, i beni potessero essere dispersi, rendendo inefficace un’eventuale futura confisca.

La Questione Giuridica: Mancanza di Motivazione sul Periculum

Il cuore del ricorso si concentrava sulla nullità del provvedimento genetico. Secondo la difesa, il G.i.p. aveva errato nel ritenere superflua la motivazione sul periculum, basandosi su due presupposti errati:
1. Che la natura obbligatoria della confisca per i reati tributari esonerasse dall’onere di motivare il pericolo.
2. Che l’ingente ammontare del debito tributario fosse di per sé sufficiente a dimostrare il rischio di dispersione del patrimonio.

Il Tribunale del riesame, pur riconoscendo la debolezza del primo punto alla luce di un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, aveva ritenuto di poter ‘integrare’ la motivazione, salvando il provvedimento. La Cassazione è stata chiamata a decidere se una tale integrazione fosse legittima.

Il Ruolo della Cassazione nel Sequestro Preventivo e Motivazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata e il decreto di sequestro. La decisione si fonda su principi chiari e rigorosi che ogni operatore del diritto deve conoscere. I giudici hanno smontato l’impianto argomentativo sia del G.i.p. che del Tribunale del riesame, ribadendo l’importanza della motivazione come garanzia fondamentale.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha innanzitutto richiamato la sentenza ‘Ellade’ delle Sezioni Unite (n. 36959/2021), che ha stabilito in modo inequivocabile che ogni provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca deve contenere una, seppur concisa, motivazione sul periculum. Questa deve spiegare le ragioni concrete per cui è necessario anticipare l’effetto ablativo rispetto alla sentenza definitiva.

L’argomentazione del G.i.p. è stata giudicata doppiamente errata. La prima parte, che riteneva la motivazione superflua, è in diretto contrasto con il citato principio delle Sezioni Unite. La seconda parte, che deduceva il pericolo dall’ingente entità del debito, è stata definita ‘apparente’ o ‘di mero stile’. Secondo la Corte, questo ragionamento crea un ‘automatismo congetturale’ che sovrappone indebitamente i presupposti del sequestro preventivo (che richiede il pericolo di dispersione) con quelli del sequestro conservativo (per cui è sufficiente l’insufficienza patrimoniale a garanzia del credito).

Infine, la Corte ha censurato l’operato del Tribunale del riesame. Quest’ultimo non può sanare un provvedimento geneticamente nullo per assenza di motivazione. Il potere del riesame non si estende fino a poter ‘integrare’ un elemento essenziale che il primo giudice ha completamente omesso o trattato con argomentazioni solo apparenti. La mancanza della motivazione sul periculum costituisce una violazione di legge che vizia irrimediabilmente il decreto di sequestro sin dalla sua origine.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio di garanzia cruciale: non esistono automatismi nel diritto processuale penale. Il sequestro preventivo e la sua motivazione richiedono sempre un’analisi specifica e concreta del caso. Il giudice deve esplicitare le ragioni fattuali che lo portano a ritenere esistente un pericolo di dispersione dei beni, non potendo fare affidamento su presunzioni basate sulla natura del reato o sull’ammontare del presunto profitto. Un provvedimento che non rispetti questo onere è nullo, e tale nullità non può essere sanata in sede di riesame.

È sempre necessario motivare il periculum in un sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando un principio delle Sezioni Unite, ha stabilito che il provvedimento di sequestro preventivo deve sempre contenere una concisa motivazione sul periculum, cioè sulle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo della confisca rispetto alla definizione del giudizio.

La grande entità del debito tributario è sufficiente a giustificare il sequestro preventivo?
No. Secondo la sentenza, basare il periculum unicamente sull’ingente entità del debito tributario crea un ‘automatismo congetturale’ e rende la motivazione solo apparente o di mero stile, confondendo i presupposti del sequestro preventivo con quelli del sequestro conservativo.

Il Tribunale del riesame può integrare la motivazione mancante o apparente del G.i.p. sul periculum?
No. La Corte ha chiarito che l’assenza di una motivazione effettiva sul periculum rende nullo il decreto di sequestro originario. Tale nullità non può essere sanata o integrata dai poteri del Tribunale del riesame, che non può sostituirsi al primo giudice su un elemento essenziale del provvedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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